
Ha dell’incredibile, ma contro ogni probabilità Mozart, il cognome austriaco che da sempre riporta alla mente la genialità del Maestro compositore Wolfgang, ha contrassegnato a sua volta la vita di un secondo enfant prodige. Poche persone la conoscono, alcune non ne hanno mai sentito parlare, eppure è stata quasi sempre lì, fianco a fianco dell’iconico fratellino: Maria Anna Mozart, detta Nannerl, la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart.
In un periodo in cui la mortalità infantile superava di gran lunga le più tristi aspettative, Nannerl fu l’unica di sette figli – oltre al fratello – a sopravvivere all’infanzia. Visse come orgoglio del padre fino ai cinque anni, ovvero fino alla nascita di Wolfgang, viaggiando ed esibendosi alle corti europee come genio precoce della musica classica. La piccola, infatti, possedeva già una stupefacente dimestichezza con il clavicembalo. La sua mente fantasiosa seppur geniale, riusciva a trascrivere a memoria ogni melodia, oltre che rimescolare le note per crearne di nuove dal nulla.
Aveva, insomma, una propensione particolare per la musica legata all’essenza stessa del suo essere e alla quale non poteva assolutamente rinunciare. Eppure ben presto avrebbe dovuto imparare a metterla da parte… dopo la nascita dell’erede maschio della famiglia Mozart.
Maria Anna Mozart. Il legame fraterno nell’infanzia
Nei primi anni della loro infanzia un forte sentimento univa i due fratelli, specialmente per il più piccolo, che vedeva in Nannerl un’amica e una confidente. Sovente Wolfgang sottoponeva le proprie partiture per ricevere consigli ed opinioni, segno di quanto ne ammirasse il talento e le competenze. La grande passione per la musica fungeva da forte collante tra i due, fautori di un linguaggio unico e solo da loro comprensibile. Soli abitanti di uno straordinario universo di cui davano un assaggio a traverso la loro abilità musicale. Tuttavia non era destinato a durare.
Ben presto, in linea con la mentalità altamente patriarcale dell’epoca, il padre decise di puntare tutta la fortuna e la notorietà della famiglia sul figlio maschio, ponendo una netta separazione tra i due fratelli. Già nei loro concerti al cospetto delle corone europee era evidente che il protagonista della scena fosse Wolfgang. La povera Nannerl non era altro che un supplemento, non più che un’accompagnatrice provetta nelle esibizioni al violino del fratello, protagonista della scena.
Nei numerosi viaggi che il padre Leopold li costringeva ad affrontare, i due ragazzini si ammalavano spesso anche gravemente, sfuggendo per sorte a malattie come tifo e vaiolo. Ma benché di costituzione resistente, il vero dolore per Nannerl fu di essere lasciata indietro dal padre e dal fratello una volta cresciuta. Era ormai chiaro che fama e onori stavano ricoprendo il nome e la figura di Amadeus, lasciandola nell’ombra, come spesso accadeva a tante artiste talentuose. Tutto questo portò – come sappiamo dalle lettere del padre -, oltre che a un’opprimente sofferenza psichica anche a dolorose emicranie che si manifestavano inspiegabilmente poco dopo la partenza del fratello.
Le geniali composizioni di Maria Anna Mozart
Relegata a casa con la madre, divenne tuttavia un’eccellente pianista e maestra molto apprezzata, e continuò a insegnare per finanziare i viaggi degli uomini di casa. È probabile tuttavia che Nannerl imparò ad accettare quella condizione impostale, che non le pesava certamente più del divieto ricevuto dal padre di continuare con le sue composizioni. Era impensabile per la prassi dell’epoca, infatti, che una donna componesse brani propri. Una barbara ingiustizia che dimostra quanto poco fossero prese in considerazione le donne e che durerà fino al principio del XX secolo.
Per questo motivo purtroppo, non abbiamo testimonianze dell’attività compositiva di Maria Anna Mozart, ma sappiamo con certezza che in un primo momento riuscì a cimentarsi, come dimostrano alcune lettere scritte dallo stesso Wolfgang.
«Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose.»
Il grande Maestro fu dunque il primo sostenitore accanito di Nannerl, riconoscendole un talento eguale o addirittura maggiore al suo. Non sapremo mai se Nannerl seguì il suo consiglio, così repressa dai divieti incessanti del padre. Ciò che sappiamo è che il suo impatto nella vita di Wolfgang fu innegabile, tanto che la sua dedica per lei riecheggia come un’effige in una delle sue stanze della musica a Salisburgo.
«Abbandonò la propria carriera artistica a vantaggio di quella del fratello.»
Le testimonianze sulla vita di Nannerl
Il sacrificio di Nannerl è stato invece del tutto ignorato dai musicologi. La maggior parte dei testi sulla vita di Mozart non fanno accenno alla sorella né al suo talento musicale. I due vennero divisi da incomprensioni generali e, alla morte del padre, la controversia divenne quasi irrecuperabile. Tuttavia l’affetto di Nannerl era innegabile tanto che quando giunse la notizia della morte e delle condizioni di miseria in cui era caduto Wolfgan, lei probabilmente provò un grande sconforto e dolore. Alla prima occasione prese a collaborare con i suoi biografi per autenticare le composizioni del fratello. Lei sola riusciva a riconoscere il timbro inconfondibile del fratello e di quella musica che tanto li aveva uniti. Si trasferì a Salisburgo dopo la morte del marito, dove strinse un profondo rapporto con suo nipote Franz Mozart, figlio più giovane del fratello e che forse glielo ricordava più d’ogni cosa.
L’introversa e geniale Maria Anna Mozart è uno degli esempi più lampanti della soppressione che la società impone ai talenti migliori. Della sua vita e della sua arte non ritroviamo che misere tracce, probabilmente alcune perfino nelle composizioni dell’infanzia di Mozart, che vennero spacciate per sue. La cosa più inquietante è pensare a quanto fosse grande il suo talento. Quali tesori ci avrebbe lasciato se non fosse stata costretta al silenzio? Avrebbe saputo superare lo stesso Mozart? Ma ciò che ci spaventa ancora di più è quante di queste voci siano andate disperse nell’incuria sessista, tirannica e inquisitrice della storia.