
“Lo Schiaccianoci” di Cajkovski rimane tra le più popolari rappresentazioni fiabesche, dovuto proprio alle vicende della trama in sé, molto vicine ad ognuno di noi. Viene messa in risalto, attraverso le surreali sinfonie musicali del balletto, la purezza delle festività del Natale, che si allontana dal semplice desiderio consumistico e si avvicina di più al ricordo dello stupore che viviamo da bambini, dato dal più semplice gesto di gentilezza. Il balletto caratteristico di Natale prende vita al culmine dell’Ottocento (1891-92). Petr Il’ic Cajkovski con la collaborazione dell’attento coreografo Marius Petipa portò numerose e importanti innovazioni nella ballettistica in Russia, alla stregua del “Lago dei Cigni” e “La Bella Addormentata”
Come nasce “Lo Schiaccianoci” di Cajkovski il balletto
L’opera viene commissionata dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovic Vsevolozskij, che non sapeva di aver richiesto quella che poi diventerà la rappresentazione natalizia più conosciuta nella storia del balletto, dal successo internazionale, che ha ispirato numerose reinterpretazioni teatrali e cinematografiche. Nel 2018 infatti anche la Disney aggiunge la sua: va in scena il film “Lo schiaccianoci e i quattro regni”, con la collaborazione speciale di attori del calibro di Morgan Freeman ed Helen Mirren.
Il capolavoro di fantasia e musica nasce dall’omonima storia di Hoffmann (1816 – “Lo Schiaccianoci e il re dei topi”). Questa versione era più mitigata di Alexandre Dumas senior, che attenuava gli elementi più inquietanti e strani della vicenda, creando un racconto più affascinante e magico, che ben più si confaceva al gusto del pubblico del tempo e dello stesso coreografo Petipa. Infatti nel libretto riesce a mettere la trama in secondo piano e ad esaltare invece l’atmosfera natalizia, piena di amore e gioiosa nostalgia, di vita e di calore, a riprova di quei valori un po’ dimenticati del Natale.
Che strumenti ci sono nello Schiaccianoci in musica. Le innovazioni di Petr Il’ic Cajkovski
“Lo Schiaccianoci” di Cajkovski debutta il 18 dicembre 1892 a San Pietroburgo, riscuotendo un successo clamoroso. Il musicista dirige personalmente la prima esecuzione dopo aver apportato alcune innovative modifiche all’opera. Compone egli stesso le musiche per il balletto e ne estrapola alcuni numeri per una Suite sinfonica che esegue come “anteprima” allo svolgimento integrale dell’opera. Un’altra novità è poi l’introduzione nell’organico orchestrale di un nuovo strumento: la celesta. Capace di creare il suono tramite un sistema di martelletti comandati da una tastiera, la celesta è simile a un pianoforte di piccole dimensioni tuttavia capace di produrre un suono molto più ovattato e dolce, più chiaro e privo di armonici.
Fu proprio il carattere molto creativo e privo di schemi di Cajkovski a creare i primi attriti nella collaborazione tra i due artisti. Petipa era infatti molto più meticoloso e preciso, e il rapporto tra i due giunse quasi al punto di rottura. Non tutti sanno che, a causa di una malattia, a Petipa subentrò poi il coreografo Lev Ivanovic Ivanov, a cui spettò il successivo compimento dell’opera.
“Lo Schiaccianoci” di Cajkovski: trama e significato
Si svolge la vigilia di Natale la straordinaria storia che vede protagonista Clara Stalhbaum e il suo piccolo schiaccianoci, in una magica notte da sempre agognata dai bambini di tutto il mondo. I genitori della piccola Clara e il fratellino Fritz stanno organizzando una festa, in attesa di riunirsi con tutta la famiglia intorno a uno splendido abete. Arriva d’un tratto il padrino dei bambini, che reca alcuni doni stravaganti, tra cui straordinarie bambole meccaniche che danzano per la gioia di tutti gli invitati ed un misterioso schiaccianoci a forma di ussaro che affascina moltissimo la bambina.
Proprio quella notte, tra il sonno e la veglia, Clara scoprirà che il suo nuovo giocattolo non è per niente ciò che sembra: quasi come un sogno, dagli angoli della casa fanno capolino topolini dall’aria minacciosa. Ed ecco che anche i soldatini escono dalle loro scatole – granatieri, ussari e artiglieri – incominciando così una feroce battaglia. Anche lo schiaccianoci prende vita e salta nella grazie all’affettuoso aiuto di Clara.
Dall’onirica scena della battaglia in salotto poi, la storia si sposta in un più colorato e vivace mondo anch’esso molto tipico delle festività, il palazzo della Fata confetto, ricco di fronzoli, caramelle e fontane che sprizzano sciroppo di ribes. Qui si trovano tutte le leccornie mai desiderate dai bambini del mondo ed ognuno ha il suo ruolo. Ecco dunque che la cosiddetta “Danza spagnola” è un omaggio al Cioccolato; mentre al Caffè è dedicata la “Danza araba”, al Tè la “Danza cinese”, e per concludere la “Danza degli zufoli” e il “Trepak”, protagonisti i bastoncini di zucchero dalla Russia.
Qual è la morale dello Schiaccianoci? Il finale tra sogno e magia
“Lo Schiaccianoci” di Cajkovski si conclude infine con l’ultimo valzer, eseguito da tutti i personaggi. Clara si risveglia felice nel suo letto, stringendo a sé il suo amato schiaccianoci e ripensando alle magiche avventure vissute tra sogno e realtà. Nella storia Clara aiuta a svelarci la morale. Il vero significato dei doni di Natale risiede nella gentilezza, nell’importanza della diversità e del saper conservare – soprattutto quando si cresce – il bambino interiore che c’è in ognuno di noi.
Tutto ciò viene rappresentato in musica dalla bravura e dalle eccezionali doti artistiche di Cajkovski. È riuscito a dare il giusto peso musicale ad ogni scena.: dal mistero allo stupore, fino al coloratissimo divertissement conclusivo, dove vengono finemente svelate le riflessioni e il proposito finale dell’intera storia. Fin tanto che ci saranno musica e arte da condividere, ci sarà sempre un modo per ritrovare la purezza del Natale.