“Meraviglie lontane” di Chantel Acevedo: equilibrio di evasione e politica

“Meraviglie lontane” di Chantel Acevedo narra le vicende di tre generazioni di una famiglia cubana. Come nelle migliori epopee, che tengono avvinti gli occhi e i cuori di chi legge, anche in “Meraviglie lontane” la Storia allunga i tentacoli e si stringe a fatti privati.

“Meraviglie lontane” sfrutta espedienti letterari per un duplice fine

La vicenda ha un inizio tutto boccacciano. Siamo a Cuba nel 1963, e un uragano è in procinto di abbattersi sull’isola per spazzare via il più possibile. Perciò, un gruppo di donne sconosciute (scelta alquanto significativa, come se tutto il suolo dell’isola si fosse svuotato di uomini, tranne che per la breve apparizione di un insensibile soldato) viene condotto malvolentieri nei piani alti della solida Casa Velázquez a Santiago di Cuba. Impossibilitate ad uscire e spaventate, accoglieranno di buon grado l’offerta di una di loro, Maria Sirena, ad ascoltare la sua storia.

Una piccola variazione sulla traccia del Decameron, visto che le storie delle altre donne, seppur presenti, non avranno uno spazio predominante come quelle di chi, a tutti gli effetti, è la protagonista del romanzo. La donna, lectora di professione ed esperta cantastorie, terrà alta l’attenzione di tutte in ogni passaggio della narrazione, allo scopo di intrattenerle.

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Come una novella Shahrazād: l’intreccio tra storie e politica attuale

Come una novella Shahrazād – parallelo supportato anche dall’autrice che strizza l’occhio a chi legge – incastona una storia dentro un’altra per poter distrarle, appassionarle e confortarle contro la violenza inarrestabile della natura. Quello del racconto nel racconto è un trucco antico e sempre valido, che viene relegato nelle pagine della letteratura d’evasione. Tuttavia, non di soli espedienti letterari si riempie il romanzo di Acevedo.

Innanzitutto, l’intreccio delle vicende storiche con quelle personali non caratterizza solo la letteratura delle gesta eroiche, ma anche quella impegnata. E poco importa che i fatti storici siano passati e si muovano tra l’anno dell’Indipendenza Cubana (1898) e quelli della Guerra Fredda: non si rievocano ancora oggi quegli stessi anni, forse?

Non viene paragonata la crisi dei missili a quella nucleare odierna? Tra l’altro, il romanzo è datato 2014, nel pieno degli anni in cui l’isola caraibica ha assistito ai primi “scongelamenti” con gli USA per poi, nel 2021, ribellarsi massicciamente per le sanzioni americane che ancora la mettono in ginocchio. Dunque, nulla di più evocativo ed attuale. A supporto di ciò, sopraggiunge la spiegazione del titolo, la quale è inserita nel romanzo stesso:

Un giorno ripenserai a questo momento e a tutto quello che hai patito in questa guerra come a una serie di meraviglie lontane, e il ricordo ti farà male solo un po’.  

La triade nella narrazione di Chantel Acevedov

Raccontare i fatti nazionali accavallati a quelli privati e personali è sia un meccanismo di conservazione della memoria sia un modo per esorcizzare e metabolizzare. Con ciò, non si può di certo negare il primo e più forte impatto che una narrazione costruita in tal modo ha su chi la legge.

Cuba

Non si può, dunque, far a meno di trarre piacere dalla lettura di mondi passati e gesta appassionate, né di parteggiare per Cuba libera e i suoi abitanti, protagonisti delle vicende. In qualunque caso, ci penserà la vivida e trascinante scrittura di Chantel Acevedo a inserire qua e là reali riferimenti alla storia patria, anche a costo di renderli parte integrante del romanzo, come accade alla figura del poeta rivoluzionario José Martí.

