
Un pensiero, fugace o ossessivo che sia, che viene riproposto in forma scritta, acquista automaticamente un aspetto e una potenza diversi. Le parole improvvisamente si staccano dal foglio e prendono vita nella nostra testa, percorrono la pelle fino a cambiare il nostro sguardo e i punti di vista, che si colorano differentemente, come in un caleidoscopio. È quel che accade in “Tramonti di Cartone” di Marcello Affuso, Valentina Bonavolontà e Giulia Verruti, in cui si affastellano e si intrecciano dei livelli emozionali molto forti, dalla difficile esistenza e motivazione. I componimenti sono corredati dai disegni di Federica Crispo e dalle foto di Erica Bardi. Parte del ricavato del libro sarà devoluto in beneficenza.
Il prosimetro simbolo del dualismo e l’amore come tema chiave
La forma della poesia qui trova il suo spazio più ampio, affiancata da alcuni componimenti in prosa. Tale alternanza non è però essere casuale: la prosa è il momento di sfogo e di confessione che stempera il singhiozzo emotivo della poesia. Con queste premesse, dunque, gli autori ci accompagnano in un viaggio tra le pieghe più intime dei nostri pensieri e gli attimi di vuoto della nostra esistenza. Un percorso, nel quale, nonostante gli inciampi e gli impedimenti, sembrerebbe nascondersi un orizzonte ottimista.
Assolutamente protagonista è il tema dell’amore, analizzato a tutto tondo. È passione e dolore, salvezza e rovina, una fotografia istantanea e un’eterna palpitazione. Così l’autore inizia un viaggio con un’onesta presa di coscienza, contenuta nel primo verso di “Parole nude”: «Io non so pregare.»
Segue, però, l’appello alla amata di giungere in suo aiuto e di spogliarlo dei suoi dubbi e delle costruzioni mentali che lo appesantiscono. L’accento sul tema della richiesta e del bisogno è molto forte, ma il sentimento provato non può ridursi esclusivamente all’invocazione. Vi si aggiunge un’ulteriore, inevitabile, componente: la carica erotica, che diviene paradigma di donna.
‘Tramonti di Cartone’ va oltre la dimensione di donna-angelo e di donna-diavolo
All’interno di “Tramonti di Cartone” la figura femminile è celebrata da angolazioni diverse. La donna è l’oggetto erotico evocato da un vestito rosso e da una sinuosa camminata, ma è anche simbolo della dolcezza protettiva suscitata da un fiocco bianco o da un modesto cappottino beige. Inoltre, grazie a questi elementi descrittivi, diventa chiaro che sia nell’uso della prosa che in quello della poesia le immagini acquistano vividezza, quasi come se riproducessero una scena cinematografica.
Accanto al sollievo, pur sempre momentaneo, dell’incontro con la donna desiderata, si pone in modo contrastante il contatto con una tipologia diversa di amore, quello più sofferto e penoso. Infine, si giunge alla conoscenza di un altro livello amoroso. La donna si trasforma agli occhi degli autori da piacere a ossessione e sindrome, finché non scompare, lasciando chi la ama nell’attesa di un nuovo incontro, come in un’instancabile ciclicità.
Il vuoto dell’abbandono e la speranza dell’attesa
Anche l’abbandono, associato alla tematica della memoria, è uno dei punti chiave dell’opera. Seppure questo costituisca il punto di maggior rarefazione nel messaggio poetico e prosastico, si individua comunque uno spazio ben preciso, con definiti contorni al cui interno assumono maggior concretezza anche le sensazioni degli autori. L’assenza può essere eterna o può durare un solo attimo. Oppure, ancora, potrebbe non derivare da un fatto concreto e scatenante, bensì essere una sensazione di vuoto radicato in noi ed inspiegabile. Perciò, il protagonista verrà irretito da un abissale senso di solitudine, al quale non può far altro che arrendersi: «E si riparte da capo, creando un’affascinante tempesta e tanta solitudine.»
‘Tramonti di Cartone’. Opera a più voci per i molteplici aspetti dell’animo umano
Grazie all’aspetto corale di un’opera a più voci, emergono prepotentemente numerose sfumature e vari risvolti dell’animo umano, che viene approfondito da una scrittura materiale e concreta, fatta di oggetti e luoghi ben definibili. Proprio questa nuova poetica degli oggetti esorta l’impossibilità comunicativa umana a liberarsi dei propri vincoli e, infine, a fornire un profilo più marcato delle passioni, delle emozioni e dei conflitti interiori.