“Moebius. Alla ricerca del tempo” si flette in un loop infinito di arte

Moebius. Alla ricerca del tempo. Extrait de Arzak l’Arpenteur
Extrait de Arzak l’Arpenteur

Le fantastiche e visionarie creazioni di Jean Giraud, in arte Moebius, incontrano la collezione preistorica e protostorica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fondendosi in una realtà unica e suggestiva, che stimola la fantasia a viaggiare verso mondi lontani dal nostro contemporaneo. “Moebius. Alla ricerca del tempo” -mostra nata dalla collaborazione tra il MANN e il COMICON- celebra il genio del grande maestro del fumetto con l’esposizione più nutrita mai realizzata prima d’ora in Italia. Oltre 300 opere ripercorrono le tappe più significative del lavoro dell’artista, omaggiando i suoi capolavori più noti. Il suo rapporto con l’Italia, e Napoli in particolare, la personale ricerca “Inside Moebius” e il suo profondo debole per la mitologia classica e la “Divina Commedia” di Dante.

L’amore per l’Italia

Gli antichi reperti del museo, col loro fascino del curioso e dell’enigmatico, sono cornice perfetta per le creazioni futuristiche e immaginifiche del fumettista francese e persino il contesto partenopeo concorre degnamente a contestualizzare l’opera del maestro. Infatti, durante i suoi numerosi viaggi in Italia, è sempre rimasto colpito dalla bellezza del Paese, scoprendo una particolare predilezione per la città di Napoli. Dopo la sua prima visita alla città, lo stupore provato al cospetto di un territorio così “sublime”, alla maniera kantiana, gli ha ispirato l’opera “Mourir et voir Naples”.

«Ogni volta che faccio una storia su Napoli, non trovo nessuna difficoltà: le cose vengono naturalmente in un modo magico. Napoli ha qualcosa che mi piace molto, che ogni volta mi colpisce in modo bizzarro e che ha che fare con la morte o l’illusione o lo sguardo». – Moebius

Uno sguardo acuto, capace di spogliarsi dei preconcetti per riuscire davvero a vedere l’anima delle cose, ha portato l’artista ad innamorarsi di una città tanto eclettica e contraddittoria, a tratti surreale, come Napoli. Ma un’altra città italiana è riuscita a rapire il suo cuore e ad ispirare la sua mano: Venezia. “Venice celeste”“Casanova” sono storie che omaggiano, attraverso il filtro della sfrenata fantasia che caratterizza l’opera di Moebius, una città e una civiltà assolutamente uniche e sedicenti.

“Moebius. Alla ricerca del tempo” riunisce i grandi capolavori del fumetto

I viaggi spaziali Stel e Atan alla scoperta di pianeti incredibili, le avventure del silenzioso Arzach a cavallo del suo pterodattilo, le infinite peregrinazioni sul fiume del tempo del Maggiore Grubert, le bizzarrie de “La faune de Mars”, raccontano la grandezza di un fumettista che è riuscito a lasciare un’impronta indelebile nella storia del fumetto contemporaneo. Gli straordinari mondi e le avvincenti avventure dell’artista, realizzati con un disegno che si avviluppa in una miriade di dettagli e un’attenzione cromatica che appaga l’occhio, hanno portato l’autore a conquistarsi un posto d’onore nell’olimpo degli dei del fumetto d’autore.

Muovendosi nelle sale del museo e scalando i vari livelli su cui è distribuita la collezione preistorica, ci si addentra sempre di più nella mente dell’artista. “Inside Moebius” è il progetto che ha permesso al fumettista di guardarsi dentro, di confrontarsi con gli eroi da lui creati, diventando egli stesso protagonista della propria opera. Le tavole esposte, tra le più significative di questa opera summa, mostrano chiaramente il grande umorismo di cui è intriso il lavoro di Moebius, lasciando intuire inoltre, con precisi riferimenti iconografici, alcuni degli artisti che hanno influenzato la sua arte.

Per citarne un paio, il surrealismo di Dalì ha certamente esercitato su di lui un certo fascino, così come le costruzioni impossibili di Escher – non si dimentichi che l’incisore olandese ha dedicato diverse creazioni al “Nastro di Moebius”, il famoso nastro che si ricurva su se stesso all’infinito, da cui il fumettista francese ha preso il nome -.

Lo spazio dedicato alla mitologia e alla “Divina Commedia”

Per un artista che ha creato dal nulla la mitologia di infiniti mondi, i miti greci hanno sempre rappresentato un terreno sacro da onorare. Gli episodi da lui preferiti si materializzano nel 2005 in un ciclo di acquerelli dai toni solenni e maestosi. Da Atena ad Ares, da Eracle ad Arianna, il cui filo ha ispirato l’opera che dà il volto alla mostra, i grandi protagonisti dell’epica classica reinterpretati da Moebius si confrontano alla perfezione con quegli stessi protagonisti della statuaria e della pittura antica, con cui ogni visitatore inizia a familiarizzare una volta varcato l’ingresso del museo archeologico.

Alla fine del percorso espositivo “Moebius. Alla ricerca del tempo”, le riproduzioni del “Paradiso” della “Divina Commedia” ricordano i 700 anni trascorsi dalla scomparsa del Sommo poeta italiano. A cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio il maestro del fumetto ha partecipato a un progetto a sei mani destinato alla realizzazione di una nuova edizione illustrata del poema dantesco: Lorenzo Mattotti ha dato un nuovo volto all’“Inferno”, Milton Glaser ha ridisegnato il “Purgatorio” e Moebius ha deciso di occuparsi del “Paradiso”. L’artista ha raccontato che la scelta della cantica più aulica non è stata affatto facile e che il suo punto di riferimento essenziale nell’individuazione dell’immaginario di riferimento è stato Gustave Doré.

Pur avendo poggiato “la sua carta da ricalco” sul lavoro di Doré, l’artista ha dato una propria e personalissima interpretazione della cantica. È impossibile non ricondurre alla sua mano il tratto descrittivo del disegno e l’armonia cromatica utilizzata, che nella stesura ad acquerello, conferisce alle opere un’atmosfera rarefatta e soffusa davvero perfetta rendere il “Paradiso” di Dante.

“Moebius. Alla ricerca del tempo”

«Gustave Doré era la mia sola via d’accesso all’ombra portata dalla luce paradisiaca sfiorata dalla penna angelica dell’artista. Una specie di eco di un’estasi lontana, un avanzo mezzo secco d’ambrosia, una traccia raccolta nel vento del tempo e sulla quale, senza vergogna, ho appoggiato di nascosto la mia carta da ricalco.» – Moebius

La ricca, immaginifica, futuristica e futuribile, arte in “Moebius. Alla ricerca del tempo” riesce a flettere il flusso temporale in un loop infinito, che coinvolge ogni amante del fumetto, e dell’arte in generale, in un continuo gioco di rimbalzi tra passato e futuro, realtà e fantascienza.

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