Incendi in Australia. E il mondo brucia ancora

incendi in Australia

Brucia da mesi l’Australia, all’inizio della sua stagione estiva. In preda alla disperazione e all’affanno, la fauna di questa regione è ormai dimezzata dalle fiamme che coprono quasi l’intero Paese. E divampano sempre più incendi in Australia.

Incendi in Australia. Siccità e temperature altissime

Si sommano alle cause per questo disastro ambientale, i mesi di siccità con le temperature che sfiorano i 50 gradi, facendo registrare questa odierna come la stagione stiva più calda di sempre. Le tempeste di fulmini che si abbattono sul Paese e la poca lungimiranza dell’essere umano che appicca fuochi per interessi personali, lo rendono l’anno più caldo e secco in Australia dal 1900. Ed ecco che così, il famigerato surriscaldamento globale ha iniziato a darci i suoi segni di esistenza. Oltre cinque milioni di ettari di terreno in fumo, comprese le foreste pluviali e quelle più antiche del Nuovo Galles, mezzo miliardo di animali morti, tra cui molte specie in via di estinzione, e la barriera corallina in sofferenza.

Sono morte ad oggi 25 persone per le conseguenze degli incendi in Australia. L’aria di Canberra è la più irrespirabile di sempre, e il cielo sopra le teste degli australiani continua a tingersi di rosso. Le scuole sono chiuse, e le strade deserte, inondante dal fuoco. Il caldo è implacabile, i venti spingono sempre di più le fiamme e le persone chiamate ad evacuare aumentano sempre di più. I koala, in via di estinzione, richiedono acqua. Esemplari le immagini che stiamo vedendo della disperazione degli animali, pronti a chiedere aiuto all’uomo. Le conseguenze di questi incendi di portata enorme, verranno pagati per anni sia a livello globale che locale. Gli animali sopravvissuti troveranno un habitat completamente modificato e alcuni di loro non avranno più le condizione idonee per poter rimanere in quel territorio.

Inoltre a livello globale, per le emissioni di co2 – secondo la NASA 306 milioni di tonnellate – e le erosioni degli incendi in Australia la crisi climatica sarà ancora più aggravata. Si sveglia così la Terra che, stanca di subire le manovre dei potenti, decide di bruciare. Una vendetta che colpisce l’Australia, una terra senza precedenti.

Politiche conservatrici e negazionismo climatico

Il risultato del global warming è di un governo che si impegna sempre di più in un negazionismo climatico tanto da privilegiare le industrie, senza trovare soluzioni alla più grande catastrofe ambientale degli ultimi anni. Una politica quella dell’Australia, di stampo liberale, che cerca affannosamente di imitare quella statunitense e portare le baratro l’intera popolazione. L’Australia è il primo Paese al mondo nella produzione ed esportazione di idrocarburi, in particolare carbonio e gas, ed è anche uno dei maggiori inquinatori nella classifica per la lotta al cambiamento climatico.

Si aggiunge anche l’uscita dagli accordi di Parigi, che hanno come obiettivo quello di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C, rispetto all’epoca pre-industriale. Ancora una volta gli interessi economici dei potenti hanno la meglio sulla popolazione e tutto il circostante. Il capitalismo dichiara ancora una volta guerra alla Terra. Dovremmo molto presto iniziare ad informarci di più sui pericoli del cambiamento climatico, senza dare per scontato che qualcuno risolverà questo al posto nostro. Potremmo essere noi le prossime vittime del riscaldamento globale. Noi stessi e i nostri figli non avremo futuro, in un luogo dove l’aria sarà irrespirabile ed insalubre. La bellezza di questo pianeta è sottovalutata o forse poco capita.

«Salvate madre Terra e lei salverà noi»

Un mantra che dovremmo aver presente in ogni singolo momento della nostra vita, in ogni gesto quotidiano, anche il più banale.

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