
La Brexit è la fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la giornalista Carole Cadwalladr rivela alcune scottanti verità. Il termine BREXIT è l’insieme di BRitain -Gran Bretagna – ed EXIT – uscita -. Tutto inizia il 17 Dicembre 2015, quando l’European Union Referendum Act stabilisce di tenere un Referendum consultivo sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea. Il 23 giugno 2016 si svolge il Referendum; con il 51,89% dei voti vince il NO e il Premier David Cameron si dimette, venendo poi sostituito un mese dopo da Theresa May.
La Premier May, scoraggiata dall’ennesimo rinvio della Brexit, si è dimessa lo scorso 7 giugno. Ma come mai una nazione che sembrava così decisa ad uscire dall’Unione Europea rimanda di continuo la suddetta uscita – tanto da ideare il verbo “brexiting” per indicare la decisione di andare via da una festa per poi invece rimanere – ?
Carole Cadwalladr: i reali motivi della Brexit
Secondo la giornalista candidata al Pulitzer Carole Cadwalladr, il principale responsabile della Brexit è Facebook!
Mandata in Galles dal suo giornale, nella Ebbw Vale, Carole voleva capire perché in quella zona della Gran Bretagna il 62% delle persone ha votato a favore della Brexit, la più alta percentuale d’Inghilterra. In quella valle numerosi sono stati i progetti finanziati dall’Unione Europea, ma allora perché uscire? Intervistando le persone del posto, la giornalista sente dire che sono scontente dell’UE, che vogliono riprendere il controllo sul territorio; si parla anche della forte immigrazione, che a ben guardare non c’è perché la Ebbw Vale ha uno dei tassi di immigrazione più bassi del Galles. Allora perché questo malcontento, da dove scaturisce?
Leggendo l’articolo di Carole Cadwalladr, una gallese decide di contattarla mettendola al corrente di una grande campagna effettuata da Facebook a favore della Brexit. Purtroppo non ve n’è rimasta traccia, poiché Facebook non conserva alcuna memoria di banner pubblicitari né di propaganda. Quindi come dimostrarlo, come procedere?
Il ruolo di Facebook, la più grande frode elettorale
Ciò che accade su Facebook resta su Facebook, perché questo grande social network si rifiuta di condividere le informazioni che registra. In Inghilterra esiste una legge per evitare il voto di scambio e la compravendita di voti, ma questa regolamentazione non comprende il mondo online, quindi si può investire quanto si vuole durante una campagna referendaria senza lasciare tracce. Secondo un’inchiesta della polizia sono state spese circa 750mila sterline per il Referendum sulla Brexit in favore del “leave” attraverso un’entità illegale. Soldi spesi per finanziare una serie colossale di “fake news” per influenzare il voto britannico. Tutto ciò si sa perché il Parlamento britannico costrinse Facebook a rendere pubbliche alcune di queste notizie false.
«Siamo di fronte alla più grande frode elettorale del Regno Unito degli ultimi cento anni!»
Due gruppi hanno infranto la legge, quello guidato da Nigel Farage e Leave UE.
«Quello che posso dirvi è che la Brexit e l’elezione di Trump sono strettamente legati. Ci sono dietro le stesse persone, le stesse aziende, gli stessi dati, le stesse tecniche, lo stesso utilizzo dell’odio e della paura!»
Dietro le quinte: Nigel Farage, Donald Trump e Cambridge Analityca
Carole Cadwalladr è giunta a queste inquietanti rivelazioni indagando sui rapporti tra Nigel Farage, Donald Trump e la società “Cambridge Analityca”. Quest’ultima strumentalizzò i profili di 87 milioni di utenti di Facebook, dividendoli per interessi politici, in modo da indirizzare loro banner pubblicitari e propagandistici sfruttandone le paure e, quindi, pilotando le elezioni in modo illecito. La giornalista è riuscita a scoprire tutto questo indagando e cercando di contattare un dipendente di questa società. Cambridge Analityca è capeggiata da Roger Mercer, miliardario che finanziò anche l’elezione di Trump, lo stesso che minacciò i giornalisti per non rendere pubblica la vicenda.
«Il referendum sulla Brexit dimostra che la democrazia liberale non funziona più e voi l’avete messa fuori uso. Questa non è più democrazia, questa si chiama sovversione, e voi ne siete gli strumenti.»
Carole Cadwalladr in quest’ultima affermazione si riferisce ai social media che sì, hanno messo in contatto tra loro le persone, ma a quanto sembra hanno anche creato una rete di contatti che oltrepassa la linea delle istituzioni democratiche, anzi, le scavalca per pilotarne le elezioni. Siamo di fronte ad un mutamento senza pari nella Storia, il futuro che inizia a delinearsi è veramente pericoloso. Se i social media riescono a pilotare le elezioni dei singoli Stati, dov’è la libertà d’espressione e cosa resta della democrazia?