
In un mondo dominato dal pressapochismo, dall’apparenza e dal plauso incondizionato, Maurizio Casagrande porta al teatro Diana “Mostri a parte”, uno spettacolo esilarante che fa riflettere, una comicità “alla vecchia maniera”, quando si prendevano sul serio i problemi e si analizzavano con il filtro della risata.
Un commedia scritta a quattro mani con Francesco Velonà e interpretata da dal noto comico insieme a Fabio Balsamo, Tiziana De Giacomo, Nicola d’Ortona, Marianna Liguori, Giovanna Rei e alla musicista Claudia Vietri per denunciare e condannare i meccanismi dello show business.
“Mostri a parte” di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà
Maurizio Casagrande interpreta Franco, un rockstar degli anni ’80 che vive ora la sua fase di declino, sposato con Ursula, classica conduttrice televisiva di successo. Franco non vuole cedere alla corruzione e alla pochezza mentale e morale che vede dilagare nel mondo televisivo, diviene quindi un “diverso”, uno “scarto” non collocabile in nessun spazio predisposto. In una leggera e tragica – come solo la comicità sa essere – negazione delle logiche sociali, Franco si ritroverà in un contesto che ricorda per ambientazioni e odori il film cult “Frankestein jr.” di Mel Brooks. Qui prendono vita mostri di tutti i tipi, ma facilmente riconoscibili, come nelle fiabe, dove il cattivo c’è ed ha “la faccia da cattivo”. La trama prosegue con sbalzi di ambientazioni e logiche per poi terminare con un apprezzatissimo finale tutt’altro che banale.
E se stessimo diventando noi i mostri?
Le comiche avventure di Franco alle prese con lupi, bambole assassine, vampiri, fantasmi e un aiutante – che di aiuto fornisce ben poco – mantengono attenta la platea. Ritmi veloci, battute intelligenti ma anche più scontate, tutto si amalgama bene nello spettacolo con un giusto ritmo comico tra pause e risate. Le occasionali incursioni dei video, prodotti con la regia dello stesso Casagrande, aiutano nel movimentare ulteriormente la scena, creando un lieve distacco che mantiene alta l’attenzione e la reazione del pubblico. La vena napoletana interviene nello spogliare e nel mettere a nudo senza giri di parole le situazioni, ribaltandole e improvvisando. Maurizio Casagrande e Francesco Velonà con “Mostri a parte” hanno messo all’angolo lo show business ed hanno dato uno schiaffo al pubblico per farlo svegliare, per farlo tornare in sé. Con la follia di chi è finalmente di nuovo lucido, Franco grida:
«Ma come fate a guardare questa robaccia… aprite gli occhi… ma non lo vedete che sono tutti mostri!»
Un uomo allucinato che fa ridere, ma che dice la verità. Un mondo dettato dal numero dei followers e dei like, dalla bellezza senza capacità, dagli artisti senza talento, che avanza inconsapevole e anestetizzato da contenuti tutti uguali e privi di qualità. È questo il messaggio che Casagrande porta in scena, mostrando i mostri per quello che sono, mostrando il loro vero volto e la loro maschera. La realtà è troppo seria per poterla prendere sul serio, e allora spettacoli come “Mostri a parte” diventano ancora più necessari. Far ridere di gusto e far risvegliare le persone. Non c’è miglior regalo che un artista possa fare al suo pubblico.