Ernesto Che Guevara, l’uomo prima del mito

Tutti conosciamo la figura mitica del “Che”, quel volto fermo, quello sguardo fiero che campeggia nero sul rosso delle bandiere che sventolano durante alcuni tipi di manifestazioni. Ma in quanti possiamo dire di conoscere davvero Ernesto Che Guevara, l’uomo dietro la leggenda?

Ernesto Che Guevara chi era realmente?

Nato il 14 Maggio 1928 a Rosario, in Argentina, all’anagrafe Ernesto Rafael Guevara de la Serna Lynch, pochi giorni dopo la nascita, a causa di un bagno fatto con la madre, si ammalò gravemente di broncopolmonite, riuscì a guarire ma rimase asmatico per il resto della vita. Fu proprio l’asma la causa dei numerosi spostamenti della famiglia, alla ricerca di aria buona per il piccolo Ernesto. La sua formazione politico-intellettuale fu fortemente influenzata dai genitori, appartenenti alla borghesia colta argentina.

Non potendo frequentare la scuola con regolarità a causa della malattia, il giovane Ernesto fu educato dalla madre Celia, attivista politica, femminista e anticlericale. I lunghi periodi costretto a letto, lo studente Ernesto li trascorre leggendo i libri più vari, da buon lettore vorace e onnivoro: dalle avventure fantascientifiche di Jules Verne a quelle dei Tre Moschettieri di Alexander Dumas, i pirati di Robert Louis Stevenson, il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes fino al Sandokan di Emilio Salgari; passando ai saggi di Freud e Jung ai trattati filosofici di Bertrand Russell, restando però folgorato dalle poesie di Pablo Neruda. Lo stesso Ernesto nel corso della sua vita scriverà numerose poesie e spesso citava a memoria i componimenti di Neruda.

Il fattore decisivo della vita del Che è il viaggio

Nonostante gli mancassero pochi esami per terminare brillantemente la facoltà di Medicina, decise di partire per un viaggio lungo il Continente Sudamericano, con una moto battezzata la “Poderosa II” insieme all’amico Albero Granado. L’itinerario che scelsero i due compagni di viaggio toccava cinque paesi dell’America Latina in otto mesi: Cile, Perù, Colombia, Venezuela e Florida. Questo viaggio fu fondamentale al guerrillero heroico per comprendere fino in fondo le miserie e le ingiustizie provocate dal sistema capitalistico nei confronti dei poveri lavoratori sudamericani, ponendo così le basi per la sua ideologia. Nel frattempo le letture continuano: dai romanzi di Jack London alle poesie di Federico García Lorca, Antonio Machado e Paul Verlaine fino poi a Marx, Engels, Lenin, Mao Tse-Tung, Josif Stalin, testi fondamentali per la sua ideologia marxista-leninista.

Ernesto si appassiona alle vicende del Mahatma Gandhi, rifiutando però l’idea dell’uso della non-violenza per rispondere a soprusi e privilegi. Rientrato in patria, si laurea brillantemente in Medicina con specializzazione in Allergologia, scelta forse per curarsi dall’asma. Decise poi di ripartire, fuggendo dal governo peronista ovverosia guidato da Juan Péron. Arrivò infine in Messico, dove avvenne l’incontro con un giovane esule cubano, l’avvocato Fidel Castro, ideologo del “Movimento 26 de Julio”, riferito all’assalto della Caserma Moncada il 26 Luglio 1953, il fallito golpe contro Fulgencio Batista.

Il soprannome con cui conosciamo oggi Ernesto come “Che” deriva dall’onomatopeico intercalare argentino che vuol dire “cioè”. Un giorno, sbarcato a Cuba, Ernesto fu costretto a scegliere tra una cassa di armi e una di medicinali e si legge nel suo diario:

«Chi sono io? Un medico o un rivoluzionario? Scelgo le munizioni».

Così cominciò il mito…

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