
La Corte di Cassazione lo scorso giugno ha emesso un’ordinanza che potrebbe portare un forte vento di novità sul fronte adozioni per single in Italia. Ha infatti deciso di affidare in adozione un bambino ad una donna single, di 62 anni. Cosa che in Italia si era verificata pochissime altre volte e solo in situazioni particolarmente delicate. La nostra società si evolve rapidamente, la vita prende forme diverse e il diritto fatica sempre un po’ a cristallizzarle; ma in questo caso non è andata così. La Cassazione ha preso una decisione necessaria per tutelare gli interessi di un bambino con una sentenza sembra essere straordinariamente attuale.
Il caso scatenante
Un bambino, affetto da tetraparesi spastica, era stato abbandonato, poco dopo la nascita, dai suoi genitori naturali, che avevano perso così la loro responsabilità genitoriale.
Negli anni successivi si è occupata di lui una signora di 62 anni, un’infermiera pediatrica professionale. La donna se ne è presa a lungo cura con dedizione responsabilità e tra i due si è creato, con il tempo, un profondo legame di affetto. Così, quando il piccolo (che oggi ha 7 anni)venne dichiarato adottabile dal Tribunale dei Minorenni di Napoli, venne dato in adozione a lei. Vennero svolte delle perizie, ma i genitori non risultarono idonei ad accudire il bambino e allora scelsero di impugnare l’adozione e di richiedere una revoca della dichiarazione di decadenza della responsabilità genitoriale. Questa richiesta è stata rigettata in primo e secondo grado, i genitori così, hanno fatto nuovamente ricorso presso la Corte di Cassazione.
La sentenza sulle adozioni per single
La Corte si rifà alla legge 184 del 1983, che regola le adozioni in Italia, e in particolare all’Articolo 44, lettera d). La sentenza recita così.
«La legge integra una clausola di chiusura del sistema, intesa a consentire l’adozione tutte le volte in cui è necessario salvaguardare la continuità affettiva ed educativa della relazione tra adottante e adottando (e non certo tra quest’ultimo ed i genitori naturali), come elemento caratterizzante del concreto interesse del minore a vedere riconosciuti i legami sviluppatisi con altri soggetti che se ne prendono cura.»
Scegliendo così di tutelare l’interesse legittimo del minore a sviluppare e mantenere i legami affettivi che ha creato con le persone intorno a lui.
Viene affrontata anche la questione del dissenso dei genitori nei confronti delle adozioni per single. La Suprema Corte infatti sostiene che questo consenso è necessario all’adozione, ha cioè “efficacia preclusiva”, solo nel momento in cui il genitore detenga la responsabilità genitoriale ed abbia un rapporto affettivo quotidiano con il minore.
Cosa potrebbe cambiare e cosa no con le adozioni per single
Il fatto che nella sentenza non sono stati specificati i requisiti soggettivi di adottante ed adottato comporta che questa forma di “adozione speciale” (o “adozione in casi particolari”) sia consentita a persone singole, anche in età avanzata, e anche a coppie di fatto. L’unico limite di età che la Corte ha fatto salvo è il limite inferiore: cioè ci dev’essere una differenza di età di almeno 18 anni tra adottante ed adottato. Insomma, quello che “vale” è la qualità della relazione e la capacità della persona adottante di prendersi cura del minore. Tuttavia, ovviamente, tutte persone che fanno richiesta saranno sottoposte ad un’attenta analisi dal parte del Tribunale ed inserite in una graduatoria, nella quale le coppie giovani e composte da un uomo ed una donna saranno comunque preferite alle altre. Ma la Suprema Corte di Cassazione ha voluto dire basta ai lunghissimi iter burocratici per le adozioni in Italia, che troppo spesso scoraggiano le famiglie e lasciano i bambini senza adeguate figure di riferimento.
Le adozioni in Italia
L’Italia, nonostante tutto, secondo una stima del Cai (Commissione Adozioni Internazionali) risulta tra le nazioni con i più alti tassi di adozione internazionale. Vengono adottati per lo più bambini che provengono dalla Russia, dalla Colombia, dalla Bulgaria e dalla Bielorussia. Le adozioni nell’ultimo decennio si sono ridotte ovunque e l’Italia non fa eccezione; ma è comunque uno dei paesi dove la riduzione è stata minore. Sembra che ci siano più famiglie che hanno fatto richiesta che bambini adottabili, tuttavia, molte poche di queste richieste raggiungono l’obiettivo finale a causa di una serie di motivi tra i quali, un posto importante occupa l’eccessiva burocratizzazione del sistema.