“Il cielo” di Wislawa Szymborska

Foto dell'autore

By Miranda

"Il cielo" di Wislawa Szymborska

Da qui si doveva cominciare: il cielo. 
Finestra senza davanzale, telaio, vetri. 
Un’apertura e nulla più, 
ma spalancata. 

Non devo attendere una notte serena, 
né alzare la testa, 
per osservare il cielo. 
L’ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre. 
Il cielo mi avvolge ermeticamente 
e mi solleva dal basso. 

Perfino le montagne più alte 
non sono più vicine al cielo 
delle valli più profonde. 
In nessun luogo ce n’è più 
che in un altro. 
La nuvola è schiacciata dal cielo 
inesorabilmente come la tomba. 
La talpa è al settimo cielo 
come il gufo che scuote le ali. 
La cosa che cade in un abisso 
cade da cielo a cielo. 

Friabili, fluenti, rocciosi, 
infuocati e aerei, 
distese di cielo, briciole di cielo, 
folate e cumuli di cielo. 
Il cielo è onnipresente 
perfino nel buio sotto la pelle. 

Mangio cielo, evacuo cielo. 
Sono una trappola in trappola, 
un abitante abitato, 
un abbraccio abbracciato, 
una domanda in risposta a una domanda. 

La divisione in cielo e terra 
non è il modo appropriato 
di pensare a questa totalità. 
Permette solo di sopravvivere 
a un indirizzo più esatto, 
più facile da trovare, 
se dovessero cercarmi. 
Miei segni particolari: 
incanto e disperazione. 

– “Il cielo” di Wislawa Szymborska

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.