Pinguini Tattici Nucleari. Fuori dall’Hype Tour in una notte estiva

Pinguini Tattici Nucleari con Fuori dall'Hype Tour

Negli ultimi anni di concerti indie se ne sono visti parecchi. Artisi sempre più eterogenei e disparati, accomunati unicamente dalla wave di novità che sta fortunatamente e finalmente attraversando il nostro incasinatissimo Bel Paese. Quindi un po’ con la alterigia di chi ne ha già viste tante e la faccia stanca di chi pensa di averle viste più o meno tutte, quando ci si appresta all’ennesimo, affollatissimo live della ormai solita band dal nome strambo, è pressoché inevitabile approcciarsi ai palchi con l’animo un pochino prevenuto. Perché, diciamoci la verità, spesso è sempre la solita solfa.

Eppure. Eppure ci sono quelle rarità splendenti e sorprendenti che ti catturano già dal primo accordo, dal primo ritornello, dalla prima battuta autoironica e spensierata. E una di queste perle dall’ennesimo, strambo nome, è quella banda di scalmanati dei Pinguini Tattici Nucleari, esibitisi in concerto con “Fuori dall’Hype Tour”. E sin da subito, non appena “Rik”, Elio, “Paso”, “Cri”, “Cut” e Matteo hanno messo piede sul palco dell’Festival dell’Aspide di Roccadaspide (SA), sono riusciti a farsi perdonare in un lampo la snervante attesa durata inspiegabilmente fino alle 00:27. Un concerto durato circa un’ora e mezza che è bastato a riempire interamente lo slargo della strada e a far saltare e pogare la fiumana di persone. Sono accorse più o meno da tutta la Campania per assistere non solo allo spettacolo di musica e visual dei Pinguini Tattici Nucleari, ma anche alla spettacolare festa enogastronomica del meraviglioso borgo cilentano.

Pinguini Tattici Nucleari. Fuori dall’Hype Tour

Ad aprire le danze del concerto “Fuori dall’Hype Tour” è “Tetris“, il singolo che ha lanciato “Gioventù Brucata”, penultimo e terzo disco del sestetto bergamasco che nel giro di pochissimi minuti ha prontamente riscaldato la saltellante schiera di fan. E subito dopo le consuete quattro accattivanti chiacchiere dello scatenatissimo Zanotti, un nuovo riff di Lorenzo Pasini con “Nonono“. Lo show è proseguito spronando senza mezzi termini i movimenti ondulatori al ritmo di reggae. Proseguendo, è la volta di “Le Gentil” introdotta dalla storia dello sfortunatissimo scienziato francese Guillaume Le Gentil da cui prende appunto il nome. Astronomo che inanellando una serie incredibile di fallimenti e sfortune lungo il corso del XVIII secolo, è passato alla storia più per le sue disavventure che per le scoperte astronomiche. Ha finito la sua vita di inenarrabili sventure con una prostituta regalando, quindi, attraverso le parole di Zanotti la morale anti-eroica per eccellenza.

«Quando ti sembra che la tua vita stia a p*****e, non resta che andare letteralmente a p*****e» – Zanotti

L’ironia de “La Strategia della Tenzone” funge da intermezzo per la narrazione della storia di un altro sfortunatissimo eroe della band, Kurt Cobain, di cui ne raccontano la vita in “Lake Washington Boulevard”. E subito dopo è la volta della hit “Fuori dall’Hype”, titetrack e primo brano dell’ultimo LP dei Pinguini, uscito per Sony Music lo scorso 5 Aprile. Sulle note del cantatissimo ritornello, ecco il primo vero e proprio intermezzo con tanto di uscita di scena e proiezione di un insolito ed inaspettato video. Qui a fare da protagonisti sono delle figure umanoidi completamente nudi e “gommosi”, realizzate in CGI iper realistica. Una sorta di mandria di strani manichini si dimenano goffamente e procedono dritti tra città, monti, campagne e spiagge per finire dentro ad uno sconfinato mare digitale al tramonto.

I Pinguini Tattici Nucleari esplodono e trascinano

Tornanto sul palco del “Fuori dall’Hype Tour”, avvolti dentro spettacolari kimono coloratissimi, i sei uccelli marini della provincia di Bergamo che, seppur proverbialmente incapaci di volare, fanno volare eccome il loro pubblico sulle note di “Sashimi“. Matteo Locati si esibisce in un breve ma intensissimo assolo di batteria prima di dare il via alla titletrack del suddetto “Gioventù Brucata”, che fa urlare tutta la platea lo sgrammaticatissimo gioco di parole «A voi vi chiamano chiamano chiamano | Gioventù brucata!». Mentre il buon Elio Biffi pesta fortissimo sui tasti bianchi e neri dei suoi synth, mostrando con fierezza la rotondità della sua pancia tutta allegria e cibo buono, sbottonandosi prima e liberandosi poi della variopinta camicia floreale che aveva sfoggiato fino a quel momento. Ed è solo con l’acclamatissima “Verdura” che parzialmente si distoglie l’attenzione del pubblico dalle morbide forme del vice-frontman, cantando. 

«Siamo la fine del mondo | di domenica mattina | siamo una cena a lume di candela | fra due taniche di benzina.»

Antartide” è il brano che acquieta un po’ gli animi con la vena romantica e vagamente orientale delle sue sonorità. Questo brano introduce alla presentazione col solito stile ironico e accattivante del brano successivo, “Cancelleria”. Singolare storia satirica ambientata in un mondo parallelo in cui gli abitanti sono tutti articoli di cancelleria, appunto: dalle matite alle gomme per cancellare, passando per righelli, pennarelli e forbici e temperini. Mentre Paso sforna lick chitarristici velocissimi e ritmi punk degni dei migliori maestri di conservatorio. E tutto ad un tratto, per continuare a sorprendere, ecco una strofa di “Anna e Marco” del compianto Lucio Dalla ad impreziosire la performance dei Pinguini Tattici Nucleari onorando il Maestro bolognese.

Fuori dall’Hype Tour in una calda notte indie

Ad introdurre l’annunciato ultimo brano della serata è un racconto di Zanotti della storia di “Bagatelle“, d’ispirazione gipsy e dal sound folk, che costringe inevitabilmente a scuotersi e ballare, prima di salutare la band e invocare il classico bis. Che come ormai ad ogni concerto che si rispetti, puntualmente sortisce l’effetto sperato preannunciando il trionfale secondo – ed ultimo – ritorno sul palco dei Pinguini Tattici Nucleari. A scaldare nuovamente la folla per il brevissimo bis ci pensa “Sciare“, ficcando in testa a tutti uno dei riff di chitarra più memorabili della scena indie degli ultimi anni. Il quasi certamente metaforico racconto dell’adolescenza di Rick è culminato in uno degli assoli più spettacolari dell’intera serata del formidabile plettro di Paso.

A concludere l’ora e mezza di spettacolo ci pensa la vera hit della band, “Irene”. Iconico brano che ha portato al vero successo dei Pinguini Tattici Nucleari e che ha regalato la ciliegina sulla torta alle migliaia di felicissimi spettatori del Festival dell’Aspide. In una cornice incredibilmente suggestiva e unica risuonavano note fresche e allegre, ironiche e coinvolgenti, ma non per questo banali o poco ricercate. Un concerto indie più estivo e soddisfacente di così, sinceramente, non riusciremmo proprio ad immaginarcelo.

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