Con Go Go Diva La Rappresentante di Lista celebra il coraggio

Go Go Diva della Rappresentante di Lista

La Rappresentante di Lista è un nome che tra gli appassionati di indie inizia a diventare piuttosto familiare. Con gli oltre 700.000 stream di Go Go Diva, il loro terzo lavoro in studio a poco più di due mesi dal lancio, la poliedrica e talentuosa band Siculo-Toscana si sta ritagliando sempre di più uno spazio non da poco nel panorama It-Pop.

La Rappresentante di Lista nasce dall’incontro di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina

Ma Go Go Diva è solo il tassello più recente della storia di un progetto nato nel 2011 dall’’incontro tra l’incredibile voce di Veronica Lucchesi, toscana con origini tedesche, ed il talento cristallino del polistrumentista Dario Mangiaracina, palermitano doc, in un laboratorio teatrale proprio nel capoluogo Siciliano. Incontro di musica e teatro che si traduce nell’espressività data dai due artisti nell’interpretazione sul palco. Sin da subito iniziano a scrivere ed a performare in giro per la Sicilia i brani che li condurranno, nel 2014, alla realizzazione di “(Per la) via di casa”, il loro primo album.

Grazie a questo disco i due vincono l’Arezzo Wave Sicilia e successivamente il premio per il miglior disco d’esordio alle finali del Festival Musicultura, arrivando anche a candidarsi al Premio Luigi Tenco. Dopo un acclamato primo tour in tutta Italia, i due ritornano in studio dove nasce un altro tipo d’incontro. Quello tra sonorità antiche e moderne, tra fisarmoniche e synth digitali, ukulele e drum-machines. E, soprattutto, nasce la collaborazione in pianta stabile con altri due polistrumentisti che si aggiungono all’incredibile energia creativa di Veronica e Dario: Enrico Lupi alle tastiere e Marta Cannuscio alle percussioni.

Dopo “(Per la) via di casa” nasce “Bu Bu Sad”

I quattro, assieme, riusciranno così a completare le complesse parti strumentali di otto nuove tracce. Con questo lavoro nel dicembre 2015 daranno vita a “Bu Bu Sad”, il secondo album studio della band, prodotto, come il loro precedente lavoro, dall’etichetta Garrincha Dischi. Grazie a questo disco Veronica riceverà il premio come miglior voce femminile della scena indie dal Mei (Meeting Delle Etichette Indipendenti). L’energia e l’esplosività del nuovo sound porteranno la rinnovata formazione ad esibirsi alla 25esima edizione dello Sziget Festival di Budapest nell’estate del 2016. Completano un tour di oltre 30 date che toccherà tutte le più importanti città italiane. Tour che, nel marzo del 2017, sarà inciso nel primo Live Album della band intitolato “Bu Bu Sad Live”.

Il riuscitissimo esperimento “Bu Bu Suite” rompe la pausa durata quasi un anno e mezzo del gruppo. Si tratta della reinterpretazione in chiave classica della maggior parte dei brani del gruppo, in cui la sapiente mano del compositore Francesco Leineri riuscirà a fondere cantautorato e opera in una chiave del tutto sorprendente. Dopo questo periodo la poliedrica carovana de La Rappresentante di Lista ritornerà di nuovo in studio per gettare le basi di questo nuovo, terzo album, prodotto questa volta dalla WoodWorm Label.

Go Go Diva, un album di novità

Altra novità sono le new entry Roberto Calabrese, batterista, ed Erika Lucchesi, cantante e sassofonista, sorella della frontwoman Veronica, che entrano a far parte della band in occasione del tour di Go Go DivaTour partito il giorno di Natale dello scorso anno da Palermo che percorrerà su e giù in 15 tappe, molte già sold out, tutto l’italico stivale per concludersi il 20 Aprile prossimo ad Arezzo.

Ad anticipare la serie di concerti, l’uscita del primo singolo estratto da Go Go Diva, “Questo Corpo”, prima delle 11 tracce dell’album. L’insolito e geniale videoclip è in formato verticale per smartphone. Veronica, indiscussa protagonista, mette in mostra tutta la forza dirompente e seducente del suo corpo da trentenne, senza vergogna e senza timore, con la naturale e schietta consapevolezza di una donna che non ha paura di urlare a gran voce cioè in cui crede. E allora non è un caso che il disco si apra con una frase emblematica quanto contestatoria. «A me non piace niente, non mi piace nessuno», in un testo fisico e materiale, in cui la voce penetrante si fonde con sonorità acide e sintetiche in un ritmo liquido e irrequieto.

