
Vicino a te,
le braccia sul marmo del tuo petto,
il ventre stanco e grigio
sulla tua schiena dolce…
Ti sento respirare;
indovino dai battiti
il tragitto,
la letizia e cadenza dei pensieri.
Morire, a poco a poco,
– ti dico senza voce –
di questa vita tua;
rigenerare in te
la mia sconfitta;
fare del mio pensoso dubbio
la tua ardita,
lucente sicurezza.
E la tua schiena è lì;
la bacio;
la ricolmo di saliva;
specchio diventa e fiore
del mio cieco,
inutile dolore.