“Persone normali” è un romanzo di Sally Rooney pubblicato nel 2018. Il suo talento ed il fatto che sia davvero uno strano caso di prodigio letterario sono elementi di naturale curiosità per chi legge. Ma oltre al nome altisonante dell’autrice, ad attirare l’attenzione sono le lodi riservate al libro da Annalena Benini.
Un grande romanzo su tutto ciò che abbiamo: gli esseri umani che si cercano, e si perdono. – Annalena Benini
Una descrizione semplice, certo, ma veritiera e che aiuta chi legge a superare il “blocco” che, talvolta, si potrebbe avvertire di fronte ad un prodotto letterario come quello di Rooney. L’autrice non fa altro che ritrarre la generazione millennial, ma lo fa in modo disarmante. Con lei la regola narrativa Show, don’t tell – cioè quella di mostrare i fatti così come avverrebbero nella vita reale, con naturalezza, senza spiegarli verbosamente – si rimpasta in formule sempre diverse. A volte spiega ogni singolo movimento o gesto dei personaggi, ne cattura anche i sentimenti, li serve al lettore su un piatto d’argento e glieli decifra; altre, invece, lascia sottintesi e tiene le frasi smorzate per non esporre troppo i passaggi narrativi; altre ancora riempie le pagine di eventi e di pensieri ma senza comunicare alcunché di pregnante. E ciò potrebbe essere frustrante e potrebbe rendere i personaggi lontani, spesso inavvicinabili. Tuttavia, l’incomprensibilità degli intenti dell’autrice, che potrebbe derivare da questa tecnica letteraria, è l’apice del ritratto imparziale della generazione millennial.
Il ritratto imparziale dei millennials in Sally Rooney
Tutti i personaggi dei suoi romanzi – finora, all’attivo, tre – sono 20enni e 30enni che si ritrovano ad interagire tra loro e a scambiarsi impressioni ed opinioni su temi caldi, ma quasi mai sui loro sentimenti. Questo accade anche in “Persone normali”, in cui Marianne e Connell, nonostante si conoscano da anni e abbiano una relazione intima, preferiscono parlare di capitalismo e crisi politiche piuttosto che mettersi davvero a nudo. È forse per questo che i dialoghi possono sembrare forzati o artefatti, ma non è una posa quella che Rooney assume: decide di scrivere dialoghi di questo tipo perché molti dei millennials si riparano dietro un ruolo, un’ideologia piuttosto che vivere le relazioni in modo spontaneo.
Tuttavia, Marianne e Connell sono molto intimi e fisici tra di loro, lasciano parlare i gesti e i corpi al posto delle parole. Il lettore sa a cosa stanno pensando, poiché il narratore è onnisciente e dialoga con chi legge in modo costante e affidabile, non lo fa deviare né immaginare scenari sottintesi. Il focus diretto sulle riflessioni dei due protagonisti li rende speciali nella loro ordinarietà, nel loro essere così uguali ai loro coetanei e, però, nel sentirsi tanto unici. Unici nelle loro sofferenze, nelle idee che hanno di sé e degli altri, tanto da creare dei contrasti con il mondo circostante – per esempio con il personaggio di Helen, che è l’antitesi di Marianne – e perfino tra loro. I due protagonisti sono talvolta vicini, ma ancor più spesso si sfiorano senza toccarsi o si allontanano bruscamente, incapaci di esprimersi.
Per un attimo sono rimasti lì in silenzio, lui con le braccia intorno a lei, a respirarle sull’orecchio. La maggior parte della gente, ha pensato Marianne, vive un’intera vita senza mai sentirsi così vicina a qualcuno.
Il ruolo di Marianne in “Persone normali”
Il personaggio di Marianne, come tutti quelli femminili in Sally Rooney, ha un ruolo preminente rispetto a quello di Connell. La sua preminenza emerge soprattutto in alcune tematiche interessanti ed autentiche che Rooney solleva e che inducono chi legge a vere considerazioni: conflitti di genere, violenza sulle donne e argomenti politici che, però, non la rendono attiva, semmai una teorica del buon senso e di ciò che è giusto. I protagonisti sono genuinamente contraddittori e ritraggono, di fatto, un’intera generazione di pose e slogan. Al contempo, però, tramite Marianne propone tematiche come il disprezzo per se stessi e per il proprio corpo, l’inadeguatezza e il conflitto, sia tra generazioni sia con i coetanei.
Le donne di Sally Rooney sono anti-eroine, scomposte e confuse che, però, si impegnano in un’autoanalisi continua. E più si analizzano più si fanno complesse. Si allontanano dagli altri per poi riavvicinarsi, in cerca di un equilibrio nei rapporti umani e nelle proprie vite. Comprendere così tanto della protagonista femminile di “Persone normali” è possibile grazie ad una narrazione intima, fatta di frasi brevi e spezzate, ed introspettiva, forse troppo a volte, fino ad un’esasperazione dell’arrovellamento mentale. Nonostante ciò, anzi, talvolta proprio perché capiti che parli senza dire granché, la scrittura di Sally Rooney è particolare nella letteratura di genere relazionale.
Voto: 4 stelle su 5.
Persone normali

"Persone normali" è un romanzo di Sally Rooney pubblicato nel 2018. Il suo talento ed il fatto che sia davvero uno strano caso di prodigio letterario sono elementi di naturale curiosità per chi legge. Ma oltre al nome altisonante dell'autrice, ad attirare l'attenzione sono le lodi riservate al libro da Annalena Benini.
URL: https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-di-lingua-inglese/persone-normali-sally-rooney-9788806241315/
Autore: Sally Rooney
Autore: Einaudi Editore
ISBN: 9788806241315
Formato: https://schema.org/Paperback