“Orgoglio e Pregiudizio” rivive a teatro con Antonio Piccolo

“Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen arriva a teatro con l’adattamento teatrale di Antonio Piccolo e la regia di Arturo Cirillo. Nella splendida cornice del Teatro Mercadante, il lavoro è stato di grande intelligenza scenografica.

“Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen. Specchi di due mondi a confronto

Sul palco erano presenti enormi specchi mobili e unidirezionali che gli attori stessi spostavano scomponendo e riformulando sempre la scena. Nell’adattamento di Antonio Piccolo si sottolineano spesso i momenti in cui i personaggi cambiano opinione sugli altri e allo stesso modo gli specchi si muovono sontuosamente e rivoluzionano lo spazio scenico. Due mondi a confronto: quello aristocratico e orgoglioso, preoccupato di non confondere il proprio blasone con donne di altro rango; e quello di una famiglia comune che abita in campagna e vive nel pregiudizio che i ricchi siano tutti privi di sentimento. Due mondi paralleli, il secondo che tende a scimmiottare il primo in modo speculare.

Dunque molto felice l’idea degli specchi che a volte riflettevano la scena a volte invece diventavano un amplificatore dello spazio perché usati in trasparenza. Magistrale la coordinazione dei solo otto attori in scena per manovrare comporre e scomporre il palco. Ma geniale più di tutto l’utilizzo di tappeti che, illuminati a regola d’arte, venivano poi riflessi dagli specchi per crearne un’illusione di realtà quanto più vicina possibile al naturale. Grande plauso va perciò a Dario Gessati che ha progettato le scene.

Gli attori in scena

L’”Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen è un romanzo alquanto vasto e intricato da mettere in scena. Nella riduzione di Antonio Piccolo per la regia di Arturo Cirillo troviamo Sara Putignano e Valentina Picello, rispettivamente nei panni di Jane ed Elizabeth Bennet, sempre ossessionate dalla madre che vuole a tutti i costi maritarle. La madre è la bravissima Alessadra De Santis, che riesce a sprizzare ironia e comicità grazie al suo modo di vivere il personaggio con grossa intensità e ai cambi improvvisi di tonalità vocale, supportati da altrettanti timbri comici che ne denotano la forte intelligenza scenica personale e interpretativa. La signora Bennet vorrebbe combinare questi matrimoni dal momento che il cugino del marito, il reverendo Collins, è l’unico erede della casa e dei possedimenti della famiglia Bennet che, non avendo figli maschi, non è legittimata a beneficiarne.

Rosario Giglio nei panni del Collins è straordinario per puntualità, grazia nei movimenti e comicità. Una comicità che non si appoggia solo al personaggio grassottello interpretato, ma anche e soprattutto al modo in cui lo caratterizza. Un personaggio affine al reverendo è Charlotte, che per sceneggiatura e ruolo è tenuta a rimanere sempre in secondo piano, ma che è interpretata con grande bravura e verità scenica dall’attrice Giulia Trippetta. Chi si concede maggiori libertà sul palco è Arturo Cirillo che, in quanto regista, la fa un po’ da capocomico. Interpreta infatti il signor Bennet e Lady Catherine, la zia strapotente dell’aristocratico Darcy, che insieme all’amico Charles Bingley si trova ad entrare in contatto con le figlie di Bennet. Riccardo Buffonini e Giacomo Vigentini sono i due aristocratici, amici che soggiornando in campagna per relax a incontreranno per caso le figlie di Bennet.

L’adattamento di Antonio Piccolo e Arturo Cirillo secondo il genere vaudeville

In generale questo lavoro ha un pregio fondamentale, quello di dare grande spazio a giovani attori. Nel complesso il gruppo si muove da compagnia collaudata, risulta evidente un bel lavoro di amalgama e di sincronizzazione di movimenti. La regia dei singoli segue un preciso disegno interpretativo che mira a non distrarre lo spettatore dall’importanza del testo tramite una regia non strettamente eterogenea che di contro si avvale con grande intelligenza dello stile vaudeville. Questo genere, molto in voga in Francia a fine settecento, prevedeva l’alternarsi di prosa e cantati. Una commistione vincente per Arturo Cirillo, che calibra le doti canore della compagnia teatrale, il lodevole uso del corpo ed il preponderante valore nella recitazione corale tanto da farci credere quasi di assistere ad una commedia musicale. Difatti nella fase iniziale della messinscena il ritmo è molto interessante per poi diminuire di intensità con l’avanzare dell’aspetto dialogico del copione.

Un lavoro corale per rendere il romanzo realtà

Interessante poi il contrasto tra la complementarità dei caratteri del Darcy e del Bingley, contrapposti a una Lizzy Bennet che viaggia tra un’interpretazione canonica d’epoca ed una molto contemporanea. Essendo quello della Putignano un personaggio chiave è molto intrigante il suo lato ironico sarcastico e questa indrfinitezza del registro interpretativo che sembra stimolare lo spettatore a fare uno sforzo in più per leggere oltre il testo. In generale uno spettacolo che si regge sull’equilibrio di diversi coprotagonisti (chi si aspetta Godot non lo vedrà arrivare mai).

Riguardo ad Arturo Cirillo non soprende che il pubblico ammicchi molto al colore di Lady Catherine, nella quale il Cirillo si esprime con grande mestiere catalizzando su di sé sane risate e applausi del pubblico. Più interessante ancora ci è risultato il signor Bennet soprattutto quando, contrariato per il marito che sua figlia ha scelto le dice sorridendo, peraltro con un bellissimo contrasto tra intenzione e parola: «Non avrei potuto separarmi da te per qualcuno di meno degno!»

Concludendo possiamo dire che questa versione di Orgoglio e Pregiudizio porta con sé una buona dose di originalità per cui vale la pena assistervi e l’auspicio è che possa spostare sempre più la riflessione sul posto che l’amore dovrebbe avere nella scala di valori del nostro tempo. In generale per com’è confezionato questo lavoro ha tutte le carte in regola per avvicinarsi a qualsiasi tipo di spettatore e spingerlo a riflettere oltre il testo, oltre la semplice battuta comica o l’inciucio dietro le storie amorose, ma sicuramente è passando attraverso questi espedienti che riuscirà ad ottenere il risultato opposto.

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