
Ennio Morricone. Un artista italiano che ha fatto la storia della composizione, spaziando tra colonne sonore e non solo, scrivendo musiche di ogni genere. Diventa d’obbligo rivelare almeno in parte alcune delle curiosità che risiedono dietro le sue opere, e che ci danno un assaggio del suo grande genio musicale. Ennio Morricone ha scritto 500 colonne sonore, ha avuto una carriera ricca di stimoli, nuove idee e tendenze che ha saputo afferrare e trasmettere fin da subito nel suo lavoro da compositore.
La collaborazione con alcuni dei registi e degli artisti più famosi del suo tempo non testimonia appieno l’importanza della sua musica, che è di per sé un capolavoro, e che ad oggi continua ad essere un pilastro fondamentale per la nascita dei generi moderni. Potremmo quindi definire il Maestro una sorta di visionario del suo tempo, un outsider musicale della sua epoca, e i motivi risiedono principalmente nella bellezza delle sue note, ma per molti aspetti anche nell’ingegno del loro creatore.
«La musica poi è intangibile, non ha sembianze, è come un sogno: esiste solo se viene eseguita, prende corpo nella mente di chi ascolta.»
Le colonne sonore più famose di Ennio Morricone. “Per un pugno di dollari” e il sodalizio con Sergio Leone
Ennio Morricone raggiunge l’apice del suo successo scrivendo colonne sonore per i film western americani, un percorso che gli frutta moltissima notorietà, oltre che a collaborazioni con alcuni registi italiani di grande fama come Duccio Tessari e Sergio Leone. La collaborazione con Sergio Leone è di certo tra le più importanti della sua carriera. I due si conoscono già dalla terza elementare, quando nel 1964 Leone sta per girare il suo primo film e si rivolge al Maestro per la colonna sonora.
A quel tempo Morricone aveva già musicato altri due film western che a Leone non erano per niente piaciuti, e così richiede una composizione completamente diversa ed originale, seppur con un budget molto ristretto. L’intuizione di Morricone, non avendo accesso a un’intera orchestra, è quella di inserire suoni e rumori inerenti alla realtà dell’epoca: colpi di pistola, rumori di frusta, trombe mariachi e perfino una chitarra elettrica. Quella che ad oggi può sembrare scontata, all’epoca fu una vera e propria rivoluzione, che fondò la storia della musica western.
“Se telefonando”. L’intuizione dietro il successo
Come Morricone stesso rivela, un esercizio fondamentale che lo ha temprato come compositore è stato quello di arrangiare la maggior parte delle musiche. Uno dei suoi arrangiamenti immortali è senza dubbio la canzone di Maurizio Costanzo “Se telefonando”, la cui interpretazione di Mina l’ha resa una pietra miliare della musica pop italiana. Qual è dunque l’aspetto curioso dietro questa canzone? Forse l’indelebilità di quel motivo a tratti malinconico e sospirante deriva in parte proprio dall’ispirazione cui Ennio trasse la melodia per questo famosissimo pezzo. Durante la composizione, infatti, il Maestro fu attirato dal suono delle sirene della polizia marsigliese, che alterna con ritmo diverso le stesse note. Ed è così che è nato uno dei brani più famosi della discografia italiana, e che ancora oggi è tra i più interpretati.
“Il pianista sull’oceano” di Tornatore. Un elogio alla musica
Uno tra i film più di successo a cui lavora Morricone è senza dubbio “Il pianista sull’oceano” di Tornatore. In questo film, incentrato sulla potenza della musica stessa, si capisce che essa non si limita al ruolo di accompagnatrice ma diventa protagonista della pellicola. In questo film la musica è lo specchio della filosofia di vita dei personaggi. Durante la gara tra Novecento e lo sfidante Morton, è impressionante quanto questa diventi estensione della loro personalità. I pezzi eseguiti da Morton hanno una tecnica precisa ed eccepibile, la musica di Novecento d’altra parte è mutevole, come le sue emozioni. L’apice dunque, viene raggiunto nell’ultima esecuzione di Novecento – un pezzo a quattro mani di Morricone -, che come un crescendo lascia tutti senza fiato e, ancora una volta, i personaggi sono di contorno alla colonna sonora, con le loro espressioni e i loro sguardi, le loro reazioni al sentire della musica.
Dietro le musiche, la filosofia di Ennio Morricone
È dunque assoldato il fatto che il Maestro ci abbia lasciato un’eredità di capolavori, spaziando dal genere classico, jazz, fino al moderno rock. Ma come Morricone stesso credeva, la capacità di creare è data sì dal talento, ma soprattutto dall’impegno con cui ci dedichiamo alle nostre passioni. Come trapela dalle sue ultime parole, si è dedicato con tutto sé stesso alla musica e all’amore, alla sua compagna di vita, con cui ha condiviso ogni vittoria. Ci lascia più di tutto, dunque, un grande insegnamento: l’impegno e la costanza sono il segreto per aggiungere “d’arte” alla parola opera.
«Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata.»
Autore: Claudia Gaetano