
“La Traviata” è una delle più celebri opere liriche di Giuseppe Verdi, divisa in tre atti basata sul componimento letterario “La signora delle Camelie” di Alexander Dumas.
Protagonista indiscussa dell’opera è Violetta Valery, una cortigiana famosa nei salotti parigini per la sua ambigua moralità. Vive di lussi e divertimenti ma nasconde un triste segreto, soffre infatti di una grave malattia dell’epoca, la tisi. Nonostante il malanno, la giovane donna piena di gioia, festeggia, esulta, insegue il piacere e si scalda tra le braccia di diversi amanti, per poi legarsi al barone Douphol.
Sempre libera degg´io
folleggiare di gioia in gioia,
vo´che scorra il viver mio
pei sentieri del piacer.
Nasca il giorno, o il giorno muoia,
sempre lieta ne´ ritrovi,
a diletti sempre nuovi
dee volare il mio pensier
– “Sempre libera”
Libiamo ne’ lieti calici: «Tutto è follia nel mondo ciò che non è piacer»
Nel primo atto de “La Traviata” si svolge una bellissima festa in cui vi è la famosa area “Libiamo ne’ lieti calici”. Coro e solisti si uniscono cantando le lodi dell’amore e del vino in un brindisi che Alfredo viene spinto a fare e a cui si unisce Violetta.
La ragazza ama profondamente la sua libertà, ma l’incontro con il giovane nobile Alfredo stravolge il suo mondo. Lui le confessa il suo amore e lei gli dona una camelia, chiedendogli di tornare quando sarà appassita. In realtà Violetta, che nella sua vita non ha mai provato un amore così forte, è sopraffatta dai sentimenti che la travolgono. Il forte e sincero amore che scalda improvvisamente il cuore della ragazza, vince le sue reticenze e le fa desiderare soltanto di condividere con lui questo sentimento per il resto della loro vita.
È strano! È strano! In core
scolpiti ho quegli accenti!
Sarìa per me sventura un serio amore?
Che risolvi, o turbata anima mia?
Null’uomo ancora t’accendeva, o gioia,
ch’io non conobbi, essere amata amando!
E sdegnarla poss’io
per l’aride follie del viver mio?
– “Violetta”
Comincia così, nel secondo atto di Verdi, la storia d’amore tra Violetta e Alfredo. I due innamorati vivono felici nella villa di Alfredo situata fuori Parigi, il tempo trascorre piacevole, ma questa pace è destinata a durare poco. Infatti la giovane donna, pur vendendo tutte le sue ricchezze, è ancora indebitata. Non appena l’amato lo scopre, corre a Parigi in cerca di una soluzione e chiede aiuto al padre. Così fa la sua comparsa sulla scena Giorgio Germont, padre di Alfredo, che si reca da Violetta e la prega lasciare il figlio. I problemi che quest’unione porta sono molti, infatti non è accettabile per la società dell’epoca che un uomo nobile sposi una cortigiana, e tutto questo sta rovinando la reputazione della famiglia. Inoltre ciò ricade anche sulla sorella di Alfredo che, per colpa dei tanti rumori, rischia di essere respinta dal futuro marito prima delle nozze.
La Traviata di Giuseppe Verdi: «Amami, Alfredo, amami quant’io t’amo! Addio!»
Decide allora di compiere un atto di estremo amore e di lasciare Alfredo, senza però spiegargli il motivo. Ritenendo sia la scelta migliore per l’amato e la famiglia di lui, torna dal barone Douphol, ma prima di andar via, canta per l’ultima volta il suo grande amore per Alfredo. Un’area meravigliosa e straziante, “Dammi tu forza, o cielo! … Amami Alfredo”, con la quale termina il secondo atto.
Ad una festa i due si rincontrano e lui le lancia dei soldi, per vendicarsi del dolore che l’abbandono gli aveva causato, trattandola come una prostituta.
Alfredo, Alfredo, di questo core
non puoi comprendere tutto l’amore;
tu non conosci che fino a prezzo
del tuo disprezzo – provato io l’ho!
[…]
Io spenta ancora – pur t’amerò.
– “Alfredo, Alfredo di questo core”
Nel terzo ed ultimo atto de “La Traviata” di Verdi, Violetta, malata di tisi, è a letto in fin di vita. Per fortuna Alfredo, saputa finalmente la verità dal padre, corre da lei per darle l’ultimo saluto. I due ricordano con gioia i giorni pieni d’amore trascorsi insieme e sognano un futuro illusorio. Negli ultimi istanti torna Giorgio Germont per redimersi e chiedere scusa alla donna morente. Violetta augura ad Alfredo una vita ricca di felicità, gli regala il suo medaglione e chiude per sempre gli occhi tra le sue braccia.
Autore: Salvator Davide Mennella