“Seven Days Walking” di Einaudi in un viaggio lungo 7 giorni

Seven Days Walking di Ludovico Einaudi

Einaudi è da sempre autore di brani dall’immensa capacità riflessiva, di quelli che riescono a scavare nel profondo dell’anima aggirando l’ostacolo dell’orecchio e raggiungendo dritto il nucleo del sentimento. Anche questa volta il progetto “Seven Days Walking – Sette Giorni di Cammino” di Ludovico Einaudi non sembra averci deluso. Artista classico più ascoltato in streaming di tutti i tempi, raggiunge la bellezza di 2 miliardi di ascolti con il suo nuovo album che questa volta intende raccontare, più che una storia, un vero e proprio viaggio uditivo dalla durata di sette giorni.

«A gennaio dello scorso anno spesso sono andato a fare lunghe camminate in montagna, seguendo spesso gli stessi sentieri. Nevicava molto e in mezzo a quelle tempeste di neve, in cui tutte le forme sembravano perdere i loro contorni e i loro colori, i miei pensieri volavano liberi. Probabilmente quella fortissima sensazione di riduzione ai minimi termini ha originato questo lavoro.»

Seven Days Walking – Sette Giorni di Cammino di Ludovico Einaudi

Dopo il suo ultimo album “Elements” del 2015, Ludovico Einaudi ritorna finalmente con un nuovo contratto della Decca Records, che prevede l’uscita di un album al mese per sette mesi. Il primo, “Day One”, è stato pubblicato il 15 marzo e alla fine verrà pubblicato il cofanetto dell’intera raccolta.

L’idea, che prende vita dalle passeggiate del compositore tra le montagne, si ispira direttamente alle immagini della natura. La vita che scorre al disotto delle distese brillanti di neve bianca tra le tempeste invernali che infuriano, dove i contorni delle cose sfumano in semplici forme e le immagini della mente prendono il sopravvento. Le musiche approfondiscono l’analogia tra questi elementi e la creatività dell’artista, e i sette album rappresentano proprio l’evoluzione del tema musicale intorno allo stesso percorso immaginario. In musica, dichiara Einaudi, le stesse melodie sono da considerare come un viaggio, con tutti i suoi percorsi e tutte le sue variazioni, un mondo in cui lo stato d’animo è in perfetta connessione con tutto ciò che ci circonda.

Lo stile del compositore italiano

I pezzi di Ludovico Einaudi, al volte anche un po’ criticati dai chiusi regimisti dello stile classico, rappresentano un vero punto di connessione tra la musica classica e contemporanea. Ha iniziato i suoi studi partendo dal jazz rock e successivamente si è diplomato al Conservatorio di Milano. Ha sempre lavorato su scala internazionale, ha composto diverse colonne sonore per film importati come “Acquario”, di Michele Sordillo e “Giorni dispari”, di Domnick Tambasco. Portando il suo lavoro all’estero è diventando uno degli orgogli della musica italiana dei nostri giorni. Ancora oggi migliaia di artisti e musicisti si ispirano a lui nelle loro composizioni e hanno accolto con gioia l’uscita del nuovo album.

Il tour su scala mondiale

L’artista, che ha mantenuto la sua partnership con la casa discografica britannica per sei album nel corso degli ultimi 15 anni, questa volta ha reso la raccolta un progetto mondiale. Nella scaletta del tour in Italia – che ha previsto il sold out a Roma, e aseguire le tappe a Verona, Fiesole, Siracusa e Napoli – sono di fatti andate ad aggiungersi alcune date in Europa e negli Stati Uniti. Sul palco immancabile l’accompagnamento di Federico Mecozzi e Redi Hasa, rispettivamente al violino/viola e violoncello.

Nel futuro, invece, per il momento non sono previsti altri programmi, ma più che perdere le views, il compositore si rivela preoccupato di perdere la fondamentale connessione tra la sua musica e la mente di chi l’ascolta. Il lavoro di Einaudi, insomma, non solo rappresenta l’immensa gioia di raccontare il mondo in una chiave del tutto diversa, ma continuerà a regalarci nuovi modi di sentirci in contatto con esso.

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