I Foja con “Miracoli e Rivoluzioni” gridano Amore e Resistenza

I Foja con Miracoli e Rivoluzioni

Per l’edizione 2020 il Napoli Teatro Festival ha resistito. Alle chiusure degli altri festival ha resistito. Alle difficoltà organizzative per tutelare la sicurezza nell’Italia post-quarantena ha resistito. Ai tagli al mondo dell’arte e della cultura ha resistito. E mentre sul territorio tutti si sgolano su quanto sia importante combattere per l’arte – ma senza fare nulla di fatto -, questo festival si è alzato nel silenzio, si è rimboccato le maniche e ha creato una possibilità. L’ònere e l’onore di inaugurare questa edizione è stato tutto dei Foja, celebre gruppo folk-rock di Napoli, con il concerto “Miracoli e Rivoluzioni”.

“Miracoli e Rivoluzioni” dei Foja. Speranza e Resistenza

Il palco è buio nel piccolo quadrato delineato dalle colonne del cortile nel Museo Real Bosco di Capodimonte. Una scritta introduce, la luce e la musica esplodono. Il leader Dario Sansone si intravede scuro, col suo berretto, su uno sfondo di luci accecanti, e a i suoi lati i fedelissimi Ennio Frongillo (chitarra elettrica), Giuliano Falcone (basso elettrico) e Giovanni Schiattarella (batteria).

“Miracoli e Rivoluzioni” è un concerto dalle grandi pretese che si svolge con l’umiltà di eterni ragazzotti uniti dalla musica. I Foja hanno voluto lanciare un messaggio di cambiamento unendo i due punti cardine della loro esibizione. L’Amore, miracoloso e quasi sovrannaturale, capace di unire tutti, di superare le barriere e vincere idealmente ogni difficoltà. La Rivoluzione dalla forza e potenza – e forse giusta prepotenza – rock, per cambiare se stessi e per cambiare il mondo fuori. Dopo un contagio che ha scosso l’Italia intera – se ne sentono ancora le tracce – i Foja gridano alla resistenza e alla resilienza.

L’amore per la musica unisce loro e il pubblico divisi dal palco, lo spettatore e il vicino divisi dal metro di distanziamento, i fan presenti e quelli assenti, a cui è stata riservata l’occasione di rivedere il concerto con la proiezione delle riprese fatte live la sera dello spettacolo (prima iniziativa di questo genere in Italia). Sul fondo del palco alcune frasi iconiche conducono idealmente e tematicamente lo show, da Shakespeare a Che Guevara; il messaggio è chiaro e dà nuova vita ai successoni del gruppo, che ora assumono nuovi significati.

I Foja, simbolo folk-rock della musica e dell’anima napoletana

Dario Sansone sale sul palco e ride. La positività che i Foja vogliono trasmettere al mondo comincia da qui: un cantante che ride felice di cantare finalmente insieme alla sua band e al suo pubblico. La scaletta è classica, con i pezzi di sempre, ma l’interpretazione emoziona per il significato che cela. I Foja si possono qualificare senza alcuna esagerazione nel podio della musica rappresentativa napoletana.

Le loro sonorità sono frutto di profonde ricerche musicali nel passato del repertorio napoletano, ma non solo; si avvertono forti le influenze di ritmi riconducibili ad altre culture, un groviglio dalla linfa viva che rappresenta perfettamente l’animo della musica a Napoli e la stessa città. Il rock dà una scossa d’energia e modernità trasportando tutte queste influenze nella contemporaneità senza però perdere quel sapore “di Napoli”, difficile da spiegare e da riprodurre, impreziosito dalla voce di Dario. Un ruggito che in alcuni passi diventa antico acuto, proveniente da chissà quale dimensione. La scelta dei brani è stata fatta considerando i ritmi tranquilli ed energici, i momenti riflessivi e goliardici, in linea con la bipartizione che ha dominato l’intero concerto “Miracoli e Rivoluzioni”. 

I Foja trasudano umiltà e amore per la musica. In un momento fuori scaletta, in chiusura, si approfitta dell’acustica del luogo, del fatto di essere in pochi e ci si regala un momento intimo, un abbraccio astratto tra loro e il pubblico. Si canta una ninna nanna (regalo al chitarrista divenuto padre la mattina del concerto!) senza microfoni nè apparecchiature. Solo uomini che insieme si cullano sulle note leggere di una chitarra acustica e le parole confortanti di un cantante.

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