
“Picninc a Hanging Rock” è un romanzo di Joan Lindsay edito in Italia da Sellerio editore. È stato un caso venire a conoscenza dell’esistenza di questo libro, che ha provocato in me una strana curiosità nel volerlo assolutamente leggere.
La vicenda inizia il 14 febbraio del 1900, «una splendida mattina d’estate, calda e quieta, con le cicale che durante tutta la colazione stridevano tra i nespoli davanti alle finestre della sala da pranzo e le api che ronzavano sopra le viole del pensiero lungo il viale». Quella mattina, dunque, l’esclusivo Appleyard College decide di organizzare un picnic al quale partecipano le ragazze ospiti dello stesso, accompagnate da due insegnanti.
Quella che doveva essere una sana giornata all’aria aperta però, lontana dalle asfissianti e costrittive mura dell’istituto dove tutto è sotto il controllo della severa direttrice, la signora Appleyard appunto, si trasforma ben presto in tragedia. Tre delle ragazze partecipanti al picnic e un’insegnante svaniscono nel nulla. Solo una delle allieve verrà ritrovata in seguito grazie all’iniziativa privata di un giovanotto in vacanza presso i ricchi zii. Della triste vicenda, però, la ragazza non ricorderà mai nulla e non potrà essere d’aiuto nella risoluzione del mistero.
Perché è chiaro che di mistero si tratti
Cosa è successo quel drammatico giorno? Dove sono finite le ragazze e l’insegnante? Qualcuno le ha rapite? Sono state uccise? Forse, la sparizione ha qualcosa a che fare con l’alone di magia e mistero che ruota attorno alla roccia vulcanica di Hanging Rock, teatro del terribile e triste evento che, a gettare uno sguardo nel passato, accadde veramente quel giorno?
Joan Lindsay, però, non dice di essersi ispirata a fatti di cronaca vera affermando che «se “Picnic a Hanging Rock” sia realtà o fantasia, i lettori dovranno deciderlo per proprio conto.»
L’autrice dispiega davanti ai nostri occhi, attenti e avidi di conoscere l’evolversi degli episodi, diciassette capitoli i quali, però, non ci condurranno alla spiegazione dei fatti in quanto al romanzo manca l’ultimo capitolo, il numero diciotto, rimosso per volontà dell’editore e pubblicato successivamente insieme ad altre informazioni. Di tale capitolo, ahinoi, non esiste una versione italiana. L’unica possibilità che abbiamo è sbirciare online. Io l’ho fatto, ma ovviamente non vi anticipo nulla. Vi dico solo che il romanzo va benissimo così com’è, anche senza quel capitolo.
È un libro, questo, che mi è piaciuto moltissimo. L’ambientazione e le dettagliate descrizioni della natura lo rendono un piccolo gioiellino di meraviglia nei confronti di quello che è il paesaggio australiano.
«[…] il suo amico ascoltava il mormorio della vita nella foresta, che saliva dalle calde profondità verdeggianti. Nella quiete del mezzogiorno, tutte le creature viventi, tranne l’uomo che da tempo ha rinunciato al dono divino dell’equilibrio tra riposo e azione, avevano rallentato il ritmo normale di attività.
Fronde spiraliformi di velluto marrone si spezzavano quando le toccava, con gli stivali calpestava le ordinate dimore di formiche e ragni; sfiorando con la mano una striscia di corteccia scombussolò una colonia di bruchi formicolanti avvolti in fitte pelurie e li espose bruscamente alla luce del giorno. Da sotto una pietra smossa, una lucertola addormentata si svegliò e sfrecciò via per salvarsi dal mostro in arrivo con passo pesante.»
“Picnic a Hanging Rock” è un romanzo che si addentra nella vita dei personaggi – tanti – che ruotano attorno alla vicenda principale. A volte lo fa con un tocco molto leggero, ma di tutti riusciamo a conoscere le emozioni e i particolari della loro personalità. Singolare, e a tratti delicato, è il rapporto di amicizia tra due degli attori di questa particolare vicenda.
Albert e Michael sono due ragazzi molto diversi tra loro. L’uno è un giovane semplice, lavoratore, con una triste storia familiare alle spalle. L’altro proviene da una famiglia agiata, è ancora un bambino nello spirito, ed è affascinato dal carisma dell’amico. I due, però, sono molto legati, nonostante le profonde differenze sociali perché «in presenza l’uno dell’altro, nessuno dei due aveva coscienza dei propri difetti, ammesso che di difetti si trattasse». Ed è bellissima l’espressione utilizzata dalla scrittrice per descrivere il momento in cui lo stalliere va a trovare l’amico malato:
«il flusso dell’amicizia prese a scorrere tra loro.»
Un libro, insomma, che sono certa vi affascinerà come è accaduto a me.
Breve sinossi. Picnic a Hanging Rock di Joan Lindsay
La storia si svolge in Australia dove la severa signora Appleyard dirige il collegio che porta il suo nome. La mattina del 14 febbraio del 1900, le ospiti dell’istituto, insieme a due insegnanti e accompagnate dal cocchiere, si dirigono verso la zona di Hanging Rock per una giornata da trascorrere all’aria aperta: riposo, buon cibo e un po’ di svago lontano dal grigio istituto.
Ma la tragedia è in agguato. Tre ragazze (una verrà ritrovata in seguito ma priva di memoria dell’accaduto) e l’insegnante di matematica scompaiono misteriosamente. A nulla serviranno le ricerche e le indagini. Tutta la vicenda rimarrà per sempre avvolta nell’alone di magico mistero sprigionato dalla vulcanica montagna di Hanging Rock, fino al finale…non finale!