
Nel 1863 Nikolaj Černyševskij pubblica il romanzo “Che fare?”. L’opera diviene una delle più lette e approfondite dai giovani lettori russi, che traggono ispirazione dalle parole dello scrittore per le loro idee rivoluzionarie. Il contenuto progressista del romanzo e la fama controcorrente dell’autore hanno attirato l’attenzione sull’opera, che il filosofo Kropotkin ha definito il «breviario di ogni giovane russo». Per il potere che l’opera esercitò sulle nuove generazioni, Lenin ne riprese il titolo per un suo scritto politico.
“Che fare?” espone idee controcorrente ed appoggia quanti in Russia in quel periodo erano affetti da malcontento sociale ed economico. L’autore stesso si fece portavoce della rivoluzione sociale, tanto che compose l’opera rinchiuso nella fortezza di Pietro e Paolo per dissidenza allo zar. La Russia zarista, infatti, diviene l’emblema di un conservatorismo antico e anacronistico e sembra non adattarsi alle nuove correnti di pensiero e allo stile di vita europeo. Proprio per la sua modernità, le copie del romanzo di Černyševskij furono vittime di censure e di sequestri, e circolarono clandestinamente dal 1863 fino al 1905, quando uscì la prima edizione libera e senza tagli. Ma qual è la tematica così scottante di “Che fare?” ?
“Che fare?” di Černyševskij riflette sui rapporti interpersonali nel mondo nuovo
Le riflessioni del romanzo si concentrano in particolar modo sulle relazioni interpersonali in un mondo in via di cambiamento e si imperniano soprattutto sul rapporto tra uomo e donna. Černyševskij assume due punti di vista differenti, in quanto da un lato mette a confronto la società tradizionale con il nuovo vento rivoluzionario alle porte, dall’altro punta la sua attenzione sui suoi personaggi, emblemi di questo confronto. Nonostante alcune pause nella narrazione, in cui l’autore parla ai lettori mettendo l’accento sulle svolte narrative più importanti, il romanzo segue agevolmente un arco di tempo esteso in cui le vite dei protagonisti cambiano radicalmente.
Un posto d’onore nel romanzo è riservato proprio alle evoluzioni e alle trasformazioni del singolo nella società. L’occhio dell’autore è attento ai minimi sconvolgimenti e li approfondisce cercandone il senso. Ne risulta un’opera profonda e dai toni a volte elevati, in cui anche nei frequenti dialoghi tra i personaggi si riscontrano tracce delle filosofie e delle teorie progressiste. Al centro della trama, però, si colloca la storia di Vera Pavlovna, protagonista assoluta e profeta di tutti i più significativi cambiamenti nelle relazioni uomo-donna.
L’opinione rivoluzionaria nelle parole di Vera e nella reazione degli uomini
La sensibilità di Černyševskij riflette sulla posizione femminile nella società – non solo russa, a questo punto – e agli occhi degli uomini. Ne risultano dialoghi e posizioni così lucide, profonde e forti da far sembrare “Che fare?” un romanzo dei nostri tempi. Spogliato del suo timbro alto e delle analogie ricorrenti, il romanzo esprime dei concetti che sono tutt’oggi molto sentiti dalle donne e che purtroppo ancora attuali. Vera Pavlovna si fa portavoce delle istanze femminili sui temi del lavoro, dell’equiparazione dei ruoli occupazionali e, infine, del ruolo della donna nel matrimonio. Per difendere i propri diritti Vera sfida la sua stessa famiglia e le convenzioni sociali, ponendo se stessa al centro della propria vita.
«Solo questo so, che a nessuno voglio mai soggiacere, che voglio esser libera, che non voglio esser obbligata a chicchessia per non sentirmi dire: tu hai il dovere di far per me questo e quest’altro! Voglio fare esclusivamente quel che vorrò fare, e facciano pur gli altri allo stesso modo; a nessuno chiedo niente, di nessuno voglio costringere la libertà, e voglio, voglio, esser libera io stessa!» – Černyševskij
Di fronte all’impeto di queste parole, l’uomo tuttavia non è atterrito né contrario, dimostrando di essere pronto alla vera rivoluzione. Il ritratto di Černyševskij dei giovani uomini russi rende giustizia al loro vero desiderio di giustizia sociale e di novità, senza creare divisioni su quel che compete al mondo maschile e quel che compete a quello femminile. Il romanzo riflette, infatti, anche sul concetto di mascolinità e femminilità e sul potere deviante delle convenzioni sociali. L’autore è totalmente convinto della necessità di cambiamenti, e a dispetto del titolo sembra sapere perfettamente quali siano le priorità di una società civile e retta. Proprio per la valorizzazione dell’uguaglianza tra sessi e tra individui, “Che fare?” di Černyševskij è uno di quei romanzi sempre validi che di tanto in tanto merita di essere sfogliato.
Bellissimo grazie non lo conoscevo