
Come è accaduto in molti altri settori, il ruolo musicale della donna è stato un iter molto sofferto e travagliato nella sua evoluzione che ha impegnato, non anni, ma addirittura secoli di storia musicale per affermarsi definitivamente e senza pregiudizio alcuno. Basti pensare che i cori sacri tra ‘400 e ‘700 non accettavano donne, poichè non era data loro la possibilità di studiare come e quanto gli uomini. Non solo, le donne venivano scartate anche perchè considerate fonte di peccaminosa distrazione per l’immaginario maschile. Si incontrano le prima cantanti liriche molto più in là nella storia della musica.
Cantanti liriche. Le voci bianche e gli uomini en travesti
Ecco perchè i ruoli vocali acuti per molti anni furono affidati alle voci bianche, ossia fanciulli che sostituivano l’attuale estensione sopranile. Anche al nascere dell’opera italiana nel ‘600 fino ad un primo ‘700, i fatti storici non mutarono. Tanto è che il Barocco fu il cosiddetto “secolo dei castrati o evirati”, ossia uomini o sedicenti tali, che assumevano in fattezze e vocalità – grazie anche all’ausilio di abiti, trucchi e parrucche – il ruolo femminile detto, in questo caso, en travesti. Nella biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sono ancora presenti diversi documenti che attestano come molti bambini e giovanetti venissero appositamente evirati con consenso familiare per dare loro la possibilità di un brillante futuro musicale come sopranista.
A tal proposito, si ricorda tra i più famosi artisti del tempo Carlo Broschi, al secolo Farinelli. Seppure con enorme difficoltà, tutto questo non esclude il fatto che alcune donne riuscirono in questi secoli a farsi spazio per lo più come compositrici. La damnatio memoriae vuole che furono presto dimenticati i nomi di Barbara Strozzi, Francesca Caccini, M. Rosaria Coccia.
Il ‘700 neoclassico
Grazie a W. A. Mozart le cose cominciarono a cambiare per mera necessità librettistica e addirittura anche le donne poterono avere ruoli maschili. Un esempio mozartiano lampante è la figura del giovanetto Cherubino ne “Le nozze di Figaro“, interpretato dalla vocalità del contralto o dal soprano secondo. Furono i conservatori a Napoli e gli ospedali a Venezia – nati come sorta di orfanotrofi e rifugi – a dare un grande aiuto alle donne del tempo nell’avere un’istruzione scolastica dove fosse compresa anche quella musicale. Fu così che l’arte di grandi compositori di quel tempo come Paisiello, Vivaldi, Jommelli, Traetta, Cimarosa e Durante fu messa a disposizione di fanciulle e donne in difficoltà in maniera del tutto gratuita.
L’800 romantico. Cantanti liriche e compositrici
L’importanza del coro nell’opera lirica dell’800 fece sì che sempre più donne calcassero la scena. La veridicità del libretto del melodramma romantico aiutò il ruolo femminile grazie alle cosiddette eroine: prime donne belle, forti, innamorate, tragiche creature pronte al sacrificio. Come non ricordare tra ‘800 e ‘900 la bellezza ammaliatrice della sigaraia Carmen, la furbizia di Rosina, l’inquietudine di Azucena, l’amore di Violetta, il candore di Cho Cho San, la superba austerità di Turandot, la forza di Tosca.
Proprio grazie al melodramma dell’800 nasce questa nuova professione femminile, finalmente assolta da ogni retaggio negativo dopo quanto era stato detto sulle donne artiste-meretrici: la cantante lirica. E proprio nell’800 al ruolo della prima donna eroina, subentra quello della sua antagonista: il mezzo soprano. La vocalità scura e vibrante con miglioramento dell’appoggio al grave e medio grave, ha maggiore spessore e capacità rispetto alla vocalità sopranile. Rossini e Verdi furono sicuramente i compositori che diedero molta importanza vocale a questa nuova estensione femminile. La donna ebbe così anche la possibilità di assumere ruoli maschili. Si pensi ad esempio all’eroe rossiniano Tancredi interpretato dal ruolo del contralto – mezzo soprano.
Diverse donne cantanti, cantatrici e cantattrici furono anche provette compositrici. Ricordiamo i nomi di Clara Schumann, moglie del noto compositore; Maria Malibran, famosa cantante belliniana; Fanny Mendelssohn, sorella del compositore; Cecile Chaminade, pianista-compositrice allieva tra l’altro di G. Bizet; Isabella Colbran, contralto spagnolo, compositrice e prima moglie di G. Rossini.
Il ‘900 verista. Il riscatto delle cantanti liriche
Il ‘900 con il verismo in letteratura, è detto della “Giovane scuola” nella storia della musica. Vide ancor di più l’affermarsi del ruolo femminile in realtà, crudezza e veridicità degli avvenimenti librettistici. Basti pensare alle donne di G. Puccini ed alla modernità dell’opera “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, dove tre sono le donne in scena e si chiamano Santuzza, mamma Lucia e Lola, contornate da altre figure femminili minori. Per la prima volta accade che le donne restano tutte salve, mentre è proprio il protagonista maschile Turiddu a sacrificarsi in scena per mano di compare Alfio: un riscatto epocale per la donna, il suo ruolo, la sua importanza vitale e scenica.
Autore: Cira Scoppa