
In questo breve viaggio, ho cercato di tracciare, per sommi capi, un quadro generale dell’argomento che da sempre interessa protagonisti e studiosi della produzione artistica. Abbiamo visto come sia sempre presente, negli artisti, la predisposizione quasi naturale alla contaminazione reciproca. La ricerca di nuove strade, di nuovi percorsi dà vita a performance armonizzate e totali, nella seducente convinzione che l’intreccio tra la temporalità della poesia e la spazialità della pittura possano condurre ad una positiva simbiosi foriera di stimoli e di sensazioni appaganti. Ma questi “esercizi” di fruizione globale possiamo sperimentarli noi tutti.
(Per leggere la prima parte del saggio, clicca qui: Musica e Arti sorelle)
Pittura dalla poesia
Personalmente mi è sempre piaciuto fantasticare con gli abbinamenti interdisciplinari e polisensoriali. Pensate un attimo all’“Infinito” di Giacomo Leopardi: con che quadro lo fareste rappresentare? Magari con lo sfondo campagnolo del “Trionfo di Battista Sforza” di Piero della Francesca, certo, soluzione molto valida. Io vedrei migliore accostamento con le tavole delicate e leggere di Tullio Pericoli che oltretutto, essendo nato a Colli del Tronto (AP), è un marchigiano doc. Per completare la suggestione sinestetica, come colonna sonora mi piacerebbe abbinare il primo movimento, adagio, della mozartiana fantasia K.367. Non c’è musica più aerea, pura, direi pneumatica, di quella di Mozart, una musica limpida come il cielo azzurro sovrastante il colle Tabor.
Pavese e Klimt
Adesso vorrei fornirvi un’altra prova dell’armonia sinestetica tra poesia e pittura. Sin da ragazzo, leggendo una delle più belle liriche di Cesare Pavese, mi è sempre venuto in mente l’abbinamento con un dipinto. La poesia è la tragica “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, il quadro è la celeberrima “Giuditta” di Gustav Klimt, quella che ritrae il volto enigmatico di Adele Bloch Bauer, una delle muse-modelle, e non solo, preferite dall’artista viennese.
Nessun altro accoppiamento potrebbe meglio sintetizzare il topos letterario e psicologico di Amore e Morte, trattato da Leopardi, ancora da Pavese ne “Il mestiere di vivere”, da Carl Jung negli scritti di psicanalisi, da Egon Schiele in pittura, e da altri ancora. Ebbene, gli occhi della donna cui si riferisce Cesare Pavese , e cioè quelli della giovane attricetta Conny Dowling, sua amata, sono quelli della Giuditta, la cui ambigua espressione dello sguardo, della bocca e del volto, raffigura l’equivocità di una rappresentazione del fatale rapporto tra eros e thanatos. Giuditta potrebbe essere una donna sorpresa nell’estasi del piacere o il «viso morto che riemerge in uno specchio». Completa la relazione tra i sensi il sottofondo musicale della marcia funebre della sonata n.2 opera 35 di Chopin.
Dinnanzi alla “Madonna del passero”, vero monumento alla poetica degli affetti, vengono alla mente i versi proprio di Ungaretti. E le mie orecchie percepiscono qui nettamente la dolcissima melodia de “Il sogno di Maria”, magistralmente cantata dalla voce e dalla chitarra di Fabrizio De André.
«Nessuno mamma, ha mai sofferto tanto…/ E il volto già scomparso/ Ma gli occhi ancora vivi / Dal guanciale volgeva alla finestra,/ E riempivano i passeri la stanza/ Verso le briciole dal babbo sparse / Per distrarre il suo bambino» – da “Vita d’un uomo”, 1942
Pittura nella musica
Per finire, ancora due esempi di interazioni artistiche. Un’iniziativa milanese ha visto una mostra-installazione del designer Luca Trazzi riempire il centro della città con seducenti immagini luminose legate alla poesia. Nel Salento invece il Conservatorio “T. Schipa” ha realizzato un importante concerto in onore di Franco Battiato. Il cantante, compositore, poeta, regista, attore è anche buon pittore. Insomma una personalità poliedrica che costituisce un ulteriore esempio di artista polivalente e totale.
Il dialogo tra le belle arti continua, regalando emozioni e sensazioni sempre nuove e gratificanti. In effetti gli esempi, come gli esami, non finiscono mai, perché su questo tema è tutto un work in progress. Giuliano dei Negramaro ha creato musiche per un balletto inspirato alla “Tempesta” di Shakespeare, mentre a Mantova si è svolta una mostra sul più poetico dei pittori, Marc Chagall, basata sul connubio tra pittura e poesia.
In quanto ai miei suggerimenti di lettura di testi poetici scritti da pittori, consiglio la lettura delle liriche di Michelangelo Buonarroti, plastiche e grondanti di profonda fede cristiana come i suoi capolavori. Dante Gabriele Rossetti, inglesissimo malgrado il nome italiano, rappresenta il Preraffaellismo. Il geniale Salvator Dalì, stravagante e impetuoso anche con la penna. Pablo Picasso, genio assoluto quanto uomo e marito deprecabile. Infine Toti Scialoja, noto pittore romano che ci ha lasciato molte poesie giocose, sotto forma di filastrocche rodariane, molte delle quali pubblicate da Mondadori in un volume dal titolo “Quando la talpa vuol ballare il tango”, con disegni di corredo eseguirti dallo stesso Maestro. Una vera chicca da custodire gelosamente in biblioteca.