Il cane di terracotta di Andrea Camilleri nel mito. Eros e Thanatos

"Il cane di terracotta" di Andrea Camilleri

“Il cane di terracotta” di Andrea Camilleri è un viaggio, trascina già dalla prima parola. Inghiotte come nelle sabbie mobili, lascia sospesi, ci si sente presi da una frenesia che spinge ad addentrarsi più profondamente nella trama, priva di buchi,  logica e che non lascia mai dubbi. In questa storia così magistralmente organizzata tra passato e presente, seguiamo il protagonista, il commissario Montalbano, in due indagini che lo tengono occupato: un caso di mafia e un caso altro, vecchio di 70 anni. Ed è quest’ultimo a destare di più la sua, e la nostra, curiosità.

“Il cane di terracotta” di Andrea Camilleri

In coda ad un delitto di mafia in cui l’assassinato ha fatto appena in tempo a rivelare i segreti della mafia al commissario, se ne trova un altro, più oscuro. Nella grotta dove la mafia nascondeva un piccolo arsenale, c’è una finta parete che nasconde i cadaveri due giovani amanti abbracciati, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. L’autopsia su quei poveri resti non aiuta a capire cosa è successo, e tutto ciò che Montalbano sa è che si tratta di un caso vecchio, il cui responsabile probabilmente è già morto. È passato troppo tempo, ricostruire i fatti è impossibile.

Qualsiasi altro poliziotto non ci avrebbe dato peso e si sarebbe concentrato sulle indagini più recenti, quelle che richiedevano maggiore attenzione. Ma Montalbano non è come gli altri, lui fa domande, si tormenta: il caso di quei due poveri sfortunati diventa un chiodo fisso che lui deve risolvere. Perché? È un capriccio, una voglia per sfuggire ad una  quotidianità fatta di casi che non stuzzicano la sua curiosità. Salvo Montalbano è come un bambino di fronte ad un puzzle a cui mancano dei pezzi e che deve trovare lui. La curiosità lo fa entrare in una caverna metaforica, luogo di passaggio tra la vita e la morte che ricalca la caverna in cui i corpi sono stati trovati.

La leggenda dei Sette dormienti

L’infaticabile commissario nella sua ricerca della verità trova vari indizi confusi, frammenti di una tragica storia d’amore, il cui ultimo testimone è un cane di terracotta, novello Cerbero, custode delle porte degli Inferi. Il cane di terracotta è il custode del loro sonno eterno. Un rimando alla storia leggendaria Sette dormienti è narrata principalmente nella “Legenda Aurea” di Jacopo da Varazze, che riprese le notizie fornite da Gregorio di Tours e da Paolo Diacono nella sua “Historia Langobardorum”.

Durante le persecuzioni cristiane nel 250, sette giovani cristiani di Efeso furono chiamati davanti ad un tribunale a causa della loro fede. Si rifiutarono di sacrificare agli idoli pagani e furono condannati a morte. All’ultimo furono rilasciati e per evitare nuovamente l’arresto si nascosero in una grotta sul monte Celion, dalla quale uno di essi, vestendosi da mendicante, andava e veniva per procurare il cibo. Scoperti dalle autorità che li stavano cercando, vennero murati vivi nella grotta che fino a quel momento era stata il loro rifugio. I sette giovani si addormentarono, in attesa della morte. Ma non morirono, invece sopravvissero per 200 anni, finché non vennero trovati da dei pastori e la comunità assistette al miracolo.

Eros e Thanatos si intrecciano in un destino funesto nella speranza della resurrezione

La speranza  giace nella volontà di chi ha nascosto i due cadaveri del caso Montalbano nelle viscere della terra per una futura rinascita. Gli sventurati amanti sono morti. Il Destino non gli ha permesso di vivere insieme il loro amor. Quello degli amanti sventurati è un topos letterario che ha radici antiche, e risale alla storia di Piramo e Tisbe, raccontata da Ovidio nelle “Metamorfosi”.

Eros e Thanatos, amore e morte, due facce della stessa medaglia, interscambiabili. Un amore per essere assoluto, per essere grande, deve avere in sé un sentore di mortalità, un presagio funesto. Tutte le grandi storie d’amore ce l’hanno. “Il cane di terracotta” di Andrea Camilleri non è solo un romanzo giallo, è romanzo d’amore. Una tragedia, un racconto storico, di cui la Sicilia, terra meravigliosa e disgraziata, è il palcoscenico. Camilleri ha regalato una storia indimenticabile che rimarrà a lungo nei cuori di chi lo legge.

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