“White Rabbit, Red Rabbit”, una pièce teatrale che fa il giro del mondo dal 2011, ha deciso di approdare a Napoli. O meglio 369gradi – centro di produzione e diffusione della cultura contemporanea – e Piccolo Bellini portano questo lavoro a contatto col pubblico partenopeo. Si tratta di un’opera scritta da Nassim Soleimanpour nel 2010.
Nassim è un autore iraniano che non ha il passaporto per poter girare il mondo, dal momento che in Iran vige una legge per la quale se non si osservano due anni di servizio militare non si può espatriare. Dunque Nassim Soleimanpour decide di scrivere un testo e farlo viaggiare al posto suo. Questa mera idea non per forza doveva essere un successo formidabile. Invece al “Fringe Festival di Edimburgo” del 2011 colpisce pubblico e critica in maniera così imponente da essere tradotta in 20 lingue diverse e interpretata da grandissimi attori. Una su tutte Whoopi Goldberg che non è molto lontana nella sua verve, comica e saggia allo stesso tempo, dall’italiana Nunzia Schiano.
‘White Rabbit, Red Rabbit’ di Nassim Soleimanpour, un autore esiliato sul palco internazionale
Il concetto chiave dello spettacolo si basa su uno dei cardini live del teatro l’hic et nunc: il qui ed ora. Sul palcoscenico tutto avviene sempre per la prima volta e in maniera veritiera. Perché allora non consegnare all’attore un copione in diretta, in busta chiusa? L’attore lo aprirà sul palco e da quel momento in poi tutti saranno partecipi dello spettacolo. Tutti saranno attori e tutti spettatori. Lo stesso attore sarà spettatore in quanto veicolo del messaggio dell’autore. E, giochi di parole a parte, è questa l’atmosfera che la capace Nunzia Schiano ha voluto ricreare.
Nunzia è un attrice di comprovata esperienza teatrale. Famosa alla cronaca per i suoi caratteri comici cinematografici, che ogni tanto hanno preso vita anche sul palco del Piccolo Bellini di Napoli. 60 gli spettatori presenti in questa cornice magica di poltrone rosse vellutate sul roof del Bellini. Un palcoscenico scarno di scenografia, illuminato dai semplici proiettori, senza gelatine colorate. Un tavolo, una sedia, due bicchieri di acqua, un’ attrice e un copione. Mescolate il tutto per circa due ore con maestria e otterrete “White Rabbit, Red Rabbit”.
Ritornando a Nunzia Schiano e alla sua interpretazione, l’attrice è stata un’abile conduttrice della serata dovendosi alternare anche in questo ruolo. Era impegnata appunto su tre livelli. Doveva leggere le parole di Nassim Soleimanpour, doveva interpretare in alcuni momenti e poi coinvolgere direttamente il pubblico in altri. Tutti sapevano della sua abilità nei ruoli comici, quindi sarebbe stato semplice per l’interprete affidarsi soltanto a quella chiave di lettura: far ridere il pubblico, essere dirompente trascinatrice e uscire di scena tra il clamore della folla. Tutt’altro, Nunzia non ha ceduto a queste facili lusinghe. Oltre ad essere stata una professionista impeccabile, una latrice di verità sul palco, è stata brava a dosare momenti grevi e momenti comici. Ma soprattutto ad apportare con opportune digressioni il suo contributo al testo, abile nell’utilizzo delle pause, che nella tradizione teatrale partenopea in genere solo un uomo (ndr. Eduardo De Filippo) era così capace di fare…
Nunzia Schiano si divide in tre: attrice ‘coautrice’ e spettatrice!
Senza rifuggire in futili paragoni, la cosa che colpisce di più è la prospettiva con la quale Nunzia si è proiettata in questo lavoro. Si può immaginare che lei si sia sentita come un comune spettatore che viene chiamato sul palco a leggere un testo per la prima volta. Un testo di cui non sa nulla e che può sorprenderlo in maniera positiva come negativa. Lei ha avuto l’abilità di far sentire tutti su quel palco, immedesimandosi nell’attrice. E poi dava del “tu” all’autore come se lo conoscesse da sempre, come un partenopeo fa anche con le più alte cariche sacre e religiose della città. Questa chiave di interpretazione, di immedesimazione, di compenetrazione, di intelligenza è risultata vincente, convincente e appassionante. Solo un’artista con un certo grado di maturità e consapevolezza dei suoi mezzi riesce a prodursi in un accorato gesto d’affetto simile verso lo spettatore. Ovviamente il canovaccio era interessante, a tratti brillante, a tratti serissimo, dava spunto a riflessioni sicuramente. Contemporaneamente l’intreccio è tutto legato ad un unico aneddoto particolare, dunque da lì nasce la complementarità importante con un attore all’altezza.
“White Rabbit, Red Rabbit” è una pièce unica, originale e spontanea. La trama va conosciuta sul palco, a teatro, in diretta. I complimenti vanno a 369gradi per la scelta dell’opera e al Piccolo Bellini per il coraggio di crederci. Mentre per il senso della misura, la professionalità, l’amore verso il teatro e il pubblico, per la consapevolezza dei propri mezzi, la riflessione e la ricerca continua di se stessa senza cadere mai nello scontato, vanno a Nunzia Schiano. Restano solo due parole: da vedere!
Biografia di Nunzia Schiano
Nunzia Schiano nasce a Portici, in provincia di Napoli, nel 1959, ed è tanto l’amore che la lega alle sue origini e alla sua città, che continua a viverci. Finito il liceo classico, frequenta l’università e inizia subito a muoversi nel mondo teatrale, costituendo una cooperativa con altri colleghi e proponendo testi di Viviani, Petito, Basile, Ionesco, Courteline, Lorca. Importanti sono gli incontri con registi del calibro di Renato Carpentieri (progetto Museum), Davide Iodice (Zingari), Luca De Fusco (Antigone), Andrea De Rosa (Maria Stuarda), Geppy Gleijeses (Così parlò Bellavista ), Liliana Cavani (Filumena Marturano). Arriva anche il cinema con varie partecipazioni. “Sul mare” di A. D’Alatri, “Benvenuti al Sud” (2010) e “Benvenuti al Nord” (2012), entrambi di Luca Miniero, nel ruolo della mamma di Alessandro Siani. “La kriptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo. “Reality” e “Dogman” di Matteo Garrone. Da annoverare anche anche alcune significative partecipazioni alle fiction delle tv generaliste: 2016 “Rimbocchiamoci le mani” con Sabrina Ferilli su Canale 5, nel 2017 “I Bastardi di Pizzofalcone” e nel 2018 “L’Amica geniale“. Per Fox “ROMOLO e Giuly, la guerra mondiale”.