“Storia di un matrimonio” di Baumbach. Un amore al capolinea

Storia di un matrimonio di Baumbach

Che cosa succede dopo il classico “…e vissero felici e contenti”? “Storia di un matrimonio” di Noah Baumbach prova a risolvere questo dilemma. Il risultato è un dramma familiare tanto attuale nei temi, quanto vintage nello stile. Girato in formato 4:3 e con pellicola 35 mm, si presenta con immagini leggermente sgranate, in perfetto stile anni ’90.

La regia è elegante, ricca di primi piani sui personaggi che hanno il preciso scopo di immergere lo spettatore nel mondo di Charlie (Adam Driver) e Nicole (Scarlett Johansson). Ogni dettaglio, dai toccanti monologhi alle inquadrature perfettamente studiate, è messo al servizio della narrazione e contribuisce a creare la tragica storia di un amore ormai giunto alle battute finali. Non ci sono vincitori quando un matrimonio arriva al termine. Non vince Charlie, costretto a spendere la borsa di studio ricevuta dalla MacArthur per potersi permettere un buon avvocato (interpretato da Ray Liotta), ma non vince nemmeno Nicole, pur risultando favorita nella causa legale.

“Storia di un matrimonio” di Noah Baumbach analizza tutte le fasi del lutto

Il regista Noah Baumbach esamina con precisione quasi chirurgica tutte le fasi del divorzio, trattandolo come quello che realmente è: un evento traumatico al pari di una grave perdita. In “Storia di un matrimonio” di Baumbach compaiono tutte le fasi dell’elaborazione del lutto.

La negazione è in Charlie che non vuole ammettere che ormai la sua famiglia si stia sfaldando e continua a ripetersi che il trasferimento di suo figlio e della sua ex-moglie a Los Angeles sia solo momentaneo. La rabbia esplode prepotentemente nella scena di litigio fra Charlie e Nicole che rappresenta il culmine di una serie di questioni irrisolte nella coppia. La fase del rinnovamento è incarnata da Nicole che guarda con speranza alla città Los Angeles per poter riprendere in mano il controllo della sua vita. La depressione è rappresentata da Charlie che, distrutto dalle pratiche del divorzio, non può far altro che constatare mestamente che anche suo figlio Henry sta ormai prendendo le distanze da lui. Infine l’accettazione giunge nel finale, come liberazione da un macigno che gravava sulle spalle della coppia, portando con sé pace e speranza per un futuro migliore.

«Il nostro non è più un matrimonio. Non vuoi affrontarne il disagio, ma neanche restare sposato. Non per davvero. Che cosa credevi sarebbe successo?» – Nicole

Noah Baumbach riesce nell’impresa di trattare il difficile argomento della separazione con la dovuta delicatezza, senza per questo mancare di realismo. Le luci ovattate e i colori morbidi accolgono lo spettatore e lo trascinano in una narrazione introspettiva che si concentra prevalentemente sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi. Il risultato è un film delicato, ma allo stesso tempo potente, capace di colpire lo spettatore e spiazzarlo al momento giusto.

Sulla psicologia del narcisista

«Sentivo di rimpicciolire. Ho capito di non aver mai avuto una mia vitalità. Alimentavo la sua.» – Nicole

La relazione fra Charlie e Nicole è indubbiamente il punto focale di tutta la narrazione. In assenza di flashback sono le parole dei protagonisti a guidare lo spettatore nella ricostruzione del loro rapporto. Nella scena in cui Nicole assume l’avvocata Nora (Laura Dern) l’inquadratura si restringe sul volto stravolto di Scarlett Johansson man mano che il monologo raggiunge il suo apice. In questo modo lo spettatore si avvicina intimamente al personaggio di Nicole, avendo quasi l’impressione di vivere la sua storia insieme a lei.

Nonostante sognasse di fare carriera nel cinema, Nicole ha rinunciato ai suoi progetti per seguire suo marito Charlie a New York e diventare l’attrice di punta della sua compagnia teatrale. A lungo termine questa decisione ha finito per distruggere la vita di Nicole e condizionare irrimediabilmente il suo matrimonio. Col passare del tempo, infatti, si è ritrovata schiacciata dalle ambizioni di suo marito, fino a non sapere più distinguere la sua identità da quella di Charlie.

Tuttavia, questa non è che una visione parziale della storia, influenzata dalla percezione di Nicole. Nella sequenza ambientata nella nuova casa di Charlie a Los Angeles, lui rinfaccia alla moglie di non aver mai voluto far valere la sua individualità, ma di averci rinunciato solo per potersene lamentare in seguito. In una straziante sequela di insulti e accuse emerge con forza tutta la carica emotiva di questo film. “Storia di un matrimonio” di Baumbach è toccante e distruttivo allo stesso tempo. Le perfette interpretazioni degli attori protagonisti sono uno dei punti di forza della pellicola, nonché il segreto dietro la sua perfetta riuscita.

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