
La poliedricità e la musica che da Torino arriva a Palermo. Ecco la sintesi di questo meraviglioso album dalle tonalità funk, rap e hip hop. “Terapia di gruppo” di Funk Shui e Davide Shorty è nato il 21 settembre 2018 dal ventre della Macro Beats Records. Esprime in maniera perfetta l’incontro tra il gruppo piemontese e il cantante siciliano arrivato terzo nell’edizione 2015 di X Factor.
L’album comincia con i suoni elettronici di “In un abbraccio”, con la presentazione dei “Funk Shui”, come preferiscono abbreviarsi nelle canzoni, quasi a segnalare il loro ritorno – nel 2017 hanno pubblicato un LP chiamato “In The Loft” ndr – e subito dopo incomincia la giostra, il percorso. Percorso variegato, da canzoni con flow unici e collaudati – “Come si Fa”, “Fuori di noi” – ad altre interrotte da ritornelli più melodici e soul, il vero genere di Shorty – “Enigmatica”, “Confusi”-.
“Terapia di gruppo” di Funk Shui e Davide Shorty unisce hip hop e soul
La vera pietra miliare sono i pezzi che rimandano al jazz e blues di New Orleans, tra tastiere e sax cadenzati, voci black e suoni da salone. È il caso dei pezzi più caratteristici e più accattivanti dell’album: “Viaggio funk”, con i suoi ottoni iniziali, ci fa entrare in un lounge dell’Alabama; il “Blues di mezzogiorno”, invece, con le sue dodici battute tipiche e il rap di Shorty, miscela bene gli anni Cinquanta e i “negros” armati di chitarra con i tempi odierni di jeans larghi, testi ormai parlati e cappellini al contrario.
Da non dimenticare le canzoni più lente – il caso di “Dormi”, “Questa stanza mi consola”, “Naufrago nella realtà” -, brani che consentono l’ascolto anche ai più romantici, amanti dei suoni dolci e accessibili a tutti.
“Interlude” invece, posta proprio a metà album, vede la collaborazione di Godblesscomputers, re dei synth e dell’elettronica, dei bassi e dei drum strategici ed efficaci. Le featuring in questo album, già scritto a più mani, sono tantissime: Tormento in “Fuori di noi” dona il suo flow “cattivo” e di tonalità grave, mentre Hyst rallegra le note di “Enigmatica” con i suoi ritmi cadenzati e la sua voce inconfondibile, che insieme a quella di Shorty creano forse il pezzo più riuscito dell’album.
Ed è proprio questo che è “Terapia di gruppo”: un album riuscito. La molteplicità di suoni, generi e punti di vista hanno dato vita a un progetto enorme, ma perfetto, come se in questo disco ci fosse un pezzo per ognuno: il rap per i giovani, il soul per i nostalgici, il blues per gli amanti. E così i Funk Shui ci salutano coi loro suoni natii di “Viaggio funk”: di nuovo si vogliono inserire nel brano, quasi a dirci “arrivederci”. Arrivederci al nuovo album che sicuramente sarà un po’ meno, o un po’ più di questo. Anche se la prestazione è già altissima.