Ritratti di Robert Mapplethorpe. Il paladino della controcultura

Autoritratto. Portraits, Ritratti di Robert Mapplethorpe

Osannato e criticato, è riuscito con la sua arte a far cadere l’invisibile ma ferrea barriera tra arte e pornografia, nella considerazione che bello artistico e sessualità non possano essere separati. I Portraits-Ritratti di Robert Mapplethorpe contribuiscono a renderlo il fotografo dell’inaspettato.

Inizialmente, per praticità e attenzione ai soggetti più che alle tecniche fotografiche, utilizza una semplice Polaroid. Dopo la visita agli archivi fotografici del MOMA di New York, emozionato e felice di essere al cospetto di geni del settore, studiò con devota attenzione carta, sviluppo, tecniche, luci, “rubando” ai suoi colleghi più famosi e già arrivati i segreti della loro arte. La Hasselbad ricevuta in regalo nel 1975 gli consentì di raggiungere il tanto cercato controllo della scena. Con questa macchina fotografica creerà tutte le sue opere più famose, sviluppando poi le foto con tecniche raffinate e costose stampe al platino, inserendole in lussuosi inserti speciali.

«Cerco l’inaspettato. Cerco cose che non ho mai visto prima» – Robert Mapplethorpe

I Portraits, Ritratti di Robert Mapplethorpe

Meritano una particolare attenzione i ritratti di Robert Mapplethorpe raffiguranti personaggi famosi, celebrità del suo tempo. Tutti rigorosamente in bianco e nero, i famosi Portraits, nei quali sfida i canoni dell’espressione classica, in una gradazione infinita di luci ed ombre, bianchi e neri .

I ritratti non rappresentano i personaggi al meglio del loro essere, nel rispetto della perfezione dei canoni estetici, sono rilassati e spettinati. C’è in loro qualcosa di speciale e non definibile. Nei ritratti si manifesta il Mapplethorpe paladino della controcultura, anticonformista e irriverente come pochi. Da una parte non rispetta le convenzioni ed ha un approccio ruvido e vissuto con i soggetti, ma dall’altra rappresenta un ideale estetico vicino al gusto classico nella composizione, rigoroso nell’utilizzo della luce.

L’anima dietro la maschera, in bianco e nero

Con un’attenzione alle forme che si potrebbe definire maniacale, Mapplethorpe fa del bianco e nero lo strumento attraverso il quale dare forma definitiva ai soggetti davanti all’obiettivo. Si serve del forte contrasto per sottolineare l’importanza del soggetto e delle sue precipue caratteristiche. Nei ritratti i soggetti sono pensierosi, l’attenzione è centralizzata sullo sguardo, rivelatore dell’interna personalità.

L’algida posa di Isabella Rossellini ne è un esempio. Con le mani che sorreggono il viso come un applique sostiene la lampadina, l’evanescente figura emerge dallo sfondo nero, le labbra evidenziate e gli occhi rivolti verso il basso, quasi a nascondersi all’obiettivo del fotografo. E che dire dello spettinato Andy Warhol. Anche lui emergente dal buio come un quadro di Caravaggio, il volto enigmatico e la bocca tagliente, lo sguardo interrogativo e le mani lievemente unite tra loro. La posa da leonessa dell’androgina Patti Smith o quella silenziosamente e semplicemente sensuale di Amanda Lear, la regale alterità della principessa Gloria von Thurn und Taxis, non sono soltanto ritratti esteriori, sembrano bucare l’anima dei soggetti che erompono dallo sfondo buio.

Scandalo e classicità

Alle foto scioccanti, per le audaci inquadrature dei nudi, per la voglia di provocare ad ogni costo, il fotografo unisce il grande equilibrio della composizione classica. L’’illuminazione perfetta lo porta oltre la provocazione e gli consente di concepire la fotografia come nessuno aveva mai fatto prima di lui. Un linguaggio visivo nuovo, intuitivo, poetico. Una cosa maggiormente colpisce in questi splendidi Portraits-Ritratti per i quali Robert Mapplethorpe è giustamente famoso. Oltre che per la sua vasta e variegata produzione fotografica, tutto sembra incentrarsi sullo sguardo. In tutti i personaggi ritratti attrae ed affascina l’osservatore, lo attira a sé in un svelare-nascondere la propria interiorità.

Il fotografo diviene quasi uno psicanalista che attraverso le tecniche del bianco e nero, dei chiaroscuri e delle tonalità forti. Sembra estrarre dai personaggi famosi da lui ritratti, moderno Caravaggio, le più recondite parti del proprio essere. E tutto ciò è paradossale in un fotografo famoso soprattutto per il suo mettere a nudo i corpi scultorei di uomini e donne. Robert Mapplethorpe è il fotografo della controcultura, della rottura degli schemi standard. In lui la rappresentazione fotografica, nel pieno rispetto delle tecniche più raffinate. È ricerca di ciò che va in controtendenza, è il classico che si fonde con lo scandaloso, in una continua sfida/adesione all’estetica classica.

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