3 film di Amma Asante, 3 passi nei diritti e nell’emancipazione

film di Amma Asante

Nata a Londra nel 1969, Amma Asante frequenta la Barbara Speake Stage School ed entra a far parte dell’ambiente cinematografico molto presto. Sin da bambina, infatti, partecipa ad alcune serie TV britanniche ma, altrettanto presto, decide di cambiare direzione dedicandosi alla sceneggiatura. Fonda la casa di produzione Tantrum Films, attraverso cui dirige il suo primo film “A Way of life” che la porta a vincere un BAFTA al miglior esordio britannico da regista, sceneggiatore o produttore. Nei film di Amma Asante – di origini africane, infatti i suoi genitori si trasferirono in Inghilterra dal Ghana – si riconosce l’attaccamento alle proprie radici affrontando contenuti di un certo rilievo. Il tema dei diritti dell’uomo ha infatti caratterizzato le sue successive pellicole: “La ragazza del dipinto”, “A United Kingdom. L’amore che ha cambiato la storia” e “Where hands touch”.

«I tribunali e il parlamento non avrebbero il dovere di sostenere e di creare leggi che facciano progredire e non regredire la nostra moralità? […] Leggi che ci consentono di sminuire l’umanità di qualcuno, non sono legge. Sono un’impalcatura per il crimine. […] Ma un paese le cui leggi non sanzionano, non controllano i suoi più barbari cittadini è un paese in cui ogni speranza è perduta.» – John Davinier 

I film di Amma Asante riportano alla realtà con luci e colori 

Le inquadrature in formato 1:2,35 passano dal campo lungo al primo piano mostrando, in tutte e tre le pellicole, immagini ricche di dettagli. Queste sono evidenziate da una grande varietà di colori pastello tra cui il rosa, il verde, l’azzurro ne “La ragazza del dipinto” e “Where hands touch” e  il marrone e il giallo in “A United Kingdom” per sottolineare l’atmosfera dell’Africa. L’utilizzo delle tonalità pastello rende i lungometraggi quasi fiabeschi, irreali, ma l’eterogeneità delle tinte li riporta alla realtà. Anche le luci hanno lo stesso scopo. Prendendo in esempio “La ragazza del dipinto”, si vede come le candele regalino chiaroscuro alle scene, dimostrando quanto potesse effettivamente illuminare una stanza. Invece la luce naturale del sole, proveniente dalle finestre, dona alle scene una nota artistica ma pur sempre realistica.  

Tali scelte sottolineano la volontà della regista di rappresentare la realtà. Il che è molto importante in quanto si tratta di storie vere o trame basate su eventi storici. “La ragazza del dipinto” riporta lo spettatore al 1769, periodo in cui la schiavitù era ancora ben salda nel mondo. Con la crescita della protagonista Dido (Gugu Mbatha-Raw) include il 1781, anno del massacro della Zong. “A United Kingdom” parte dal 1947 per accompagnare poi il pubblico con Seretse Khama (David Oyelowo) e Ruth Williams (Rosamund Pike) all’inizio della politica dell’Apartheid. Con “Where hands touch” si torna a qualche anno indietro, 1944-45, e insieme a Leyna (Amandla Stenberg) si ripercorre la discriminazione razziale nella Germania nazista.  

“La ragazza del dipinto” e “A United Kingdom”. Proprietà e strumentalizzazione

Tra le tematiche che accomunano le tre pellicole, una delle più evidenti è quella dei diritti umani e in particolare dei diritti dei neri, che quindi porta al tema della schiavitù e della sottomissione. Partendo dal XVIII secolo, è importante considerare il dibattito giudiziario riguardante la nave Zong (presente ne “La ragazza del dipinto”, ndr.) All’epoca, l’abbondono degli schiavi da una nave era legale, in quanto la mancanza d’acqua avrebbe potuto portare ad una rivolta “della merce” che avrebbe messo i marinai in pericolo. Non era questo il caso.

Durante la sentenza, il magistrato William Murray (Tom Wilkinson), infatti, dimostra che la nave passò in prossimità di almeno 8 porti dove poter fare rifornimento. E che in realtà gli schiavi furono uccisi perché si ammalarono, erano quindi merce non più vendibile, dato che furono ammassati dai marinai. Di conseguenza, la richiesta di un risarcimento per la perdita degli schiavi è un caso di frode. Tale evento pose la base per la futura abolizione della schiavitù. 

«Un uomo non può essere trattato come merce. Gli esseri umani sono inestimabili. Non possono avere un prezzo, uomini liberi o schiavi che siano. […] Come possiamo dire di essere civilizzati se viviamo in un mondo così barbaro? È un’assoluta ingiustizia.» – John Davinier 

Come nel caso della schiavitù si assiste alla volontà di strumentalizzare gli esseri umani, così “A United Kingdom” si distingue per quella di impradonirsi delle risorse del territorio. Si ha una scena in tribunale in cui, con l’aiuto del politico e attivista Tony Benn (Jack Lowden), il governo britannico riconosce la sovranità della tribù locale del Bamangwato sulle risorse territoriali. Ciò avviene indirettamente perchè nell’inconsapevolezza della presenza di diamanti nel Bechuanaland (Botswana), gli inglesi affermano che le risorse minerarie sono controllate dal popolo, senza il cui consenso non può esserci alcuna concessione mineraria.  

