
Andrea Camilleri, probabilmente uno dei maggiori scrittori italiani degli ultimi tempi ha riscontrato il maggiore successo relativamente tardi, intorno ai 70 anni, nonostante avesse pubblicato diversi romanzi già nei primi anni ottanta. Dal primo romanzo del commissario Montalbano apparso nel 1994, non si è più fermato, ed ogni anno sono stati pubblicati numerosi titoli venuti fuori dalla sue verve creativa. Si configura così come un bellissimo esempio di uomo che di fronte la vecchiaia incalzante diventa artisticamente più giovane, curioso ed attivo non fermandosi nemmeno di fronte ad un temibile ostacolo: la cecità. “La rete di protezione” di Andrea Camilleri, edito da Sellerio nel 2017, è il primo romanzo della serie del commissario Montalbano ad essere stato dettato a voce dall’autore, invece di essere scritto di suo proprio pugno, proprio a causa dei problemi alla vista che lo hanno colpito durante gli ultimi anni della sua vita.
“La rete di protezione” di Andrea Camilleri
Il romanzo si muove su una doppia trama, espediente spesso utilizzato nei suoi libri. Il comune siciliano di Vigata fa da sfondo agli eventi. All’interno del libro viene proiettata negli anni ’50 in seguito all’arrivo di una troupe svedese che ha deciso di girare lì una fiction in costume. Per l’occasione è stato anche chiesto ai vigatesi di reperire eventuali filmini superotto contenenti immagini relative agli anni ’50 per poter ricostruire dettagliatamente quel periodo.
Anche l’impiegato comunale Ernesto Sabatello cerca i filmini, ma nel farlo si rivolge al commissario ed ecco che ci si imbatte in un mistero del passato da risolvere. Le indagini che riguardano il passato non sono certo nuove per Montalbano. Il precedente più importante si ha senza dubbio con “Il cane di terracotta”, probabilmente uno dei più bei casi. L’immersione nel passato è sempre elemento piuttosto affascinante nei romanzi di Camilleri, ma “La rete di protezione” è importante soprattutto per le tematiche relative al mondo giovanile.
Il mistero è un pretesto per analizzare la contemporaneità
Lo scrittore ha sempre posto particolare attenzione nei confronti dei tanti problemi di attualità, quali la mafia, l’immigrazione o ancora il traffico d’organi dei bambini. Non poteva mancare la piaga del bullismo, purtroppo presente in tante realtà scolastiche e particolarmente accentuata negli ultimi anni dall’utilizzo di internet. Di conseguenza analizza anche il complesso rapporto che i giovani instaurano con la rete. Lo fa sicuramente in modo leggero ed ironico, ma riesce a cogliere appieno i problemi dei ragazzi di oggi. I giovani comunicano poco con gli adulti, che del resto non riescono nemmeno a comprendere il loro linguaggio. Se ne lamenta il vice commissario Augello che ammette di non riuscire a capire cosa passi nella mente del figlio. Lo stesso Montalbano non sa in che modo potersi approcciare con loro in merito all’indagine da svolgere.
Il problema non è soltanto l’estraniamento dagli adulti, ma anche dai loro stessi coetanei. Sebbene possano trovarsi in gruppo in realtà sono soli, perché concentrati esclusivamente sugli schermi del loro smarthphone. Probabilmente conoscono tutto di coloro che vivono al di là dello schermo, ma non parlano affatto con le persone che li circondano. Significative a tal proposito le ultime righe dell’undicesimo capitolo del romanzo.
«Com’era possibili che l’era della comunicazione globale, che l’era indove tutte le frontiere culturali, linguistiche, geografiche ed economiche erano state scancellate dalla terra, che questo spazio immenso avissi provocato ‘na moltitudini di solitudini, ‘n’infinità di solitudini ‘n comunicazioni tra di loro, si, ma sempre in assoluta solitudini?»
Lo schermo del telefono come scudo dalla realtà
I ragazzi cercano nello schermo una sorta di protezione per affrontare la realtà materiale e ciò vale anche per chi è continuamente vittima di bullismo. Non a caso anche Luigino Sciarabba si rivolge alla rete per avere protezione, giustizia e vendetta verso chi si prende gioco di lui, ma rischia di innescare una tragedia. Il libro è abbastanza interessante e scorrevole, nonostante la trama non sia completamente lineare a causa dell’indagine parallela che richiama il passato in causa, ma probabilmente il fascino del testo risiede proprio in questo. Inoltre sempre perfette e gradevoli le descrizioni degli ambienti e i ritratti psicologici dei personaggi, compresi i giovanissimi. Nonostante la cecità, Andrea Camilleri coglieva nitidamente il disagio dei giovani d’oggi e ha saputo ben descriverlo nonostante l’età che lo separava da loro. Un grande artista è tale sempre in qualunque circostanza e indipendentemente dall’età.