Le tracce di Go Go Diva

Immediatamente dopo il finale netto ed improvviso di “Questo Corpo”, l’irriverente e scanzonata cantilena di “Ti amo (nanana)” affronta in maniera quasi annoiata e a tratti disillusa il tema che più d’ogni altro ha ispirato e ispira la musica e l’arte sin dall’alba dei tempi. Una love song tanto atipica quanto reale, che nel monologo ripetitivo di una donna infastidita, puntualizza e ribadisce le proprie posizioni.

La terza traccia del disco, “Maledetta Tenerezza” acquista un sapore decisamente più rock. Il basso e la batteria che accompagnano il duetto con Dario accompagnano una riflessione su quanto i rapporti possano vivere di dualismi e nature contrastanti e complementari, con la «maledetta tenerezza che ti spezza anche le ossa», oscillando tra la voglia di lasciarsi andare e la proverbiale paura di aprirsi all’altro.

Con “Alibi” il sound cambia ancora in un electro inizialmente minimalista e poi via via sempre più ritmato. Sfocia in un ritornello dall’aria di sfida «Quello che si dirà, si dirà. Quello che si dirà, passerà. Quello che resta senza fiato esplode», in una messa alla prova del partner dal quale una donna può e deve pretendere fiera onestà.

Il quinto brano, “Giovane Femmina”, è invece un lungo e riflessivo monologo interiore rivolto dalla cantante a sé stessa. Evoca desideri e ricordi di un “noi” carico di rimorsi e nostalgia, che si trasformano in rabbia e rancore represso, sottolineato dalle lunghe note degli archi e da un accompagnamento scuro e triste.

Il viaggio continua nell’ultimo album di La Rappresentante di Lista

Superando la metà di Go Go Diva, il brano che più di tutti riflette il messaggio del disco: “Guarda come sono diventata”. Un inno femminista sussurrato prima e urlato poi, in un crescendo che rasenta la perfezione. Veronica grida che splende «già da un anno e non è ancora finita», prendendo pieno possesso della sua vita e del suo futuro, pianificando e decidendo, senza vincoli, senza limiti, come e cosa fare, chi vuole essere e chi vuole diventare.

A sorprendere e stravolgere la solennità di “Guarda come sono diventata”, arriva “The Bomba”. Una esplosione di suoni, voci impertinenti e giochi di parole, in un onirico trip zeppo di richiami e immagini, che lanciano suggestioni e stimolano l’immaginazione. E come da tradizione per La Rappresentante di Lista, la continuità è sapientemente distrutta con un brano chitarra e voce.

Panico” è il disperato e maldestro tentativo che almeno una volta nella vita ognuno di noi ha fatto di dissimulare con una risata il dolore, lo sconforto, il panico. E che, magari, potrebbe portare a vedere il lato divertente anche di una tragedia.

«le urla strazianti sono compleanni, le bombe giù in centro il Capodanno Cinese. Ti dico ch’è una festa amore. E tutti ballano. E allora rido»

La parola che sintetizza perfettamente Go Go Diva è Woow

Con “Poveri noi”, ritornano le sonorità elettro-pop in un brano dal sapore radiofonico. Ha tutto il potenziale, secondo il sottoscritto, di diventare una vera e propria hit commerciale. In questa nona traccia la descrizione di un amore agli sgoccioli, dal punto di vista di una donna che non vuole e che non può separarsi dall’idea di un noi. “Sembra che adesso sia davvero finita ma ho bisogno di te ancora un poco, un altro po’” urlando e sussurrando dolore e speranza, frustrazione e desiderio.

Penultimo brano è “Gloria”, col suo intreccio di voce e pianoforte rotto da una cassa dritta e da inaspettate sonorità dance anni ‘90, già care alla band sin dai tempi di Bu Bu Sad, in un tormentato appello all’amore e all’intimità.

Go Go Diva si chiude con “Woow”, il brano che è inoltre diventato il secondo singolo estratto dal disco, uscito il 29 Gennaio di quest’anno assieme ad un videoclip sulla falsariga del precedente – e con lo stesso formato 9:16 verticale. “Woow” mostra un lato decisamente più introspettivo e riflessivo della eccentrica vocalist toscana, in cui i suoni orchestrali e romantici dell’intro e delle strofe esplodono in un ritornello che ha il retrogusto di errori e ripensamenti del passato, contornati però dal sapore dolce dell’accettazione e dalla consapevolezza, che si ritrovano all’interno di tutto l’album, e che solo l’esperienza e la saggezza riescono a farci guadagnare.

Sullo schermo, mentre Veronica sussurra e grida, le sue mani irrequiete e l’espressività dirompente del suo volto catturano l’attenzione e rapiscono l’occhio assieme ai cromatismi pastello della pelliccia in cui nasconde a malapena le forme del suo corpo sensuale. Perché come afferma la stessa autrice:

«di questo parla il disco: di mettersi a nudo, di farlo insieme, di osare, di desiderarsi e offrirsi, di avere coraggio, di fare delle scelte e viversi la responsabilità».

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.