“Viva la vida” di Frida Kahlo. Un’ultima esplosione di gioia
“Viva la vida” di Frida Kahlo viene realizzato otto giorni prima di morire, il 13 luglio del 1954, a 47 anni in Città del Messico. L’ultimo saluto gioioso di una persona che nella vita ha conosciuto molto presto la malattia e la sofferenza fisica.
Ha appena sei anni quando si ammala di poliomielite, guarisce, ma la gamba destra resterà meno sviluppata e rimarrà claudicante. A 18 anni un terribile incidente tra l’autobus e un tram quasi la uccide. Sarà costretta a indossare busti ortopedici e a sottoporsi ad una trentina di interventi chirurgici. La pittura rimarrà per lei l’unica consolazione e valvola di sfogo, ma anche forte dichiarazione di amore per la vita e resistenza. Dipinge essenzialmente autoritratti dolenti, contribuendo al filone autobiografico in arte.
«Ho provato ad affogare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare» – Diari
La simbologia delle angurie di Frida Kahlo
“Viva la vida” di Frida Kahlo è una natura morta che rappresenta angurie succose, rosse e appetitose. Un grido di colore, il desiderio infinito di gioia di vivere. È un estremo omaggio alla vita. I cocomeri si stagliano verdi e rossi su un cielo azzurro. Sulla polpa succosa e sensuale delle fette è scritto “Viva la Vida – Coyoacán 1954 Mexico”. Le angurie del dipinto vengono rese in tutta la loro fecondità e pienezza, come ricca è stata percepita la vita dall’artista nonostante tutto. Queste le ultime parole che Frida scrive nel suo diario. Un testamento commovente ed energico.
«Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più»
Frida ha vissuto intensamente attraversando, anzi, tuffandosi nelle gioie dell’amore e nell’impegno politico. Donna emancipata e indipendente, passionale e sanguigna che non pose mai limiti alla sua coraggiosa indole. “Viva la vida” è il suo lascito, il messaggio ultimo per se stessa e per chi ancora vive: la vita malgrado tutto merita di essere vissuta.
L’anguria è per eccellenza il frutto dell’estate, fresco e dissetante, simbolo di passione e amore. Rappresenta anche l’intelletto, il lavoro e il benessere. Nelle credenze egizie torna questo frutto come simbolo. Si riteneva provenisse dal seme del dio Seth, divinità del desertoe della siccità, della bufera e dei morti. Proprio per questo veniva spesso posto nelle tombe come forma di nutrimento per l’aldilà, a rimpolpare una vita metafisica altrimenti destinata alla desolazione.
L’omaggio dei Coldplay
“Viva la vida” di Frida Kahlo è stata fonte di ispirazione per molti artisti, tra cui in musica i Coldplay. Era il 2007 quando Chris Martin in tour con i Coldplay giunse a Città del Messico. Tra un’esibizione e l’altra ebbe modo di visitare la Casa Azul, il museo ufficiale di Frida Kahlo. Fu così che il frontman del gruppo britannico scoprì questo dipinto. Chris si segnò subito il titolo e rese omaggio all’opera intitolando così il suo album e il singolo principale. “Viva la vida” dei Coldplay è uno dei brani pop barocco/pop rock più amati del nuovo millennio, un testo ricco di riferimenti biblici, artistici e letterari, sopra una strumentazione e un arrangiamento altrettanto ricercati.