“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman, un capolavoro in miniatura

"L'amico ritrovato" di Fred Uhlman

“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman è un romanzo in miniatura, scritto nel 1971 – anno in cui apparve negli Stati Uniti – ed edito in Italia da Feltrinelli.

Il capolavoro minore di Fred Uhlman

Così lo scrittore Arthur Koestler definì “L’amico ritrovato” quando, dopo averlo letto, scrisse all’autore del libro. Minore per le dimensioni ridotte dell’opera e perché scritto in tono minore, pieno di nostalgia. Il fulcro attorno al quale ruota la vicenda è l’amicizia. Un’amicizia straordinaria tra due ragazzi che frequentano la stessa scuola, nel 1933, in Germania, quando l’odore nauseabondo delle idee naziste comincia già a infestare l’aria. È in questo periodo, dunque, che si conoscono Hans Schwarz, figlio di un medico ebreo e Konradin von Hohenfels, di famiglia aristocratica.

«Non ricordo esattamente quando decisi che Konradin avrebbe dovuto diventare mio amico, ma non ebbi dubbi sul fatto che, prima o poi, lo sarebbe diventato.»

Hans ha un’idea molto romantica dell’amicizia ed è per questo che è solo. Nessuno risponde ai suoi ideali. Nessuno è mai riuscito a comprendere il suo bisogno di lealtà e di fiducia. Darebbe la vita per un amico che sia come lui desidera, ma non ne ha mai trovato uno che fosse all’altezza.

“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman. Un’amicizia che resiste al corso della storia

L’arrivo di Konradin, però, cambia le cose. L’aristocratico sedicenne ha tutte le qualità per piacere a Hans e quest’ultimo fa di tutto per attirare la sua attenzione. Quando finalmente le due anime si incontrano sulla strada dell’amicizia, «il quindici marzo – una data che non dimenticherò più -» per i due ragazzi inizia un cammino molto emozionante.

«Era una sera primaverile, dolce e fresca. I mandorli erano in fiore, i crochi avevano già fatto la loro comparsa, nel cielo – un cielo nordico in cui indugiava un tocco italiano – si mescolavano il blu pastello e il verde mare.»

Sembra che anche il creato si sia vestito a festa per onorare un momento così importante e per rendere il sigillo del patto d’amicizia eterno come solo un sentimento vero e corrisposto può essere.

«Davanti a me vidi Hohenfels; pareva esitare come se fosse in attesa di qualcuno. […] Si voltò e mi sorrise. Poi con un gesto stranamente goffo ed impreciso, mi strinse la mano tremante. “Ciao, Hans,” mi disse e io all’improvviso mi resi conto con un misto di gioia, sollievo e stupore che era timido come me e, come me, bisognoso di amicizia.»

Hans e Konradin trascorrono mesi felici e spensierati. Divenuti inseparabili, passano il loro tempo a parlare, a confrontarsi, esplorando la natura circostante e declamando i versi della poesia preferita. Nulla sembra turbare il loro piccolo ed entusiasmante mondo. Presto, però, le cose cambiano. La situazione politica in Germania si fa pesante e vengono promulgate le leggi razziali.  Hans è ebreo. La famiglia von Hohenfels è filo nazista e Konradin sceglierà di seguirne le ideologie. La Storia mette così a dura prova il rapporto d’amicizia tra i due sedicenni, che si incrina irrimediabilmente e che, solo alla fine, risorgerà.

Trascorsi trent’anni, infatti, Hans avrà la possibilità di restituire a quell’amicizia che aveva considerato immortale, la sua giusta collocazione nell’eternità. Konradin, con un gesto inimmaginabile di cui Hans verrà a conoscenza, riuscirà a riconquistare la fiducia dell’amico anche se oltre i limiti terreni. Sarà così che diventerà, per il suo Hans, “l’amico ritrovato”.

Il calvario del nazismo attraverso gli occhi di due amici

Attraverso la narrazione in prima persona, quasi un diario-confessione, Fred Uhlman sembra prenderci per mano e condurci nelle pieghe più intime dell’animo dei due protagonisti, uniti dal meraviglioso sentimento dell’amicizia. Un rapporto che prova a resistere ai venti malvagi dell’ideologia nazista che, subdola, si insinua sotto pelle sporcando la bellezza di una storia nata per durare per sempre e che costringe i due ragazzi a fare scelte opposte che li porteranno a dividersi. La delusione e il dolore peseranno come un macigno sul cuore di Hans, anche a distanza di anni.

«Le mie ferite non si sono ancora rimarginate e, ogni volta che ripenso alla Germania, è come se venissero sfregate con il sale.»

Solo la scoperta finale di quello che è stato, aiuterà Hans a far riemergere il buono dell’antica amicizia. Un piccolo romanzo che, inevitabilmente, ci fa riflettere sui valori fondamentali della vita, sulle ingiustizie e sugli ideali da difendere. Un racconto che ci permette di indagare i nostri animi, chiedendoci che cosa saremmo veramente disposti a fare per un amico. Una storia emozionante e commovente, breve ma intensa che, come tante altre, ci ricorda gli orrori che molti ancora negano. Un piccolo libro che, come pochi altri, sfiora quegli orrori quasi con delicatezza, attraverso il commovente ricordo di un ragazzo, ormai uomo, che ritrova, nel gesto inaspettato dell’amico, la pace al suo dolore e la conferma di quello che fu.

Breve sinossi

Germania, 1933. Due sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Riuscirà a non essere spezzata dalla Storia? Racconto di straordinaria finezza e suggestione, “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in tutto il mondo con unanime, travolgente successo di pubblico e critica.

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