“Dove sei, mondo bello” di Sally Rooney dà voce ad una generazione che sente il peso del mondo

“Dove sei, mondo bello” di Sally Rooney da poco è stato editato ed ha già attirato la curiosità di molti e fatto parlare di sé. In particolare sono le straordinarie capacità dell’autrice a rendere la lettura del romanzo un’esperienza intensa, sì, ma mai grave o farraginosa. Il New York Times lo ha già definito «il miglior romanzo di Rooney, fino ad ora». Un motivo in più per leggerlo.

A volte per scrivere un buon libro sono sufficienti pochi ingredienti. Possono bastare pochi ambienti e i soliti personaggi a girare su loro stessi, interagire l’uno con l’altro e affacciarsi nel mondo esterno per accertarsi che mantenga ancora il proprio ritmo. Non che quest’ultimo punto sia poco rilevante, anzi.

Il rapporto con il mondo è talmente cruciale che ha ottenuto anche una speciale menzione nel titolo, che non è originale di Rooney, ma riprende un verso del tedesco Schiller nella poesia “Gli dei della Grecia”. Si aggiunge così un altro tassello per comprendere ancor meglio il peso del mondo nel romanzo: l’autrice, servendosi delle sue protagoniste, dà forma al rapporto complesso che intrattengono i millennials tanto con il loro presente, quanto con il passato ed il futuro. E su questi tre cardini si gettano le basi per riflessioni lucide e mai banali.

“Dove sei, mondo bello” di Sally Rooney dalle tinte nostalgiche

Non sono chiacchiere semplici sulle rispettive vite quelle che riempiono i fogli delle e-mail tra le amiche Eileen e Alice. O meglio, non solo. C’è spazio per i rapporti interpersonali e per quelli amicali, ma a catturare l’attenzione concorrono soprattutto le dissertazioni storiche, sociologiche e filosofiche tra le due.

Ad un primo impatto ci si ritrova pensierosi al leggere gli argomenti che Eileen ed Alice sviscerano con i loro modi dettagliati. Ma sembra che Sally Rooney stessa abbia voluto creare un lievissimo stacco tra il reale tenore delle solite conversazioni-tipo e i quesiti, nuovi, ancestrali e manifestabili a pochi intimi. Superando le barriere di laconicità e pudore, che l’età adulta quasi impone, l’autrice spinge le sue protagoniste a rivelare speranze e aspettative attese dal mondo circostante.

«Penso al ventesimo secolo come a una lunga domanda, cui alla fine abbiamo dato la risposta sbagliata. Non credi che siamo bambini sfortunati, a essere venuti al mondo quando questo finiva? […] In tal caso, ci troviamo nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre.» 

Lo scontro con tempi di pessimismo e cinismo

Quante volte abbiamo sentito, negli ultimi anni e mesi, parole di sfiducia come queste provenire dai media e da noi stessi? Il focus centrale della riflessione di Rooney si imprime per lo più sull’argomento scottante del cambiamento climatico, ma alla luce degli eventi attuali lo spettro dello scetticismo potrebbe allargarsi ancor di più.

Le tensioni e le nuove guerre gettano nello sconforto l’uomo, che ancor di più si sente respinto da un mondo in eterna rivoluzione. Tuttavia nel romanzo non è solo il presente a macchiarsi di fosche tinte disperate, ma anche la lontana Civiltà del Bronzo, vittima di vicissitudini storiche inarrestabili. Anche i popoli antichi, come quelli contemporanei, hanno perso il senso del bello, la cui importanza figura in una conversazione chiave tra le due amiche.

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Quando l’uomo ha perso il senso del bello? L’amore una risposta

Eileen ed Alice si interrogano sul momento esatto in cui l’uomo attuale ha perduto il senso del bello. Non è un caso che alla parola “mondo” sia accostato questo aggettivo altrettanto importante. Convinte che non sia più possibile riacquistare la bellezza, scambiano opinioni su un valore per loro ormai morto, per nulla consapevoli della sorpresa che l’autrice riserva per loro. La loro eccessiva ricerca di un baricentro descrive perfettamente il valore di cui le generazioni di nuovi adulti sono prive: la spontaneità. In “Dove sei, mondo bello” i 4 personaggi inciampano sulle proprie paranoie, tenute segrete in favore di una facciata di perfetta compostezza o, in caso contrario, ostentata patologia.

Questo finché i loro atteggiamenti passivo-aggressivi non trovano sfogo per poi acquietarsi in una serena accettazione di essere finalmente prevedibili come tutti gli esseri umani. Ed è qui che l’amore sopraggiunge e chi legge tira un sospiro di sollievo. Sì, perché a lungo si potrebbe rimanere un po’ in pena per le due amiche e la loro complessità, soprattutto nelle dinamiche di coppia.

La presenza del sesso nel romanzo è insistita, ma non sembra avere nulla di sensuale e voluttuoso, dal momento che conosciamo davvero ogni singolo pensiero dei personaggi. Pertanto, in assenza di mistero, il sesso non è altro che uno dei rari momenti in cui Eileen e Alice si mostrano per come sono, ma con qualche piccola reticenza, che solo l’aggiunta del sentimento riesce a spazzare via. La componente amorosa non è di quelle che fa sussultare i cuori dei lettori sognanti, ma acquisisce ancor più significato in quanto conquista di una generazione in crisi perenne.

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