‘Poesia e Civiltà’ di Giovanni Truppi, un tour di musica e libertà

Poesia e civiltà, album e tour di Giovanni Truppi

Giovanni Truppi non è un cantautore come gli altri: ha scelto la musica sin da bambino e la musica l’ha scelto a sua volta. E la musica, la sua musica, non la suona. Non la canta. Non la scrive. No. Lui la musica la respira. E la mangia, la beve: lui la musica la vive.

Di concerti ne abbiamo visti, nei posti più diversi, dei generi più eterogenei, con pubblico, affluenza e importanza mai uguali. Ma quando sul palco c’è il giovane  polistrumentista e cantante, l’atmosfera e le emozioni si tingono di un’aura surreale. Prosegue con il suo tour “Poesia e Civiltà“, ultima sua fatica uscita il 22 marzo scorso, per la prima volta con una major del calibro della Virgin/Universal.

‘Poesia e civiltà’ racchiude la bellezza e la libertà della musica

Un viaggio durato quasi un’ora e mezza, quello nella grande – e fredda – sala per concerti dello Smav, sotto la sottile cappa di fumo passivo ed emotività che ha abbracciato gli oltre venti brani, pescati anche dai quattro dischi precedenti. Ad accompagnare la voce, la chitarra ed il pianoforte del raffinato compositore e poeta, una rinnovata e sostanziosa formazione live con Paolo Mongardi alla batteria, Daniele Fiaschi alla chitarra elettrica, Duilio Galioto e Nicoletta Nardi ai synth e Giovanni Pallotti al basso.

Una performance unica, diversa, coinvolgente, in cui Giovanni Truppi scardina qualsiasi concetto di esibizione, proiettando all’esterno tutto ciò che la musica muove in lui. Gesticola e si agita e si lascia attraversare da note e parole e suoni. E così rapisce, seduce, sconvolge, arrivando dritto al cuore del suo pubblico, ora assorto e silenzioso nei momenti di contemplazione, ora urlante e sorridente durante i brani più concitati.

E non è raro – né inaspettato – scorgere accanto a sé volti sorridenti e rigati di lacrime, amici stretti in abbracci d’acciaio, amanti assorti in sguardi d’intesa che si scambiano baci lampo tra una rima ed un accordo. Un concerto che scuote e smuove emozioni e pensieri, che dissotterra ricordi ed esperienze lontane riuscendo a parlare all’anima di ognuno dei presenti in sala.

Un’ora e mezza con Giovanni Truppi e 22 canzoni

Così, sin dalle prime note di “L’Unica Oltre L’Amore”, primo singolo estratto da “Poesia e Civiltà”, uscito il 18 gennaio e che apre l’esibizione con la sua essenzialità, s’insinua lungo tutta la colonna vertebrale la sensazione di assistere ad uno spettacolo da brividi. E questa netta distinzione in due di tutto il genere umano, è solamente la prima delle tante riflessioni portate in scena dall’artista. S’interroga e ci mette di fronte ad una moltitudine di temi, di digressioni filosofiche e romantiche, pragmatiche e materiali. Canta della “Borghesia” e poi della solitudine e dello scegliersi e “Conoscersi”, dell’incredibile incantesimo che la musica può compiere con “Mia”.

E ancora, ripescando dai successi del suo recente passato, mischia riflessioni e saggezza popolare con l’inconfutabile verità che “Il Mondo è come te lo metti in testa” e ci trasporta, in volo, nel surreale raccontandoci di com’è stato fare l’amore con “Superman”. Coinvolge e fa urlare per dar sfogo a frustrazioni, ansie e paura nell’inno più rabbioso e ottimista che c’è con il pubblico che intona a squarciagola che “Stai Andando Bene Giovanni”. Prova a farci ricordare dei primi incontri con le persone importanti della nostra vita e di come possano essere stati nell’emozionantissima “Pirati”. Per poi concludere con quello che è una sorta di manifesto di tutta la poetica e l’interiorità di Truppi: “Tutto l’Universo”.

E lo SMAV con “Poesia e Civiltà” vibra, il tempo si dilata, le immagini si accavallano, le melodie si mischiano con gli sguardi esterrefatti di chi, sotto a quel palco, ci ha messo quasi un mese per rendersi conto di ciò a cui ha assistito. Stai andando bene, Giovanni: continua a fare male!

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