“L’Amica Geniale” di Elena Ferrante, uno spiraglio di speranza

L'amica geniale, libro di Elena Ferrante

L’estenuante lotta per emergere dalla mediocrità, la paura che quella stessa faccia parte di noi, che ci ancori perennemente alle stato di cose attuale poiché intrinseca nelle nostre radici. “L’amica geniale” di Elena Ferrante ci racconta di una storia che va al di là della comune amicizia, uno spiraglio di speranza su una Napoli cupa e cinerea degli anni 50; la storia di Elena e Lila.

L’intensa amicizia di Elena e Lila

La serie dell'”Amica Geniale”, diretta da Saverio Costanzo, è stata per i primi mesi una chicca sulla bocca di molti italiani e non solo. Ambientata a Napoli, traspone al cinema il primo romanzo dell’omonima serie di Elena Ferrante. Narra, con un misto di ricordi e impressioni dai tratti quasi autobiografici, la tempestosa amicizia tra due bambine cresciute in uno dei più sommersi quartieri della città. La raccolta si articola principalmente in quattro libri. Ognuno riporta un periodo preciso della vita delle due ragazzine, in modo da guidare il lettore attraverso una crescita costante e, come accade anche nella realtà, involontaria e travolgente. Ma affrontiamo un interrogativo per volta.

Come mostrato dal titolo e dalla nuova versione della copertina del libro, le protagoniste sono proprio le due bimbe che, poste su uno sfondo oscuro, si affacciano a spiare dalla fessura di una vecchia porta legnosa. Ciò che sorge dunque spontaneo ad ogni lettore è chiedersi quale delle due sia proprio “L’Amica Geniale” di Elena Ferrante. Durante la lettura questo appare allo stesso tempo spontaneo e incerto. Nel romanzo difatti Elena a narra in prima persona e fin dal principio sembra porre la sua tanto ambita Lila sempre un passo avanti a sé.

«Qualcosa mi convinse, allora, che se fossi andata sempre dietro a lei, la sua andatura, il passo di mia madre avrebbe smesso di minacciarmi»

Con il passare degli anni, questo sentimento di stima e ammirazione viene portato fin quasi agli estremi, come se il destino dell’una viaggiasse parallelo a quello dell’altra. I tentativi di allontanamento, infatti, danno il via a una distorsione degli eventi, dei sentimenti, delle cose e perfino delle persone stesse.

“L’Amica Geniale” di Elena Ferrante. Il destino unisce tutti i personaggi

I personaggi all’interno de “L’Amica Geniale” di Elena Ferrante sono inizialmente elencati, come fossero dei riconoscimenti, accompagnati da una telegrafica descrizione. Ogni personaggio è collegato alla sua etichetta, a seconda di come e quanto perbene appaia agli occhi degli abitanti del “rione”. Questo metodo, apparentemente schematico e superficiale, ci mostra l’intera incarcerazione di un individuo nei suoi margini, che finiscono per ridursi all’opinione della società. Pensieri e sentimenti umani non hanno più importanza, vengono come incastrati a pennello in un dipinto di disperazione e ricchezza, aggiudicata attraverso la violenza, la corruzione e la borsa nera. Le due protagoniste sono abituate fin da piccole a concetti come morte o violenza, vivendo a stretto contatto con essi fino a considerarli la normalità.

In questo clima tossico di ristrettezze non trovano spazio sentimenti spontanei di affetto, amicizia o intelligenza. La priorità è lavorare fin da piccoli per sottrarsi dalla miseria sociale a cui si è destinati alla nascita. La piccola Lila mostra fin dai primi giorni di scuola caratteristiche fuori dal comune. Impara più velocemente di chiunque altro, prima ancora che le venga spiegato, rifugiandosi un atteggiamento di sfida, quasi di cattiveria, quando le viene chiesto da chi abbia imparato e alla sua risposta: “Io”.

L’amicizia come unico punto fisso della narrazione 

Le due bambine risaltano subito per la loro natura quasi agli antipodi. Elena è da tutti riconosciuta e considerata la più buona e volenterosa, Lila viene quasi evitata per la sua aria scostante e a volte crudele. La prima, pur essendo meno spigliata nello studio, riesce ad avere i soldi per continuare le medie. Lila invece è costretta a fermarsi al diploma di quinta elementare. La consapevolezza della livida realtà che le incatena ad ogni passo è forse tuttavia proprio ciò che le lega di più. Impera la volontà di voler sfuggire alle grinfie del mondo che le circonda, di quell’oscurità alle loro spalle.

Ed è qui che la storia dividerà per la prima volta le due piccole protagoniste de “L’Amica Geniale”. Le trascinerà verso differenti obbiettivi e stili di vita, divertendosi ora ad allontanarle, ora a tenerle vicine, ora trascinarle in bui momenti di tensione, ora a ripararle dentro increspature di breve serenità. Ogni avvenimento, ogni singola azione commessa, pare ripercuotersi non solo sulle loro vite, ma anche su quelle degli altri personaggi, che paiono perdere e riacquistare forma. In un crescendo di nuove esperienze e situazioni, sono sempre guidati da una sorta di Maestro Destino che riesce, in un modo o nell’altro, ad attrarre ogni cosa verso un sottile filo conduttore.

Ma ancora una volta, quando sembra che ogni pezzo sia ritornato al suo posto, ecco che la storia riprende a sterzare, a curvarsi su sé stessa e cancellare ogni presupposto ordinato. All’interno de “L’Amica Geniale” di Elena Ferrante ciò che rimane quasi inscalfibile è il legame tra le due ragazze. Univoco e ormai inalterabile, sembra definito fin dall’inizio, ma ribalta da un momento all’altro le convinzioni del lettore alla dichiarazione della giovane Lila: «Sei tu la mia amica geniale, Elena.»

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