Immigrazione e vicenda Aquarius. Tra politiche di chiusura e false credenze

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Il Ministro dell’interno Matteo Salvini ha definito l’operazione Aquarius un successo per l’Italia, e il respingimento della stessa dai nostri porti è segno che il vento sta cambiando e che si stanno difendendo i confini nazionali. Le parole del ministro non lasciano spazio a molte interpretazioni. La tolleranza zero sull’immigrazione, promessa in campagna elettorale, sembra si stia realizzando. Domenica 17 giugno i 629 migranti della nave Aquarius sono giunti a Valencia dopo 7 giorni di navigazione e le difficoltà dovute alle condizioni meteo avverse. Circa la metà dei migranti a bordo ha intenzione di chiedere asilo politico alla Francia.

Il respingimento della nave Aquarius ha scatenato molteplici reazioni, come ad esempio come quella della Francia che, attraverso Macron, ha definito l’Italia «vomitevole», con un atteggiamento cinico ed irresponsabile nella questione Aquarius. La reazione italiana non si è fatta attendere con esponenti politici che hanno criticato l’atteggiamento avuto dai francesi in questi mesi. La Cancelliera Merkel auspica di agire in maniera unitaria per contrastare l’immigrazione illegale e proteggere le frontiere esterne. Viktor Orban invece applaude la posizione adottata dall’Italia ed afferma che si tratta di un momento che potrebbe cambiare la politica europea sull’immigrazione.

I temi più discussi sull’immigrazione in Italia

Uno dei punti sui quali l’Italia preme maggiormente è la modifica del fatidico Regolamento di Dublino, il quale definisce quale paese debba prendere in carico la protezione di un richiedente asilo, rimandando allo Stato di prima accoglienza tutti gli oneri che riguardano i migranti. Altro tema caldo per il governo italiano è la cooperazione con il governo libico con un appuntamento la settimana prossima con Serraj. In linea di continuità con il governo precedente, si studia l’aumento delle dotazioni navali per il pattugliamento della guardia costiera civile di Serraj, e la consegna di dieci nuove motovedette per presidiare il Mediterraneo. Sarà cruciale l’impegno nel Fezzan, la regione meridionale al confine con il Niger, luogo dal quale proviene il flusso più cospicuo dei migranti. Il Niger è uno di quei paesi nei quali realizzare più hotspot europei.

Già dal 2016 in diminuzione la presenza dei migranti. Uno sguardo ai dati

La condotta sui migranti operata dal Ministro Salvini sembra avere un ampio consenso popolare, i sondaggi danno in rialzo le percentuali della Lega con il 29.2%, che ne farebbe il primo partito in Italia.  Se in Europa si dibatte per la questione migranti, l’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – ha pubblicato dei dati interessanti. Nel 2017 in Italia sono arrivati per mare 119 mila migranti, il 34% in meno rispetto al 2016. Tra gennaio e maggio 2018 le richieste di asilo sono diminuite del 52%. Al 31 maggio 2018 secondo l’ISMU – Iniziative e Studi sulla MUltietnicità -, i migranti presenti nelle strutture di accoglienza in Italia sono 167.739 in diminuzione rispetto ai 183.681 del 2017.  Nel 2016, 2.4 milioni di occupati immigrati in Italia hanno prodotto 130 miliardi di valore aggiunto, l’8.9% del PIL. I dati suggeriti propongono un quadro estremamente differente dalla diffusa credenza di un aumento degli immigrati, e mostrano come le percentuali siano in forte ribasso, nonostante una politica europea che di certo sul tema immigrazione presenta idee discordanti e posizioni dalle quali non è facile muoversi. L’unità europea nei prossimi mesi sarà necessaria per contribuire alla realizzazione di una politica unitaria, che permetta di disciplinare il flusso di migranti, e di una ripartizione che risponda alle esigenze degli Stati.

Senza dimenticarsi della dignità dei migranti.

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