
“Arrivederci piccole donne” di Marcela Serrano è un romanzo pubblicato nel 2004. Quattro cugine che sembrano sorelle; quattro donne molto diverse tra loro; quattro, come le protagoniste del romanzo “Piccole donne” di Louisa May Alcott.
Ed è proprio con un forte richiamo alle sorelle descritte dalla Alcott, che si snoda la storia di Nieves, Ada, Luz e Lola, quattro bambine che trascorrono le loro vacanze nella proprietà di famiglia al Pueblo, in Cile. Insieme a una zia buona e un po’ eccentrica, vivono esperienze di giochi e piccoli litigi fino al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che cambierà radicalmente le loro vite, portandole a vivere lontano da quel luogo di pace e di gioia. Dedicando un capitolo a ognuna delle cugine, Marcela Serrano ci proietta nella natura cilena, rigogliosa e variegata, che fa da sfondo alla vicenda legata all’infanzia delle ragazze.
‘Arrivederci piccole donne’, quattro figure femminili, dolci e coraggiose
Facciamo così la conoscenza di Nieves, la maggiore delle cugine. Una ragazza, poi donna, oppressa dal suo senso di inadeguatezza, un vero e proprio complesso di inferiorità.
«forse a frenarla è quella sensazione che qualsiasi altra esistenza sia più pregevole e valida della sua, tutte hanno lottato per combinare qualcosa d’importante nella vita, tutte tranne lei»
Scopriamo la sua passione, tenuta tenacemente nascosta, per il mondo del crimine, tanto da farle sognare di diventare, un giorno, un’investigatrice. Una donna che sceglie di essere moglie e madre e che si fa domande, nonostante tutto, sul senso del donare la vita. Infine confessa alle cugine tutta la sua frustrazione: «Nella vita non mi è mai capitato niente.» Poi c’è Ada, la Jo del romanzo. La bambina un po’ maschiaccio, la ragazza priva di ogni vanità, ribelle. La donna desiderosa di libertà, amante dei viaggi, dei libri.
«E la fantasia era il suo grande patrimonio, l’aveva saputo sin dall’infanzia, un patrimonio inutilizzato, ma pur sempre patrimonio.»
Segretamente innamorata per tutta la vita di Oliverio, suo cugino. Continuando la descrizione delle protagoniste, l’autrice del romanzo ci presenta Luz, novella Beth. Come la sua corrispondente nel libro della Alcott, Luz è la più piccola, la più buona. Non le interessano il denaro, la bellezza, il potere. È votata alla bontà e il suo posto nel mondo sarà proprio a servizio dei più deboli e indifesi.
«le mie membra mi conducono a pensieri superflui. Per esempio mi inducono a domandarmi a che cosa sia servito essere buona. Ho fatto soltanto quello che tante donne hanno fatto prima di me e continueranno a fare, a costo di distruggersi: dare alla luce un qualcosa che uccide. Questa è la definizione di bontà.»
Il quadretto si conclude con Lola, il cui richiamo a Amy, viziata e amante delle cose belle, è inevitabile. Lola è la donna d’affari, esigente, amante del lusso, della bellezza, ma in fondo prigioniera di questi pseudo-valori tanto da farle invidiare le donne libere di uscire in blue jeans per andare a fare la spesa. Lola che rinuncia alla scuola d’arte per dedicarsi agli studi di economia, in modo da assicurarsi un posto dalle solide basi nella società. Lola che «era convinta che il dolore, se non viene menzionato, alla fine si possa smorzare.» Lola che riuscirà ad avere ciò che Ada ha desiderato per tutta la vita.
Marcela Serrano descrive i suoi personaggi vivi e palpitanti
Si ritroveranno, le quattro cugine, dopo tanti anni, dopo un altro 11 settembre che scombussolerà le loro vite, in occasione del funerale di una vecchia domestica. E sarà l’occasione per raccontarsi, per confrontarsi, per confessare intimi pensieri.
«A guardare le mie tre cugine dentro quella camera, distese sui tre lettini, sembra che nulla sia cambiato. È tipico di noi: passare dalla banalità quotidiana alle cose più importanti e poi ritornare indietro di colpo. Nel bel mezzo di una dichiarazione metafisica, ci capita di sfiorare la frivolezza e la futilità, ma non importa. Non sentiamo il bisogno di tornare continuamente su quello che abbiamo detto. […] I nostri rapporti sono sempre stati così. Mi domando come siano quelli fra le altre donne, come facciano a comunicare tra loro.»
“Arrivederci piccole donne” di Marcela Serrano non è come un film. Un libro deve far immaginare, deve evocare sensazioni, profumi; deve far costruire, nella mente del lettore, ogni scena. La scrittura dell’autrice riesce in tutto questo, catapultando il lettore nel romanzo e facendolo sentire protagonista di ogni situazione, di ogni dialogo. La penna della Serrano è profumata e accesa come la natura cilena che descrive. È come un pennello che fissa sulla tela vergine i colori e le forme e leggere un libro di questa autrice è proprio come sostare davanti un quadro, osservarlo, ammirarlo, lasciando andare le sensazioni che ne scaturiscono.
I lettori che conoscono la Serrano ritroveranno, in questo romanzo, la sua sensibilità e la sua attenzione nel descrivere un mondo prevalentemente femminile. Un mondo mai scontato, mai banale ma emozionate e che stupisce in ogni dettaglio. Per chi legge la prima volta questa straordinaria scrittrice, sono certa che sarà una piacevole e coinvolgente scoperta.
Breve sinossi. ‘Arrivederci piccole donne’ di Marcela Serrano
Le ragazze in “Arrivederci piccole donne” di Marcela Serrano sono cugine ma si sentono sorelle, sono uguali e diverse come le “Piccole donne” di Louisa May Alcott. Nieves, Ada, Luz e Lola da bambine trascorrono le vacanze nella proprietà di famiglia, sotto lo sguardo burbero di una zia eccentrica e generosa. Sono anni di giochi spensierati e innocenti bisticci, al riparo dagli sconvolgimenti sociali. Poi la tragedia cilena dell’11 settembre 1973, il colpo di stato di Pinochet, la povertà improvvisa, l’arresto di un familiare, la paura, l’esilio a Londra. Da quel giorno nessuno ha più fatto ritorno alla casa dell’infanzia, a quel piccolo paradiso perduto.
Passano gli anni, le quattro cugine oramai sono divenute donne. La scomparsa di una vecchia domestica le porta di nuovo a riunirsi. Il tempo trascorso ha scolpito i caratteri, ma ha anche custodito le antiche affinità. Ancora una volta Marcela Serrano ci sorprende e ci emoziona con le sue indimenticabili figure femminili. Le sue “piccole donne” sono protagoniste di una saga ricca di accenti epocali: il mondo degli anni settanta, gli yuppie americani degli anni ottanta e novanta, fino al grande sgomento dopo l’attentato alle Torri Gemelle.