“La verità sul caso Harry Quebert” di Joël Dicker è un giallo avvincente, ricco di colpi di scena e con una trama che si snoda in un continuo intrecciarsi di flashback e false piste. L’ordine dei capitoli è infatti al contrario: l’ultimo che leggete è quello numerato con l’I, perché la storia parte dalla fine e va a ritroso nel tempo.
Il romanzo ha riscosso un grande successo in tutto il mondo con 33 traduzioni linguistiche e il premio Grand Prix du romane de l’Academie francaise.
Breve sinossi
La vicenda ha inizio nella Manhattan del 2008, alla vigilia delle Elezioni presidenziali che videro come vincitore Barack Obama. A narrare la storia è Marcus Goldman, un giovane scrittore che dopo il successo del suo primo libro sta attraversando un “blocco”. Il giovane decide di rivolgersi al suo amico, scrittore e professore universitario Harry Quebert per farsi consigliare.
Ma è proprio a questo punto della storia che accade l’inaspettato. Dopo trent’anni viene ritrovato dalla polizia, nel giardino di Harry, il corpo della 15cenne Nola Kellergan, scomparsa misteriosamente nella notte del 30 agosto 1975. Harry Quebert, uno degli scrittori più amati d’America, diventa all’improvviso un pedofilo assassino e unico indiziato della morte della ragazza. Marcus, convinto dell’innocenza di Harry, decide di indagare per salvare la reputazione del suo unico vero amico. Ma tutto ciò lo porterà a confrontarsi con diverse e scomode verità che lo portano a vincere il suo blocco dello scrittore dando alle stampe un libro che racconterà «la verità sul caso Harry Quebert».
Da questo momento la storia narra due tempi differenti: il presente dell’autore e quello del 1975. Due tempi che si susseguono freneticamente ma che in realtà sembrano sospesi alla ricerca della verità. Una sospensione che, accompagnata da una rievocazione delle magiche atmosfere del New England, con le sue graziose casette di legno circondate da boschi, laghi, fattorie immerse in un’atmosfera di serenità e piccoli agglomerati urbani, in grande percentuale in stile vittoriano, richiamano alla mente le opere di Edward Hopper. “Portrait of Orleans” apre infatti l’immagine di copertina del libro di Dicker.
«Harry, se dovessi salvare solo una delle tue lezioni, quale sceglieresti? Salverei l’importanza di saper cadere. La vita è una lunga caduta, Marcus. La cosa più importante è saper cadere.»
“La verità sul caso Harry Quebert” di Joël Dicker. Un giallo a cavallo tra passato e presente
«Harry, come si fa a sapere quando un libro è finito? I libri sono come la vita, Marcus. Non finiscono mai del tutto.»
Essendo trascorsi 30 anni, alcuni dei presenti all’epoca dei fatti sono deceduti, altri invecchiati, ma nonostante ciò l’autore riesce a farceli conoscere in tutti i loro aspetti. Ognuno dei personaggi sembra avere qualcosa da nascondere e, nella piccola cittadina di Aurora, la vita non è più la stessa. Tanti i personaggi che entrano a far parte della storia. La trama approfondisce in modo molto credibile le storie dei personaggi. Più che continue e clamorose rivelazioni ci sono spostamenti nel punto di vista.
“La verità sul caso Harry Quebert” è un perfetto esempio di meta-letteratura, un libro nel libro. Leggendo si è catapultati in una storia dove ciò che è reale sembra non esserlo e viceversa. Quando Marcus decide di scrivere il suo secondo libro raccontando dell’indagine sul caso Kellergan, apre ogni capitolo con un consiglio di scrittura o di vita. Sono i consigli tramandati da maestro a allievo, ma anche consigli tra due amici di vecchia data.
«Gli uomini che ammiro di più nella nostra società, Marcus, sono quelli che costruiscono ponti, grattacieli e imperi. Ma, in realtà, i più coraggiosi e ammirevoli sono quelli che riescono a costruire l’amore. Perché non esiste impresa più grande e più difficile.»
“La verità sul caso Harry Quebert”, il film nato dal romanzo
“La verità sul caso Harry Quebert” è anche una fiction diretta da Jean-Jacques Annaud tratta dall’omonimo libro dello scrittore svizzero Joël Dicker.
In seguito al successo editoriale, da “La verità sul caso Harry Quebert” di Joël Dicker è stata realizzata anche la mini serie tv di altrettanta fortuna. La narrazione riprende quasi del tutto l’impostazione del libro. Partendo a ritroso, come nel libro, la storia inizia dal duplice omicidio avvenuto nella notte del 30 agosto 1975. Anche le due narrazioni\linee temporali si ripetono in un continuo intrecciarsi di flashback, proprio come avviene nel testo. Le scene sono mostrate più volte, ma con finali o particolari differenti, così che il pubblico rivive la scena con alcuni elementi modificati.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, la rappresentazione cinematografica non diventa mai cruda, ma mantiene comunque altissimi i livelli di attenzione. Alcune parti dei dialoghi rimangono le stesse, così come gli ambienti e i personaggi rispecchiano l’immagine mentale che i lettori si erano creati.
Il continuo rimbalzo tra passato e presente è evidenziato dalla data inserita in sovrimpressione. Mentre meno frequenti appaiono le preziose citazioni di Harry che nel libro sono presenti ad ogni inizio capitolo. Inoltre viene utilizzato l’espediente della fotografia, che si avvale di una saturazione sui toni caldi quando si mostra il passato di Harry, felice insieme a Nola, e di colori freddi quando invece si tratta del presente.
Il protagonista di Harry Quebert è lo scrittore Patrick Dempsey, dapprima emblema dell’uomo di successo popolare e amato da tutti, viene colpito da una luce diversa diventando d’un tratto un molestatore di minori. Ben Schnetzer interpreta il giovane scrittore Marcus Goldman. Kristine Froseth è Nola Kellergan, giovane e mistica, mentre Damon Wayans Jr. è Perry Gahalowood.
Ogni personaggio ha il proprio fardello, ma trova la maniera e la capacità di dare voce ai propri fardelli. Esporsi significa anche imparare a cadere, a riconoscere le proprie disfatte. Ancora una volta, Dicker costruisce tramite le parole (trasposte poi in immagini) un quadro dell’umanità, ben lontana dalla perfezione. Afflitta da pensieri che corrodono dentro.
“La verità sul caso Harry Quebert” di Joël Dicker. Una storia vera?
Il romanzo si distingue per la dovizia di particolari e il vivido realismo degli eventi, che ha portato molti a credere si trattasse di una storia vera pur essendo in realtà frutto di immaginazione. Dal racconto il romanziere ha tratto anche un volume spin off intitolato “Il libro dei Baltimore”.