[So] che non esiste un posto sicuro, un corpo che alla fine non si ammali, una via di fuga dalla morte o un riparto certo dalla tempesta. Ma anche che l’amore, nella sua pienezza, è a sua volta una specie di vorticante tempesta, e nell’occhio di questo ciclone c’è quiete, consolazione e pace.

Famiglia e Patria

Accanto alle cronache nazionali campeggia, ovviamente, come in ogni epopea, il tema della famiglia. Beninteso: patria e famiglia non sono slogan e proclami, nient’affatto. Qui sono fonti di energia per chi non ha un posto nel mondo, per chi è stato raggirato dai potenti ed è stato schiaffeggiato dalla vita. Senza una connessione, nazionale e familiare, la protagonista e gli altri personaggi non troverebbero ragioni nella loro esistenza e nelle azioni scellerate e avventate in cui hanno creduto. Niente a che vedere con il conservatorismo stolido e piatto: qui c’è vera rivoluzione, che parla di radici ma accetta i cambiamenti del tempo, rievoca il passato ma non difetta di futura speranza. La vera differenza la fa una forza speciale e per pochi: l’amore, inteso come sacrificio e passione.

La morte

Come gran parte della letteratura di un certo tipo, non manca un altro fondamentale tassello che la caratterizza: la morte e il rapporto con essa e con gli antenati defunti. Il romanzo è disseminato di morte, sia nei momenti salienti delle battaglie sia quando la narrazione torna al presente. Innegabilmente è il pensiero costante di Maria Sirena, un’anziana nostalgica che non teme la propria morte. Semmai, ne teme una di un altro tipo, quella, cioè, della storia della sua famiglia. Per questo si fa convincere a raccontarla, a dispetto di tutto. A dispetto degli errori e delle sofferenze, persino a dispetto della rievocazione di fantasmi e spiriti del passato con i quali ha ancora un legame quotidiano, fatto di parole e sogni.

La scrittura usa i sensi e le emozioni

E questi potrebbero essere i termini caratterizzanti del libro, che è davvero composto di parole – si pensi alla necessità della protagonista di narrare e a quelle delle ascoltatrici di distrarsi – e di sogni, cioè di una componente magica, inspiegabile. La magia ricorre nell’origine del nome della protagonista principale, nei bagliori delle coincidenze che la salvano di contro alla crudezza della realtà che l’atterra e l’avvince. La componente fantastica si nota soprattutto nell’apparizione di creature mitologiche e nell’uso di un certo tipo di linguaggio, sempre fisico, con «i sensi all’erta», come direbbe Maria Sirena.

Mi arrivò alle narici odore di zolfo, dovuto alle latrine esterne che tracimavano. Sciaguattai nel buio, tra densi rivoli che rimestavano altri fetori. Qua e là il penetrante strillo di un neonato mi faceva trasalire.

Al di là di alcuni momenti di vaghezza narrativa, che si possono perdonare se si pensa all’ingente mole di dettagli che molto più spesso vengono precisati, la scrittura di Chantel Acevedo è tutta sensi e corporeità. Fa un uso spontaneo delle passioni umane, che non appaiono forzate. Anzi, permettono alla narrazione di raggiungere punte di toccante emotività e coinvolgimento, che inumidiscono gli occhi di chi legge e creano un perfetto equilibrio con certi passaggi iperdescrittivi, favorendo l’idea di una lettura tanto sentimentale quanto impegnata.

Meraviglie lontane
Meraviglie lontane di Chantel Acevedo

"Meraviglie lontane" di Chantel Acevedo narra le vicende di tre generazioni di una famiglia cubana. Come nelle migliori epopee, che tengono avvinti gli occhi e i cuori di chi legge, anche in "Meraviglie lontane" la Storia allunga i tentacoli e si stringe a fatti privati.

URL: https://www.edizionieo.it/book/9788866324836/meraviglie-lontane

Autore: Chantel Acevedo

Autore: Edizioni E/O

ISBN: 9788866324836

Formato: https://schema.org/Paperback

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