La Commissione di Liliana Segre. La Memoria sotto scorta

Liliana Segre. Commissione contro l'odio

È stata assegnata la scorta alla Senatrice a vita Liliana Segre, ebrea milanese deportata insieme al padre e ai nonni nel campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau. Proprio lei, che tanto odio ha subito da ragazza, oggi è nuovamente vittima di messaggi antisemiti proveniente dal web, dagli “heaters”. Liliana Segre ha affermato a questo proposito che oramai «si sono persi i freni inibitori» riguardo l’antisemitismo. Una volta la gente – dice la Senatrice – si vergognava di dire l’indicibile, ora si diverte e grida a gran voce, forse è dovuto anche ai discorsi di alcuni politici che hanno sdoganato questo rancore diffuso.

La scorta per la Senatrice Liliana Segre 

Liliana Segre, non bazzicando molto nel mondo dei social, in un primo momento non era venuta a conoscenza di quest’ondata di messaggi che dilagavano nel web. La notizia le è pervenuta dal Centro di Documentazione Ebraica e subito le è stata assegnata la scorta, nonostante ciò fosse contro la volontà della famiglia. L’avvocato Luciano Belli Paci – uno dei tre figli della Senatrice – si dice dispiaciuto dell’accaduto e, insieme ai fratelli, avrebbe preferito che la madre non venisse mai a conoscenza di un tale odio nei suoi confronti. Intanto la vita della Senatrice cambierà dovendo ora comunicare tutti i suoi spostamenti,  come previsto dal protocollo di chi si trova sotto scorta. La sovraesposizione è stancante per una donna più in là con gli anni, ma l’impegno civile resta forte e la famiglia la sostiene.

La scorta è una dura prova, ancor più per lei, che il marchio dell’odio lo porta sul braccio con quel numero tatuato sulla pelle “75190”. Questi numeri sempre presenti sul suo corpo testimoniamo quanto ha vissuto, ulteriore motivo per non lasciar vincere i seminatori d’odio ma per resistere ancora. In risposta all’istituzione della scorta, più di 200 milanesi si sono radunati sotto la Sinagoga di via Guastalla leggendo messaggi di apprezzamento alla Senatrice Liliana Segre.

La Senatrice Liliana Segre prova a lasciare la Commissione contro l’odio

Dopo l’approvazione della “Commissione contro l’odio” che porta il suo nome, la Senatrice è tentata di lasciarne la direzione. La Commissione è un organo istituito per contrastare i fenomeni d’intolleranza, antisemitismo, razzismo e, per l’appunto, istigazione all’odio e alla violenza. Il voto per la sua approvazione ha diviso il Senato. La destra si è astenuta dal votare perchè tra le varie accuse c’è anche quella che vedrebbe la Segre a capo di un organo “poliziesco”, visto come un ente che reintrodurrebbe la censura. In Lombardia la richiesta di formazione di un organo similare è stata bocciata intravedendo proprio questo rischio.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha affermato di essere anch’egli vittima di messaggi di odio, equiparandosi così alla situazione della Senatrice, che però ha subito un rancore ben più violento in gioventù. Nonostante questa esclamazione forte, Salvini non ha votato in favore della Commissione che quello stesso odio vuole combattere. Insieme alla figlia Mirta, ha incontrato Liliana Segre privatamente, nel più stretto riserbo, come voluto dalla Senatrice.

Sul tema della “Commissione contro l’odio” interviene anche Giorgia Meloni. Secondo la guida di Fratelli d’Italia, si tratterebbe di un’istituzione a rischio “censorio” e si chiede chi stabilirebbe i temi considerati pericolosi. Inoltre sul neofascismo emergente, la Meloni afferma che la destra ha fatto i dovuti conti con il passato e che né Lega né FdI sono alleati con neonazisti. Ciononostante Segre istituirà, insieme ai Sindaci di Milano Giuseppe Sala e di Pesaro Matteo Ricci, la Rete delle Città per la Memoria, contro l’odio e il razzismo”.

L’antisemitismo dilagante in Europa

Il caso della Senatrice a vita Liliana Segre però non è il solo. In Europa sta montando nuovamente l’antisemitismo. Vari sono gli episodi che lo dimostrano a partire dalla Sinagoga di Halle, in Germania, dove un neonazista ha ucciso due persone dopo aver cercato invano di entrare nel tempio ebraico durante la festa dello Yom Kippur. A Budapest, in Ungheria, un gruppo di circa cinquanta neonazisti hanno marciato verso il centro della comunità ebraica “Aurora”.

Nuovamente in Italia a Predappio, il sindaco di centrodestra Roberto Canali si è rifiutato di pagare il biglietto per il treno della Memoria diretto ad Auschwitz – Birkenau a uno studente. Ha affermato che si tratta di una meta troppo “di parte”, chiedendosi pure perché non si visitino con la stessa frequenza le foibe e i gulag sovietici, scatenando così una polemica politica.

Primo Levi, per non dimenticare la Shoah

Primo Levi nella sua famosa poesia “Se questo è un uomo”, del 1947, ammoniva i lettori spingendoli a non dimenticare. Un suo incubo ricorrente era di tornare a Torino, raccontare tutto ciò che ha vissuto e non essere creduto dagli amici. Accadde proprio questo, rientrato a Torino. Primo Levi scrisse “Se questo è un uomo”, il libro con la poesia come introduzione, e non fu creduto! Gli amici inizialmente gli negarono la pubblicazione. Speriamo domani di non svegliarci in un’Europa che ha dimenticato l’Olocausto. Bisogna combattere sempre l’odio e la violenza con l’arma della memoria dei sopravvissuti. Vivrà sempre nelle testimonianze scritte e filmate di quegli eventi, ma dovremo impegnarci anche a insegnare la storiam affinché ciò che accadde non si ripresenti nuovamente.

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