
È l’8 gennaio del 1896, il poeta francese Paul Verlaine, già in pessime condizioni fisiche, si spegne per un improvviso attacco di polmonite a Parigi. Viene sepolto nel piccolo cimitero di Batignolles, dove ancora oggi un anonimo visitatore potrebbe udire nel silenzio di quel sacro luogo, cullati dalla brezza leggera, i tristi versi dello scrittore armonici e musicali come una ninna nanna.
Poesie e opere di Paul Verlaine. Lo stile di vita sullo strazio di un mancato equilibrio
Verlaine è definito dai critici il più malinconico tra i poètes maudits-poeti maledetti. Nella sua copiosa opera poetica traspare la straziante crisi morale di cui è vittima. È in continuo e, pericolosamente precario, equilibrio tra il bene e il male, tra l’ordinario e il ribelle. Vive tra gli agi di una canonica e tranquilla vita coniugale e una vagabonda esistenza bohémienne in Europa, al seguito dell’amico-amante Rimbaud. Litigi, donne dalla dubbia moralità, il continuo ricorso all’assenzio e al vino nei caffè animano questi anni per affogare il mal di vivere che lo accompagnerà per tutta la sua tormentata esistenza.
Il poeta fa numerosi tentativi di rimettersi sulla retta via, ma sistematicamente fallisce a causa del riemergere nel suo animo di ciò che Baudelaire chiama spleen. Si tratta di una sorta di disgusto, di noia, di nausea e negazione per la realtà che lo stesso Verlaine, a sua volta, qualifica nell’introduzione alla sua raccolta “Poèmes Saturniens” con il nome di melancholia. È un insieme di sensazioni derivanti dall’infausto influsso di Saturno, il fauve planète – selvaggio pianeta – che riserva ai nati sotto il suo il suo segno destini miseri, beffardi e pieni di “bile nera”, ovvero malinconici.
La rivista del labor limae: “Le Parnasse contemporain”
Proprio a causa della sua personalità così duale e perennemente straziata dal conflitto interno, dopo essersi avvicinato in giovane età alle lettere, decide di prendere le distanze quasi con naturalezza dalla poesia a lui contemporanea, in particolare da quella satirica e da quella sentimentale romantica.
Con lui in questo intento un gruppo di giovani poeti parigini con i quali fonda la rivista letteraria “Le Parnasse contemporain”, nel cui manifesto ritorna il concetto risalente già nella classicità al greco Callimaco – ripreso poi dal latino Orazio nell’“Ars Poetica” – del labor limae. Il poeta diventa un cesellatore, capace di andare oltre la mera ispirazione dettata dal turbinio di stati d’animo, attraverso la ricerca della bellezza formale.
“Art Poetique” di Paul Verlaine. La vista nello sfumato e l’ascolto musicale
Sebbene, a differenza del contemporaneo Rimbaud, per gran parte della sua prima produzione non rompa gli schemi della metrica in favore del verso libero, Verlaine è considerato, comunque, il primo fautore di una vera e propria rivoluzione poetica. Ne ritroviamo i tratti principali nel componimento “Art poetique”, vero e proprio manifesto del suo pensiero letterario. I lunghi viaggi condivisi attraverso Francia, Belgio e Inghilterra, infatti, arricchiscono i due artisti.
Entrano così in contatto con culture, paesi stranieri e discipline artistiche diverse dalla letteratura, tra cui la musica e la pittura con l’impressionismo, da cui Verlaine rimane irrimediabilmente attratto e ispirato. Ed ecco apparire nella sua poesia “Art poetique” la raccomandazione ai colleghi scrittori della ricerca del colore purché non sia esso netto, ma sfumato o in ombra come, del resto, la descrizione della realtà che per il poeta non deve mai essere netta, ma sfuocata, vale a dire frutto di dubbi figli di un perenne conflitto interiore.
Car nous voulons la Nuance encor, |
Perché vogliamo la Sfumatura ancora |
È questo il motivo per cui Verlaine, in molteplici occasioni, si affida allafigura retorica dell’ipallage per tradurre questa sua teoria.
Oltre che a dover stimolare il senso della vista dell’individuo, secondo Verlaine, la poesia deve anche deliziargli l’orecchio come una fine melodia. Cerca a tale proposito di arrivare a cullare i suoi lettori per mezzo di un uso sapiente di assonanze e di allitterazioni, grazie alle quali aumenta la musicalità dei versi già resi tali dal numero dispari di sillabe e dalla rima alternata o incrociata.
Figlio del suo tempo
Non dobbiamo, infine, dimenticare che il movimento simbolista si diffonde in anni di turbolenta e profonda instabilità politica ed economica – la III Repubblica francese, la sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 e il fallimento della Comune di Parigi -. Gli artisti, tra cui in primis Baudelaire, capiscono che la poesia in quell’epoca è qualcosa di tanto bello ed elegante quanto di vuoto e inutile e il popolo lettore, logorato dagli eventi storici ben più grandi e tremendi di lui, non è in grado di percepirla e apprezzarla. Pertanto il poeta perde inesorabilmente la corona d’alloro divenendo una sorta di veggente spesso incompreso, e quindi descritto come un ridicolo albatros impantanato a terra per Baudelaire, o un ingenuo Don Chisciotte secondo Verlaine.
L’artista, nonostante tutto, tenta disperato di portare alto il vessillo della speranza nella poesia contro i mulini a vento della sua gretta contemporaneità.
“Arte Poetica” di Paul Verlaine in francese e italiano
De la musique avant toute chose, Il faut aussi que tu n’ailles point C’est des beaux yeux derrière des voiles, Car nous voulons la Nuance encor, Fuis du plus loin la Pointe assassine, Prends l’éloquence et tords-lui son cou ! O qui dira les torts de la Rime ? De la musique encore et toujours ! Que ton vers soit la bonne aventure – “Art Poetique” di Paul Verlaine |
Della musica prima di ogni cosa, Occorre anche che tu non vada Son occhi affascinanti nascosti da veli, Perché vogliamo la Sfumatura ancora Fuggi deciso la Punta assassina, Prendi l’eloquenza e torcigli il suo collo! Oh chi dirà mai male della Rima? Della musica ancora e sempre! Che il tuo verso sia la buona avventura – “Arte poetica” di Paul Verlaine |
Autore: Marco Astegiano