L’Ungheria di Orban e le istanze populiste

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Le ultime elezioni politiche in Ungheria hanno confermato lo strapotere del primo ministro Viktor Orban, alla guida del paese per il terzo mandato consecutivo. Il suo partito, il Fidesz, ha ottenuto il 49% dei consensi, che gli hanno consentito di ottenere la maggioranza assoluta. Orban adesso avrà la possibilità di consolidarsi alla testa dei paesi euroscettici che vanno dalla Polonia, alla Slovacchia, alla Repubblica Ceca.

La sua campagna elettorale è stata incentrata sul pericolo dei migranti islamici, definiti come la ruggine che poco a poco consumerà il paese ungherese, e sui numerosi attacchi al miliardario George Soros, a suo dire, simbolo dei poteri internazionali che non vogliono un’ Ungheria libera, con una serie di leggi, definite “Stop Soros”, che stabiliscono un’imposta del 25% sui finanziamenti ricevuti dall’estero dalle Ong e puniscono, fino ad un anno di reclusione, chi fornisce aiuto finanziario o di altro tipo per l’ingresso e la permanenza illegale nel paese. Inoltre saranno attribuiti poteri al Ministro degli Interni al fine di vietare le Ong che rappresentino un rischio per la sicurezza nazionale.

Viktor Orban e il consenso popolare ungherese

l Consenso di Viktor Orban nel suo paese si basa molto su misure attuate che appaiono semplici, ma di forte impatto sulla popolazione, come l’aumento delle pensioni, i sussidi per chi fa figli e gli sconti nelle bollette di luce e gas. Nel 2017 le esportazioni sono cresciute dell’8.5% e hanno superato i 100 miliardi di euro pari al 90% del PIL. Ha promosso gli investimenti stranieri attraverso una tassazione del 9% del reddito delle imprese. L’ Italia rappresenta il suo quarto partner commerciale con 9.5 miliardi d’interscambio. Nel 2018 si stima che il PIL crescerà del 4.1 % rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, non è riuscito a diminuire il gap nei confronti degli altri paesi occidentali europei in tema di reddito pro capite.

La politica di Orban è fatta anche di forte controllo statale su banche, energia e media. Quest’ultimo è soggetto al controllo dell’Agenzia Nazionale per i Media e Telecomunicazioni, presieduta da Csaba Belenessy, uomo vicino al partito di Orban, che detiene poteri di sanzione. La stampa risulta essere pesantemente manipolata sotto la minaccia di multe ingenti. La sua politica incentrata sull’immigrazione trova consensi sia in Polonia che in Italia – dove il suo collega politico, Matteo Salvini, ha ribadito che insieme riscriveranno le regole dell’ Unione Europea – . L’Ungheria di Orban dal 2014 al 2020 sta beneficiando, e continuerà anche in futuro, di 34 miliardi di euro di fondi europei, che hanno permesso miglioramenti in campo infrastrutturale ed il recupero di aree cittadine.

La sua politica non ha per nulla i crismi di una moderna democrazia, al contrario, una delle critiche che gli vengono mosse è di aver scelto Vladimir Putin come partner. È idea di Orban che la democrazia non debba essere necessariamente liberale, e che la democrazia illiberale rappresenti al meglio le istanze di una voglia di sicurezza della popolazione.

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