
“L’ineffabile sapore della dignità” è il nuovo scorrevole romanzo di Anna Giancontieri Mele. Sfogliando le pagine del libro il procedere degli avvenimenti appare statico, ma la sua forza sta nel modo dettagliato in cui si analizzano i pensieri, le emozioni e le convinzioni dei personaggi principali. La calma narrativa è apparente in quanto destinata ad essere ampiamente scossa nel finale. Si notano subito due livelli di narrazione diversi. Quello principale racconta i fatti cardine della storia, il secondo, più breve ed interno al primo, è relativo alla corrispondenza tra i due protagonisti. Le descrizioni dei paesaggi siciliano e ligure, scenario principale dei fatti narrati, risultano molto accurati e invoglianti.
«Credo che la dignità sia un valore intrinseco dell’esistenza umana, che ogni uomo possiede e di cui non può sentirne, prima o dopo, il sapore» – Anna Giancontieri Mele
“L’ineffabile sapore della dignità” combatte i pregiudizi di genere sull’omosessualità
L’orientamento sessuale e le scelte di vita in tal senso del protagonista vengono osteggiate dalle figure genitoriali, rappresentanti dell’opinione dominante sociale. La forte pressione dello status di massa è il punto di critica maggiore all’interno del romanzo. Si affrontano temi delicati e molto attuali come l’omosessualità e la transizione di genere in contrasto ad una società che intorno resta statica e arroccata sempre sugli stessi steriotipi e convinzioni.
Questo danneggia inevitabilmente il benessere fisico e psichico dei convolti ma, invece di esorta al cambiamento e all’evoluzione, ha una reazione totalmente opposta. La società descritta nel romanzo consolida ancora di più il proprio giudizio arrivando anche ad esiliare e a disconoscere l’oggetto “critico”, il personaggio che lotta contro le vecchie credenze.
«Mi sono sentita estranea nel mio corpo prima dell’intervento: perseguitata in Italia anche dopo l’intervento per via dei pregiudizi; mi sento estranea qui in Argentina, dove sono nata e ho trascorso i primi venti anni della mia vita, poiché mio padre continua a chiamarmi Mario.»
I confini chiusi della società: la questione di classe e la Sicilia
La lotta agli schemi sociali prosegue su più livelli ne “L’ineffabile sapore della dignità”. Si può infatti ritrovare la critica ad altri pregiudizi anche in un rapporto padre-figlio descritto nel romanzo. In questo caso le aspirazioni o il consolidamento della classe sociale sono il motivo di crisi. Non si accetta quindi una disparità culturale e la si vede come un ostacolo, piuttosto che un arricchimento vicendevole.
Non solo, ma spostando l’analisi su un piano più vasto, ritorna il luogo comune della Sicilia mafiosa. Addirittura la scrittrice tira in causa, attraverso i suoi personaggi, grandi personaggi e riformatori siciliani, esaltandone il valore culturale e le doti. Viene così riscattata con orgoglio l’identità di un popolo stanco di vedersi scimmiottato sempre nello stesso modo. “L’ineffabile sapore della dignità” è quindi il libro giusto da leggere per riflettere su questioni importanti e spinose che affliggono la nostra società, in modo piacevole, scorrevole ma tanto profondo.
La corrispondenza letteraria
La corrispondenza tra i due protagonisti del racconto è moderna in quanto avviene tramite internet, ma possiede il garbo e la delicatezza di una corrispondenza cartacea d’altri tempi. C’è una forte simpatia tra i due, ma non vengono mai utilizzati termini, frasi o allusioni spinte. Queste mail determinano però una prima rottura dei rigidi schemi sociali, segno e speranza che le convinzioni possono sempre mutare.
«Dopo una vita di rigore, regole, schemi in cui volutamente avevo costretto il mio io, lasciare che gli eventi prendessero un proprio corso non mi impensieriva.»
La posta elettronica apre una piccola finestra sul mondo della scrittura. I due si scambieranno spesso componimenti di proprio pugno che nei toni, negli argomenti e nelle tecniche adoperate mostrano come i due stili siano antitetici, segno di due modi diversi di intendere la letteratura.
«Non si può pensare, tuttavia, che ogni azione che scalfisca la dignità di una persona sia irreversibile, che non ci sia un momento per una via d’uscita per lui, una presa di coscienza, un pentimento, un desiderio di perdono che possano condurlo alla via della salvezza» – Anna Giancontieri Mele
È stato veramente un piacere poter leggere e recensire il romanzo, nella sua semplicità è in grado di far riflettere in profondità.
Grazie, grazie veramente di cuore per la bella recensione. Susanna