Diritti, libertà e identificazione 

Dido Elizabeth Belle (“La ragazza del dipinto”, ndr.), figlia di una donna di colore e del capitano Lindsay (Matthew Goode), viene legittimata da suo padre e cresciuta come aristocratica dagli zii. Tuttavia, non può cenare né con la famiglia – il colore della sua pelle la pone in un ceto inferiore – né con la servitù. La giovane non sa come identificarsi. In una scena, Dido, guardandosi allo specchio con le lacrime agli occhi, si colpisce al petto e strofina le mani sulla sua pelle quasi a volerla cancellare. La società che la circonda la fa sentire prigioniera. È per questo che quando viene commissionato il dipinto, teme di essere rappresentata come una serva, ad un livello inferiore rispetto a Beth (Sarah Gadon).

Allo stesso modo Leyna viene considerata una mischling – ha madre tedesca (Abbie Cornish) e padre senegalese -, per cui è costretta a lasciare prima la scuola, poi il lavoro. Viene portata in un campo e segnata con un triangolo nero, utilizzato per gli “asociali”, ossia malati mentali, zingari e prostitute. In realtà Leyna è una giovane tedesca ma non è riconosciuta dalla sua patria. Similmente, Ruth Williams Khama non è accettata dalla famiglia di Seretse, poiché essendo bianca e inglese non ha il diritto di essere la regina del popolo del Bechuanaland. Nessuna di loro ha la libertà di essere se stessa e Ruth e Leyna in particolare vengono costantemente biasimate per le loro scelte. 

I protagonisti maschili

«Mi è stato detto che adesso non volete più che onori il mio dovere e diventi il vostro re per via del colore della pelle della moglie con cui ho scelto di vivere. Il morbo del razzismo diffuso in Sud Africa ha contaminato tutti i nostri paesi vicini e anche noi. […] Dobbiamo allora sostenere quell’abominio chiamato Apartheid? […] Dovremmo invece batterci per l’uguaglianza. […] L’Africa non sarà mai libera finché tutti coloro che vivono qua, sia neri che bianchi, non riconosceranno che la razza non debba avere nessuna rilevanza sull’eguaglianza e sulla giustizia.» – Seretse Khama 

Il protagonista di “A United Kingdom” è il sovrano del Bechuanaland, ma in Inghilterra la sua posizione non è ritenuta realmente valida. Perciò invitato a Londra per analizzarla, Seretse viene esiliato dal suo paese. È chiaro che conosce già il suo posto, la sua identità, ma non gli viene riconosciuta. Diverso è il caso di Lutz (George MacKay) in “Where hands touch”. Si tratta di un giovane tedesco nella cui mente sono state instaurate le ideologie naziste. Non viene discriminato o rinnegato, ma non ha la possibilità di scegliere chi essere, di ricercare la propria identità, di far fluire liberamente i propri pensieri. Ha solo il dovere di sottostare a quelli impostigli dalla Germania. Come per gli altri personaggi citati, la sua ribellione sta nell’andare controcorrente e nel lottare per il proprio amore. 

Amore ed emancipazione femminile nei film di Amma Asante

Anche se l’innamoramento fa solo da sfondo alle vicende nei film di Amma Asante, è importante sottolineare come proprio a partire dalle storie d’amore le donne dei tre lungometraggi dimostrino la loro forza e indipendenza. Ruth decide di sposare Seretse anche contro la volontà della sua famiglia. Dimostra emancipazione e di essere una donna che può prendere in mano la propria vita. Altrettanto fà Naledi Khama (Terry Pheto) quando decide di avvicinarsi per prima a Ruth e di aiutarla, mentre il resto della famiglia e il suo popolo le aveva voltato le spalle.

Si tratta di donne autonome, proprio come Kerstin che viene rinnegata dalla Germania per aver scelto di stare con l’uomo che amava. La sua libertà viene percepita come una colpa, quella di aver contaminato la razza e aver umiliato il suo paese. Così Leyna, che essendo una mischling doveva essere sterilizzata, si ribella a sua volta alla volontà della Germania e continua a vedere Lutz dal quale poi avrà un figlio.  

La funzione sociale del matrimonio

«Non sei sollevata che non dovrai sottometterti ai capricci di qualche sciocco signore ricco? Noi non abbiamo scelta, nessuna speranza di eredità se abbiamo dei fratelli e allo stesso tempo non c’è permesso di lavorare per riuscire a mantenerci. Siamo una proprietà degli uomini.» – Beth Murray

Dido si sente libera come nera, ma allo stesso tempo sembra che come donna debba essere alla ricerca di un padrone. Grazie all’eredità lasciatale da suo padre, potrebbe anche non sottostare alle convenzioni sociali. Ma cosa direbbero di una donna ricca ma sola? Sarebbe una zitella e come a zia Mary (Penelope Wilton) le verrebbero affidate le chiavi della casa. Proprio per questo inizialmente Dido decide di accettare il fidanzamento con Oliver Ashford (James Norton). Come spiega Lady Mansfield (Emily Watson), nessun gentiluomo potrebbe davvero essere interessato a lei, mentre gli altri sminuirebbero il suo ceto. Le sembra quasi una fortuna che possa sposarsi.

Crede che il matrimonio possa liberarla da un destino prestabilito. Successivamente però si rende conto che un matrimonio in cui non si sente realmente amata – soprattutto dalla famiglia di lui che la discrimina – non sarebbe una condizione migliore delle altre. Scioglie il fidanzamento e, dimostrando di essere una donna forte e libera, decide di dare voce alla propria volontà e di congiungersi a John Davinier (Sam Reid), un uomo umile e dai profondi principi, di cui è innamorata. 

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