Il racconto fotografico “Naples Sense of place” di Alex Trusty in 52 scatti svela il “senso di un luogo” unico come la città di Napoli. Si alternano vedute iconiche a immagini più intime della capitale partenopea in un dialogo che esemplifica un atto d’amore nei confronti della città.
Luoghi caratteristici come Napoli, dotati di un’anima fremente e appassionata, possiedono un “senso del luogo” che li contraddistingue, sono intrisi di uno spirito che investe chiunque si inebri del loro profumo. Alex Trusty con “Naples. Sense of place” mostra la città che gli ha rapito il cuore, il luogo che, come una calamita, continua perennemente ad attirarlo.
«Quello che ti colpisce di Napoli è l’umanità, la generosità, l’ottimismo e la spensieratezza dei napoletani, l’attaccamento a questa città che non vogliono lasciare mai e dove vogliono sempre tornare»
“Naples Sense of place” di Alex Trusty. La fotografia come condivisione
Alessandro Fidato, noto con lo pseudonimo di Alex Trusty, è un fotografo specializzato in bianco e nero, Cityscape, Street Photography, architettura e paesaggio. La sua passione per il medium fotografico nasce molto presto, quando ancora ragazzino osservava il padre sviluppare foto nella camera oscura. È affascinato dalla possibilità di “scambiarsi gli occhi” con un altro individuo, di prestare il proprio punto di vista -altrimenti transeunte- a un altro soggetto. Coltiva la fotografia per condividere la curiosità che incessantemente lo accompagna.
«La fotografia è la mia avventura: viaggio, cammino, osservo, incontro le persone, vedo le foto prima di scattarle, quindi mi fermo, sento e fotografo. Semplicemente amo la fotografia, amo la gente che vede con i miei occhi»
Trusty porta “Naples Sense of place” al Museo Archeologico, dove espone il suo lavoro al cospetto degli imponenti marmi della collezione Farnese. Il candore del “Neottolemo e Astianatte”, i drappi del chitone della grande Flora, la possanza dell’Ercole a riposo e la maestosità del Toro, che da il nome alla sala, si specchiano nel bianco e nero degli scorci napoletani in mostra.
Napoli in un itinerario immaginario che travalica tempo e spazio
I “Tuffatori di Villa della Gaiola”, lo scatto scelto come copertina dell’esposizione, regala un affaccio sul parco sommerso della Gaiola, uno dei luoghi più caratteristici del Golfo di Napoli. I due tuffatori, anonime figure che scompaiono tra i flutti increspati dal vento, sono in realtà solo semplici comparse, un espediente compositivo per rimarcare la bellezza di un panorama d’eccezione. La figura umana, la cui presenza risulta estremamente limitata nel percorso fotografico selezionato da Trusty, è un semplice elemento di corredo ai luoghi immortalati, che invece rappresentano il cuore della mostra.
Dalla collina del Vomero al lungomare Caracciolo, tutti i luoghi più iconici della città prestano il proprio volto al racconto corale di una storia stratificata in epoche, culture e vicissitudini differenti. Un itinerario immaginario attraversa la città nel tempo e nello spazio, portando sotto gli occhi di tutti l’anima pulsante di Napoli.
Cosa vedere a Napoli. I luoghi più belli in fotografia
La certosa di San Martino invita a scoprire le ricchezze di cui i monaci si sono circondati tra il Rinascimento e il Barocco. La Pedamentina accompagna la discesa verso il centro storico, regalando meravigliosi scorci sui caratteristici vicoli cittadini che si restringono sempre di più arrivando in prossimità dei Quartieri spagnoli.
I palazzi storici aprono le proprie porte mostrando la tipica convivialità partenopea, calorosa e senza cerimonie. Palazzo Mannajuolo ad esempio riceve i propri ospiti sulle meravigliose scale elicoidali, mentre Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona non nasconde la biancheria stesa ad asciugare.
Il retaggio regale della dinastia borbonica, che ha caratterizzato la storia del Mezzogiorno tra il ‘700 e l’800, è rappresentato dall’unicità della collezione del Museo e dai luminosi corridoi del Palazzo Reale. La Street art e i murales, che colorano la vita urbana, manifestano il dinamismo di un popolo giovane e alacre. Il volto di Pasolini infatti esprime la volontà di non piegarsi alle ingiustizie, così come la scritta “Made in Naples”, che campeggia su un muretto fronteggiante il Vesuvio, parla dell’orgoglio cittadino che contraddistingue i napoletani.
«Tanti altri luoghi hanno perso la memoria cancellandone i segni o venendo abbandonati da quei cittadini che, come in Campania, hanno nel loro Dna la stessa stratificazione culturale dei quartieri che poggiano direttamente sugli stenopoi greci a pochi passi dal mare; e, per questo motivo, sono geneticamente preposti all’accoglienza, alla multiculturalità, al diverso. Il lavoro di Trusty non solo ha valore artistico, ma è, a tutti gli effetti, un’azione di tutela e salvaguardia del genius loci» – Paolo Giulierini, direttore del Museo


