
“Due” è un romanzo di Irène Némirovsky pubblicato in Francia nel 1939. Attraverso le vicende dei vari personaggi, l’autrice compie un viaggio nel mondo dell’amore, partendo dall’elettrizzante entusiasmo che caratterizza l’inizio di ogni storia fino a giungere alla serenità rassicurante della vita coniugale che, spenta la passione, cammina sui tiepidi binari della pacifica convivenza. Il romanzo è ambientato in Francia. La Grande Guerra si è conclusa da poco e i protagonisti, giovani ed esuberanti, vogliono vivere esclusivamente il presente e godere dei piaceri della vita senza interrogarsi troppo sul futuro, consapevoli che tutto può cambiare e che nulla duri per sempre.
Antoine, Marianne, Dominique, Solange sono giovani, pensano ad amici e parenti portati via dalla guerra, sanno di non essere immortali e hanno fretta di vivere, di bruciare di passione, di lasciarsi andare ai piaceri dell’amore senza necessariamente progettare un futuro a due. Vogliono amare, e lo vogliono fare nella più completa libertà. Davanti ai loro occhi, la vita noiosa e abitudinaria dei genitori che, ormai avanti negli anni, senza stimoli, senza passione, conducono un’esistenza grigia e priva di slanci.
«Non hanno più nulla da dire” pensavano i ragazzi. “Non c’è più nulla al mondo, ormai, che riesca a stuzzicare il loro interesse. […] Che morte anticipata, la vecchiaia!»
‘Due’, una storia di incredibile attualità
Tra i protagonisti del romanzo, incontriamo le figure di Antoine e Marianne. Il loro rapporto, iniziato come relazione libera tra due amanti, si evolve e sfocia nel matrimonio, ed è qui che perde la sua intensità. Il desiderio di vedersi, di stare insieme si svuota di quella particolare gioia presente all’inizio. Appena sposati, i due giovani sono già annoiati e stanchi e rimpiangono l’ebbrezza triste e folle dell’amore, consapevoli di essere ormai né amanti e nemmeno ancora amici. Un limbo opprimente che porta i pensieri degli sposi ai tempi felici e spensierati del passato, contrapposti alle responsabilità del presente. Una famiglia comporta obblighi e impegno che non si possono considerare con superficialità. E allora l’animo è pervaso da uno strano senso di inquietudine, si pone tante domande, cerca la felicità ma stenta a trovarla nella quiete familiare.
Con una narrazione scorrevole e profondamente introspettiva, l’autrice sembra voglia invitarci alla riflessione. Gli stati d’animo vissuti dai protagonisti sono gli stessi che si impadroniscono di chiunque viva l’amore. I tempi non cambiano le vicende. Oggi come ieri c’è una continua battaglia tra il desiderio di essere liberi e la volontà di prendere per mano un uomo o una donna per percorrere un tratto di vita insieme, sperando sia il più lungo e il più felice possibile. Ma spesso, sono i brevi amori a riempire maggiormente un’intera esistenza. Amori vissuti nell’ombra, tra eterne attese e lunghe solitudini che regalano una felicità breve eppure intensa.
«Pensò a Evelyne e a se stessa. Invidiava la morte di Evelyne. Un amore breve e ardente a sufficienza da nutrire una vita e, alla fine, spegnerla, era un destino invidiabile.»
Irène Némirovsky indaga sulla vita a due, da un inizio pieno di passione al lento sbiadire dei sentimenti
Nel cammino a due, le personalità si fondono e quasi si confondono. Impercettibilmente, la vita unisce i coniugi tanto da farne un solo essere. L’uno e l’altro potevano combattersi, a tratti odiarsi, ma erano uno, come due fiumi che hanno confuso il loro corso. E mentre questo fiume scorre, ci si rende conto che l’amore, la passione, l’interesse sono sbiaditi. Se all’inizio tutto era alimentato da una sorta di fuoco ardente, negli anni più avanti subentra una specie di pudore. Se prima era la fiamma sempre accesa della passione ad alimentare il rapporto, dopo saranno la tenerezza e la saggezza a prendere il sopravvento. E la maturità porterà ad altre riflessioni, con la consapevolezza che ciò che unisce davvero non è una fiamma ardente e colma di emozioni forti, ma molto di più…
«La donna che ho amato di più non è questa, ma al momento di morire mi mancherà di più ciò che unisce noi due che la passione. La passione sembra un dono di Dio, “troppo bello per essere vero”. Sentiamo che ce la concede solo per un po’ di tempo, ma questo sentimento è nostro…conquistato con fatica, fatto crescere lentamente, distillato come un miele.»
In un abbraccio calmo e rassicurante, ogni fatica svanisce. Come la guerra, la passione finisce. Quel che resta, è la più bella e duratura delle vittorie.
Breve sinossi. ‘Due’ di Irène Némirovsky
Marianne e Antoine, due giovani scampati alla ferocia della Grande Guerra, ora vogliono solo godere di tutto quello che la vita ritrovata può offrire loro. Ma una quotidianità serena e gioiosa sembra non sia possibile neanche senza la guerra, perché uno dei due protagonisti comincia a farsi domande che chiamano subito riflessioni inquietanti. Perché dalla passione e dall’innamoramento del primo incontro si passa ai tormenti per divergenze futili, ai litigi, all’insofferenza reciproca? E quando tutto ciò si muterà nell’amicizia, nella comprensione profonda, nella sicurezza della solidarietà che resiste al tempo? Con “Due” Irène Némirovsky, attraverso una storia di sconcertante attualità, indaga sul matrimonio come esito naturale della vita a due, svolge e affronta dinamiche complesse con grande capacità di analisi e con una scrittura limpida che non dà spazio a sentimentalismi e consolazioni.