“Romanze senza parole” di Paul Verlaine – di cui si cita la poesia “I cavalli di legno” – è una raccolta che segna il punto più ato della poetica dell’artista. Fanno da culla alla creazione e alla stesura l’incontro con Arthur Rimbaud e il vagabondaggio per l’Europa con lui condiviso – Belgio e Inghilterra in particolare -. L’arte di Verlaine affonda le sue radici in un particolare clima di misera incertezza. È infatti l’anno 1872: la Francia sta vivendo l’inizio della III Repubblica, gli echi della rivoluzione del 1830 sono ormai sopiti, mentre pesano sul Paese la disfatta della guerra franco-prussiana del 1870 e il fallimento della Comune di Parigi.
Indice dei contenuti
“I cavalli di legno” di Verlaine in una dolce ninna nanna
La prima edizione della raccolta – datata 1874 – si articola in 17 poesie precedute da un saggio introduttivo con note scrupolose e seguita da una biografia finale. Di questa opera è di rara raffinatezza il quarto componimento “I cavalli di legno – Les chevaux de bois” di Verlaine. Fa parte della seconda sezione intitolata “Paesaggi belgi” all’interno di “Romanze senza parole”, in omaggio all’esperienza belga dei due poeti erranti.
“I cavalli di legno – Les chevaux de bois” – dalle “Romanze senza parole” di Verlaine – è composta da sette quartine in rima incrociata. Prende il titolo da una giostra evidentemente vista di persona dal poeta nel comune di San Gilles, nella periferia di Bruxelles. Fin dai primi versi è come se il lettore si tuffasse nella festosa atmosfera di una fiera in una piazza della città belga tra saltimbanchi, venditori di dolciumi e artisti di strada. Attraverso l’imperativo tournez, a inizio e a metà verso, il poeta cadenza il ritmo stesso della poesia sul galoppo leggero dei cavalli di legno.
«Tournez, tournez, bons chevaux de bois,
Tournez cent tours, tournez mille tours,
Tournez souvent et tournez toujours,
Tournez, tournez au son des hautbois»
Ritmo e melodia
E la melodia modulata dal suono della giostra non è altro che quello della poesia, le cui ripetizioni e le allitterazioni di suoni come la «t» e le assonanze in «o» – evidenti anche nello stile di Rimbaud – regalano sensazione di pesantezza, di tristezza e di rumore secco come quello di un meccanismo statico. Verlaine aggiunge armonia attraverso il ritmo binario che si evince nel parallelismo della costruzione sintattica. La ripetizione della stessa struttura, infatti, è evidenziata dall’antitesi nel verso: «Bien dans le ventre et mal dans la tête». Inoltre, fa sapiente l’uso delle consonanti doppie in molte parole come: «aller; bonne; mille; personne; commander» che ritmano ancor più la lettura.
Tutti questi strumenti linguistici contribuiscono a dare l’impressione del dondolio, che i bambini amano di queste giostre e che forse gradiscono fin dalla tenerissima età nelle loro culle o nei lettini. La poesia diventa così una sorta di ninna nanna infantile, il cui ritorno ipnotico degli stessi suoni mette a tacere le preoccupazioni, le paure e concilia il sonno.
Non è da trascurare l’influenza di Rimbaud sull’autore, che impregna tutto il testo e la raccolta “Romanze senza parole” nella ricerca quasi tecnicistica della rappresentazione dei suoni a dispetto della più tradizionale descrizione degli stessi. Troviamo in questo modo espressioni come «galops ronds», «au son du piston vainqueur», «au son des hautbois», «son joyeux des tambours».
Poesia panacea dell’arretratezza sociale e dell’amore infelice
Sotto il profilo del contenuto, le cavalcature di legno assurgono in chiave metaforica al concetto di poesia stessa, la cui funzione primaria – come del resto quella della giostra – è quella di regalare sollievo e felicità agli adulti come ai bambini. Non mancano però le stoccate alla retrograda società in cui è incastrato l’autore. Nel verso «Tandis qu’autour de tous vos tournois», la figura del cavallo rievoca quella degli antichi tornei – chiamati per l’appunto “giostre” – che ai tempi di Verlaine, così lontani dal Medioevo, non risultano altro che vuote rappresentazioni teatrali senza alcun eroismo o alcuna trascendenza amorosa. Essendo infatti rituali i duelli dei cavalieri, i partecipanti devono sottostare a mosse preordinate senza poter sfogare la loro reale passione e i loro sentimenti che, trascurati, si affievoliscono, disillusi, come quelli del poeta.
«Déjà voici que la nuit qui tombe
va réunir pigeon et colombe»
Così affida, beffardo, a un cavallo finto e imprigionato in una corsa circolare, la vana speranza di riunire una coppia che non sembra troppo collimare – trattasi infatti di un piccione e di una colomba – prima che sia troppo tardi, cioè prima che cali la notte come il sipario di un teatro…
“Romanze senza parole” di Paul Verlaine: analisi e lettura de “I cavalli di legno”
Tournez, tournez, bons chevaux de bois, Le gros soldat, la plus grosse bonne Tournez, tournez, chevaux de leur coeur, C’est ravissant comme ça vous soûle Tournez, tournez sans qu’il soit besoin Et dépêchez, chevaux de leur âme : Tournez, tournez ! le ciel en velours |
Girate, girate, bravi cavalli di legno, Il grosso soldato, la serva più grossa Girate, girate, cavalli del loro cuore, È sorprendente come ubriachi Girate, girate senza alcun bisogno e fate in fretta, cavalli dell’anima loro: Girate, girate! il cielo di velluto |
Autore: Marco Astegiano