Otto Dix, la Guerra in ogni aspetto squarcia disegno e tela

Tra le opere più importanti sul tema della guerra, si annovera il “Trittico della Guerra” di Otto Dix, di grande impatto visivo e narrativo. Nonostante fosse stato pensato come una pala d’altare disposta in tre pannelli, nell’opera non vengono dipinti immagini di santi e angeli, ma tutto l’orrore della guerra.

Otto Dix, il “Trittico della Guerra”. Descrizione e analisi

Il pannello di sinistra mostra l’avanzata dei soldati verso la morte con gli zaini gonfi, immersi in una nebbia densissima che consente di intravedere a stento le rovine sullo sfondo. Nel pannello centrale impietriscono i resti di un devastante bombardamento, che ha sparso cadaveri smembrati e corpi maciullati ovunque, in decomposizione. In questo orrore emerge un’unica figura viva, uno spettrale soldato con la maschera antigas. Il tutto è sovrastato da uno scheletro impigliato tra travi d’acciaio che punta impietoso l’indice della mano destra verso qualcuno o qualcosa. Nel pannello di destra un militare cerca di salvare un compagno tra i corpi smembrati, ed infine nella predella in basso si intravedono ammucchiate solo delle salme.

Il “Trittico della Guerra” di Otto Dix è un’immagine di desolazione e di orrore. Ammonisce che la guerra non fa distinzione tra buoni e cattivi, non coinvolge solo gli eserciti, ma anche e soprattutto i civili. Le armi sempre più precise e infallibili radono al suolo grandi territori e annientano intere popolazioni.

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Otto Dix, la “Guerra” irrompe nei disegni e cerca catarsi

Di forte impatto è anche la raccolta di acqueforti del 1924 intitolate “Der Krieg –  Guerra” e oggi conservate nella collezione Van de Velde ad Anversa. I 50 disegni che la compongono mostrano le trincee, i morti, i feriti. La tecnica utilizzata in bianco e nero conferisce alle scene una feroce espressività, suscita in chi le guarda orrore misto a ribrezzo.

I disegni sulla Guerra di Otto Dix sono veramente tanti. Tra questi “Guerra durante un attacco di gas”, in cui la distorsione fisica delle maschere indossate dai soldati infondono un senso di terrore. Il “Pasto in trincea”, un soldato consuma il suo pasto con accanto un cadavere intrappolato nel ghiaccio. “Trincee crollate”, il nemico è riuscito a distruggere una parte della trincea e accanto al soldato si trovano solo i resti dell’attacco: morte e devastazione.

Otto Dix ha dipinto le acqueforti sulla guerra basandosi sui ricordi e sulle fotografie dell’esperienza vissuta da soldato. La realizzazione delle opere per Otto Dix è stata catartica, ha cercato di espellere i suoi incubi attraverso l’arte.

La “Trincea” di Otto Dix, il Carnevale della Morte

Prima di incidere le stampe, nel 1918 è stato reso pubblico “Graben – Trincea” di Otto Dix, il carnevale della morte. La prima cosa che colpisce è il movimento impresso ai corpi, alle braccia, alle gambe. I corpi sono smembrati e i volti deformati come maschere in agonia. I tre colori dominanti il verde, il blu e il rosso, rappresentano le tre entità con cui ci si dovette scontrare nella Prima Guerra Mondiale: la pioggia, il fango e il sangue. Dopo 4 anni di guerra, la Prima Guerra Mondiale si concluderà con un bilancio di 10milioni di morti e un numero ancora più alto di feriti e mutilati.

Otto Dix, opere: “Tre donne” e “Metropolis”

Dix dipinge nel 1926 alcuni dei suoi ritratti più importanti, tra cui “Tre donne”, una parodia caricaturale del tema classico delle “Tre Grazie”. Le tre donne nude diventano delle caricature grottesche e deformi, prive di ogni erotismo, disgustose e ripugnanti. poi il capolavoro “Metropolis”, in cui Otto Dix con spietato sarcasmo raffigura i mali della società tedesca negli anni della repubblica di Weimar, in cui convivono il lusso più sfrenato e la miseria più nera.

La Nuova Oggettività contro Hitler

Otto Dix faceva parte della corrente pittorica della “Nuova Oggettività – Neue Sachlichkeit”, insieme ad altri artisti come Max Beckmann, George Scholz. Il comune denominatore del gruppo era la fedeltà alla pittura figurativa e un rapporto critico con la società tedesca, di cui denunciavano le ipocrisie, la corruzione e i vizi. Nel movimento si avvertiva il desiderio di non perdersi nei sogni, nei desideri o nelle illusioni. Volevano rimanere saldamente ancorati alla realtà presente, ai fatti, ai dati reali, alle cose, agli oggetti.

La successiva presa del potere da parte di Hitler dette il colpo di grazia agli autori della “Nuova Oggettività”. Fin dai primi anni della sua carriera politica, guardava con sospetto e diffidenza l’attività degli artisti d’avanguardia tedeschi. Hitler considerava la “Nuova Oggettività” nemica della Grande Germania che intendeva costruire.

L’Arte Degenerata

Riteneva gli artisti che ne facevano parte dei disfattisti, sabotatori e nemici da far tacere il prima possibile. Una volta preso il potere nel 1933, attuò una politica di controllo e repressione. Tutti gli uomini di cultura -come giornalisti, letterati, artisti di ogni disciplina- dovettero piegarsi alle direttive del regime. La Gestapo nel 1939 ispezionò cantine e musei e distrusse migliaia di dipinti. A Monaco fu organizzata una mostra chiamata “Arte degenerata” con lo scopo di deridere e umiliare i pittori ribelli tra cui lo stesso Otto Dix, che venne fatto licenziare dall’Istituto di Belle Arti di Dresda dove insegnava.

“L’Arte Degenerata” di Otto Dix, come fu definita da Hitler, metteva in evidenza gli orrori della guerra e derideva i Mostri delle Ideologie. Guerre propagandate da messaggi che affondano in realtà le radici nel desiderio smisurato di potere e di controllo sugli altri. Purtroppo ancora oggi non sempre si riesce a capire che le guerre provocano solo barbarie e orrore.

La vita in breve

Otto Dix è stato un pittore tedesco dei primi anni del Novecento, appartenente alla cosiddetta avanguardia tedesca. Si afferma nel periodo tra le due grandi guerre che hanno caratterizzato il secolo breve. In particolare si colloca durante la Repubblica di Weimar, che precedette l’ascesa del nazismo in Germania.

Di origini proletarie, è nato a Gera nel 1981, in Turingia, regione della Germani. Sin da piccolo attratto dalla pittura, ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Dresda. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Otto Dix si è arruolato entusiasticamente come volontario nell’esercito tedesco. Ha combattuto come sottoufficiale guadagnandosi anche una decorazione. Ma l’esperienza della guerra fu devastante per lui e il ricordo traumatico di ciò che aveva vissuto lo accompagnò per tutta la vita.

Le scene di guerra, le immagini di morte che fu costretto a vedere al fronte, i corpi mutilati dei suoi compagni, gli incubi che si insinuarono nella sua mente, lo cambiarono. Diventò sempre più critico nei confronti della Germania e dei suoi ideali. Dopo l’esperienza al fronte iniziò una vera e propria produzione artistica dedicata alla Prima guerra mondiale. Una serie di opere ossessive e ossessionanti sulla guerra, che lasciano trasparire pensieri incessanti di morte e distruzione, di straniamento e degrado.

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