“The Northman” di Robert Eggers è un film storico, la cui sceneggiatura è firmata dal regista stesso e dallo scrittore islandese Sjón – che ha già collaborato alla sceneggiatura di “Lamb” di Valdimar Jóhannsson -. Con il suo terzo lungometraggio, Eggers si allontana dal genere horror che caratterizza le pellicole precedenti ma non dal fantastico. L’atmosfera, la cura nei dettagli, gli elementi storici e le sensazioni che vengono suscitate confermano ancora una volta la bravura del cineasta.
Come già in “The Witch” e in “The Lighthouse”, anche in “The Northman” si entra nella storia senza difficoltà e si vive la vicenda insieme ai suoi personaggi. Questa volta però dal New England si arriva in Nord Europa, dove alla trama si intersecano elementi della cultura nordica.
«L’umanità a quanto pare non cambia mai, forse è per questo che sono attratto dal passato. È uno specchio oscuro e distante.» – Robert Eggers
Da Amleth ad Amleto fino a “The Northman” di Robert Eggers
Prima ancora della tragedia di “Amleto” di William Shakespeare, c’è una figura leggendaria della mitologia norrena: Amloði. Lo storico Saxo Grammaticus destinò parte della sua opera “Gesta Danorum” (“Gesta dei danesi”) alla leggenda di Amleth, figlio di Horwendill. Diversamente dal “Chronicon Lethrense”, la storia raccontata da Saxo segue le vicende di Horwendill e Feng come figli di Gervendill re dello Jutland. Gli succedettero al trono e, dopo una spedizione in cui Horwendill uccise Koll il re di Norvegia, il re di Danimarca Rørik Slyngebond gli concesse sua figlia Gerutha in sposa. Da questo matrimonio nacque Amleth. Ma a causa della gelosia, Feng uccise suo fratello, e sposò la moglie proclamandosi unico re dello Jutland.
«Ricorda per chi hai versato l’ultima lacrima.» – veggente
Amleth iniziò a fingere ottusità per nascondere la sua astuzia. Così, pianificò una vendetta. Successivamente venne spedito in Inghilterra dallo zio con due servitori e una lettera in cui si invitava il re inglese a far uccidere il giovane. Ma Amleth modificò la lettera, portando all’omicidio dei due servitori, alla sua libertà e a un matrimonio con la figlia del re. Quindi dopo un anno tornò a casa per mettere in atto la sua vendetta, giusto in tempo per partecipare al banchetto del suo stesso funerale. Eseguì il suo piano, uccidendo suo zio con la sua stessa spada. Amleth sopravvisse e governò il suo regno in Danimarca. Anche se le sue vicende non finirono certo qui.
“The Northman” di Robert Eggers è un poema epico norreno
«I paesaggi epici e travolgenti mi hanno ispirato. Ho immaginato figure solitarie del X secolo a cavallo, schiacciate da montagne, ghiacciai e cieli infiniti dai colori soprannaturali.» – Robert Eggers
“The Northman” di Robert Eggers però subisce alcune modifiche. La storia di Amleth diventa ancor più leggendaria e mitica nella sua ambientazione islandese. Il blu dei cieli, il verde della terra e il rosso del fuoco sono i colori che caratterizzano le vicende reali, quelle oniriche e quelle mistiche.
Il duello con uno spirito per la conquista della spada Draugr presenta colori sbiaditi tra il verde e il grigio proprio a indicare un’atmosfera irreale che viene riproposta nel blu dell’incontro con la veggente. Il rosso, invece, caratterizza i momenti di esaltazione. I rituali dei Berserkir prima di entrare in azione o le cerimonie spirituali sono delineate proprio da colori caldi.
Radici che si intrecciano tra vita terrena e spirituale
Le vicende, l’ambiente, l’accuratezza storica, insieme alla musica – a cura di Robin Carolan e Sebastian Gainsborough -, fanno della narrazione un poema epico, un canto che narra le gesta di Amleth (Alexander Skarsgård). Qui, la vita terrena e quella spirituale si incontrano costantemente e si intersecano in ogni scelta dei personaggi, nelle loro parole – in inglese, slavo e antico norreno – e nelle loro azioni. Famiglia, battaglie e nemici si intrecciano con il Fato, con la presenza di Odino, il corvo, delle divinità evocate e delle Valchirie che accompagnano gli eroi nel Valhalla. Uomo e natura, reale e sovrannaturale, vita e morte sono costantemente insieme, in un destino che viene cucito dall’individuo stesso in base alle decisioni che prende.
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Essere o non essere, vendicarsi o vivere
La vita di Amleth si dirama in due scelte: amare oppure odiare, vivere o vendicarsi, essere o non essere. Tuttavia ciò che spinge il protagonista a prendere determinate decisioni è ciò che gli è stato predetto, ciò che è accaduto e ciò che accadrà. Sono le donne a cucire il destino degli uomini, la loro sorte.
Secondo il folklore nordico, dentro ogni uomo c’è uno spirito femminile che lo guida. Nella pellicola questi spiriti assumono anche le sembianze della regina Gudrún (Nicole Kidman), che orchestra l’assassinio del marito e il colpo di stato del cognato, e di Olga (Anya Taylor-Joy) della foresta delle betulle, che con il suo ingegno aiuta Amleth. Entrambe, in un modo o nell’altro, accompagnano gli uomini nelle loro scelte fino a compiere il proprio destino.
«La tua forza spezza le loro ossa, la mia astuzia le loro menti.» – Olga
La storia inverte e sconvolge i ruoli standardizzati
Chi è la vittima e chi il carnefice? Chi è dunque l’eroe? E chi il nemico? I binomi si annullano all’interno della pellicola, perché ogni essere umano può essere entrambi e non solo. Aurvandill (Ethan Hawke) era un re amorevole ma folle, Fjölnir (Claes Bang) era un usurpatore ma benevolo. Gudrún era una schiava poi divenuta regina ed è proprio lei la tessitrice della trama.
Si confonde così l’ordine tra manipolatore e manipolato, bene e male. Lo impara proprio il protagonista che, adempiendo alla sua profezia, sembra scegliere l’odio, ma quella scelta oltre a placare la sua sete di vendetta, è spinta dall’amore e dalla protezione che intende dare ai suoi eredi. “The Northman” di Robert Eggers mostra come ogni individuo non può assumere soltanto un determinato ruolo e non può essere ridotto a una sola definizione poiché ha dentro sé numerose sfumature.