“1984” di Orwell. Il Grande Fratello ci sta ancora guardando

1984 di Orwell

“1984” di Orwell è uno dei suoi più celebri romanzi, pubblicato nel 1949 e cominciato a scrivere già nel 1948. Quest’ultima si configura come un’annata importante, in quanto si suppone che da essa derivi la scelta del titolo, ottenuto dall’inversione delle due cifre finali. Siamo subito catapultati in un mondo diviso in tre immensi blocchi, in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania la società è governata dai principi del Socing, nonchè Socialismo Inglese. Tutta la popolazione è strettamente controllata dal Big Brother – Il Grande Fratello che, grazie al suo sistemi di televisori, telecamere e microfoni, controlla minuziosamente la vita di ciascuno. Gli slogan del partito e le rispettive didascalie appaiono appese ovunque.

“1984” di Orwell. Costruzione di una società libera ma schiava

«LA GUERRA È PACE/ LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ/ L’IGNORANZA È FORZA.
Il volto del Grande Fratello parve però indugiare per diversi secondi sullo schermo, come se l’impatto che aveva esercitato sulle pupille dei presenti fosse troppo intenso per poter essere eliminato all’improvviso.»

In Oceania tutto è permesso. Apparentemente sembra regnare la libertà contro cui si scagliano gli slogan. Niente è proibito. Tranne amare, se non con l’unico fine di riprodursi. Tranne divertirsi, se non secondo i dettami della propaganda. Tranne pensare, se non secondo le ideologie promulgate dal Socing. L’unica forma di pensiero ammessa in Oceania è il Bipensiero: il pensiero unico del Partito cui i pensieri individuali debbono necessariamente omologarsi, e la mutevolezza del passato. Il passato viene cancellato e modificato a seconda della convenienza del momento presente.

«la menzogna diventa verità e passa alla storia […]Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato.»

Si assiste ad una modificazione generale delle scienze umanistiche: libri, giornali e contenuti vengono completamente stravolti per risultare in linea col pensiero del Socing.

Winston Smith e il Grande Fratello

Il protagonista, Wiston Smith, appare, a primo impatto, come una persona sola e al contempo priva di una radicata identità individuale. Non ha moglie, non ha una famglia, non ha figli nè coltiva rapporti con le persone intorno a lui, con i colleghi di lavoro. Ciò che lo differenzia da tutti gli altri è l’aver maturato una forza interiore notevole, al punto tale da spingersi contro i dettami della mente superiore che vuole controllare ogni cosa. Winston lotta disperatamente per conservare un briciolo di umanità.

D’altro canto il potere assolutistico, lo Stato, incarnato dal Grande Fratello, risulta onnipresente, finendo per presenziare anche in situazioni impensabili, estremamente intime, come la riproduzione, inteso come mero strumento per fornire materiale al Partito. Si perdono di vista i valori importanti della vita, vengono calpestati l’amore, gli affetti, l’umanità, l’intimità e la libertà di pensiero.

«In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?»

“1984” di Orwell. Utopia o realtà contemporanea?

In realtà bisogna proprio dirlo: “1984” di Orwell ha poco a che vedere con l’utopia, per quanto molti tendano a condurlo verso questa direzione. Orwell non ci parla di un non-fatto, bensì di una realtà storica realmente esistita, come quella dei regimi dittatoriali. Se spostiamo, però, il centro della nostra attenzione dai fatti puramente storici, possiamo accorgerci che “1984” di Orwell è un romanzo estremamente attuale.

Senza rendercene conto oggi siamo tutti tremendamente catapultati in una realtà in cui a regnare sono proprio  gli slogan diffusi in Oceania: “La libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”. E se nel romanzo orwelliano è il Socing a partorire questi principi, oggi c’è un altro organo che può avvalersi della sua funzione. Stiamo parlando dei social, del web, dell’utilizzo eccessivo e quasi invadente che ha fatto irruzione nelle nostre vite. Non lo vediamo, non lo sentiamo, non è un’entità fisica ben definita, dai tratti caratteristici; eppure ne siamo perseguitati, e in fondo nemmeno lo sappiamo.

La libertà non è schiavitù

Sarete liberi quando sentirete il bisogno di conservare e custodire le cose più belle della vostra vita unicamente nella vostra sfera intima e individuale, senza sentire il bisogno di immetterli in una realtà virtuale e puramente illusoria.

Ed è proprio il frutto di questa inesistenza a far partorire le idee più strane, a trasformare la vita in una gara continua, a sentirsi sotto pressione, come se qualcuno ci stesse controllando dall’alto, come se il Big Brother esistesse davvero, come se dovessimo sempre dimostrare qualcosa a qualcuno. Agiamo nel rispetto di canoni che sono considerati imprescindibili e che ci propinano modelli perfetti. Ma vogliamo provare, per una volta, ad apprezzare la caoticità che è insita nell’essere umano? Quella che prescinde dalla perfezione estetica, sentimentale, affettiva, quella che ci rende unici e umani.  Proviamo ad accorgerci dei sintomi che generano malumore, non li sottovalutiamo, soprattutto nelle fasi di crescita, quando il cervello è ancora estremamente malleabile e riuscirebbe ad assumere la forma di qualsiasi cosa.

Winston se ne è accorto, ha compreso profondamente il senso di malessere e ha deciso di combatterlo. Pensiamoci anche noi, riflettiamo, e proviamo a recuperare il contatto umano che sta svanendo. 

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