L’opera buffa intitolata “Duetto buffo di due gatti” di Rossini in realtà oggi non è considerabile di certa attribuzione, ma da sempre si è pensato il contrario dato il carattere gioviale e scherzoso del Maestro. Importantissimo compositore italiano, si è fatto notare sin da subito per le innovazioni musicali e la bellezza dei suoi componimenti. Famoso per la sua allegria e simpatia nei salotti che frequentava, alternava momenti di grande euforia e solarità ad altri di profonda depressione e tristezza, specialmente negli ultimi anni della sua vita. Per questo gli è stato solitamente attribuito il componimento preso in esame.
“Duetto buffo di due gatti” di Rossini
Si tratta di un brano pubblicato nel 1825, che mima in maniera buffa e ironica il dialogo tra due gatti. In gran parte le musiche sono tratte dall'”Otello” (1816) di Rossini, ma non solo, infatti compaiono brani anche di un altro autore. L’opera così come la conosciamo è frutto dell’assemblaggio voluto e realizzato, molto probabilmente, dal britannico Robert Lucas de Pearsall, noto produttore di inni, che avrebbe preferito comunque firmarsi con lo pseudonimo di “G. Berthold.”. Infatti nel 1973, la casa editrice Schott emise un fac-simile di un’edizione del 1825 di questo duetto, pubblicata da Ewer & Johanning e attribuita ad un “G. Berthold”.
Nel dettaglio, il brano contiene la “Katte Cavatine” del compositore danese di opera e canto Christoph Ernst Friedrich Weyse; un duetto tra Otello e Iago estratto dal secondo atto dell’“Otello” di Rossini; e l’aria “Ah, come mai non senti”, tratta dallo stesso secondo atto.
Una notte d’inverno su un tetto due gatti…
È facile immaginare la genesi del brano: una notte rinfrescata da una brezza leggera, il compositore italiano sentì due gatti miagolare sui tetti che, probabilmente, non gli consentivano il riposo. Per una personalità come la sua, sempre pronta al riso e allo scherno, non poteva esserci occasione migliore per dare libero sfogo alla propria creatività. Così compose questo singolare duetto in re minore per due voci femminili accompagnate dal pianoforte, ma interpretato anche da uomini, che non si sono voluti sottrarre ad una tanto simpatica interpretazione.
Il “Duetto di due gatti” è una delle opere buffe più amate dagli ascoltatori di musica classica. È inevitabile non sorridere, mentre i due soprani cantano, seguendo le indicazioni dello spartito, e imitano l’atteggiamento dei gatti. L’aspetto umoristico è dato, quindi, dall’incessante miagolare, che non risulta mai noioso o ripetitivo.
La prima parte è caratterizzata da vocalizzi più o meno estesi con lunghe linee melodiche, nella seconda parte il ritmo si velocizza per poi tornare all’andamento dell’inizio. Suoni lamentosi si alternano ad altri suadenti, ai momenti affettuosi fanno da contraltare quelli di astio con il classico “soffio” dei felini. Un brano ricco di sfumature, in cui i due gatti si amano, litigano e si riconciliano, meravigliando per circa 3 minuti l’ascoltatore.
Autore: Salvator Davide Mennella